Europa
La Commissione europea scalda i motori in vista della prossima conferenza mondiale delle radiocomunicazioni (WRC) organizzata dall’ITU, che si terrà a Ginevra dal 2 al 27 novembre 2015. Dal momento che l’esecutivo Ue non è membro dell’Agenzia Onu che si occupa di telecomunicazioni, nei giorni scorsi i rappresentanti degli Stati membri sono stati invitati a discutere sui temi in agenda per arrivare all’importante appuntamento con una posizione unica. Le proposte saranno sottoposte al vaglio del Parlamento europeo all’inizio del 2015.
Il dibattito si è pertanto incentrato sulle questioni relative allo spettro per la banda larga mobile, in particolare sull’assegnazione della banda 700 Mhz su base co-primaria e sull’identificazione di bande di spettro da allocare ai servizi mobili su base primaria.
A lavoro anche il Radio Spectrum Policy Group (RSPG) che sta preparando un progetto di parere per assistere la Commissione e gli Stati membri nella preparazione di un programma comune.
Le frequenze da 694 a 790 Mhz sono pregiatissime e, come richiesto dalla Commissione europea a febbraio 2012, la WRC-12 ha stabilito di aprirle ai servizi mobili dal 2015, su base co-primaria con altri servizi che già utilizzano queste stesse frequenze, principalmente quelli televisivi.
Formalmente questa decisione non obbliga i Paesi a togliere risorse alle tv, per ora, ma è una premessa perché si vada in quella direzione.
Nel corso del recente workshop, Branimir Stantchev della DG Connect ha confermato l’intenzione della Commissione di sviluppare una strategia per la riallocazione della banda 700 Mhz, ma senza dare dettagli sulla tempistica.
Il prossimo gennaio, intanto, dovrebbe tenersi la prima riunione del gruppo di alto livello, dopo che a febbraio Neelie Kroes, partecipando a Bruxelles alla conferenza RSPG, aveva sottolineato che il successo o il fallimento nel wireless non avviene per caso e che l’obiettivo della Commissione è quello di raggiungere “un accordo politico e di dare certezza regolamentare, valutando la necessità di ristrutturazione dei settori, della migrazione e della gestione dello spettro prima di assegnare la banda 700 Megahertz ai sistemi mobili”.
La commissione, ha ribadito Stanchev, non sta considerando soluzioni ‘univoche’, cercando, anzi, di dialogare con l’industria mobile e i broadcaster per l’uso a lungo termine della banda UHF e possibilmente anche VHF.
Allo studio, insomma, una soluzione ‘win-win’ che, cioè, dia vantaggi a tutte le parti in causa.
Non è, infatti, soltanto questione di cambiamenti di destinazione d’uso delle frequenze: bisogna valutare anche le implicazioni finanziarie, in termini di investimenti e risarcimenti, la trasformazione del mercato – con nuovi business model – e le garanzie per i consumatori assicurando, ad esempio, la qualità dei servizi televisivi.
Didier Chauveau del CEPT (Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni) ha infatti posto l’accento sulla necessità di definire metodologie e criteri per la tutela dei servizi di broadcasting dalle interferenze al di sotto dei 694 MHz, mentre Lasse Wieweg (Ericsson) ha ricordato che il Radio Spectrum Policy Programme (RSPP) ha posto l’obiettivo di trovare 1200 megahertz di spettro radio per la banda larga senza fili.
La Commissione, intanto, sta preparando un ‘inventario’ dello spettro, raccogliendo dati dagli Stati membri e da diversi studi e presenterà un rapporto che sarà presentato al Parlamento europeo e al consiglio nel 2014. Allo stesso tempo l’esecutivo ha incaricato il CEPT di sviluppare le condizioni tecniche e identificare quali frequenze nella banda 1,5 Ghz potrebbero essere destinate ai servizi mobili.