Italia
Presto l’Italia ridurrà drasticamente l’Iva sui libri digitali, dopo gli sgravi fiscali già varati per i libri cartacei. Lo ha annunciato oggi il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, a RadioRai1, informando che è al vaglio del governo una misura per ridurre l’aliquota sugli eBook che vengono prodotti in Italia.
In passato lo avevano già fatto Francia e Lussemburgo ma il ministro forse dimentica che costò ai due Paesi una procedura d’infrazione da parte della Ue, perché le disposizioni erano ritenute contrarie alle regole comunitarie.
Il provvedimento, ha detto Zanonato, dovrebbe essere approvato con l’inizio del nuovo anno. “Spero, il prossimo mese“.
“I libri digitali – ha poi spiegato il Ministro – venduti dalle grandi compagnie internazionali godono di una fiscalità ridotta” mentre così non avviene per i libri digitali prodotti nel nostro Paese. “E per questo – ha precisato – che occorre anche una misura per quelli prodotti in Italia”.
La decisione sull’allineamento dell’Iva è però di competenza europea. Ricordiamo, infatti, che Francia e Lussemburgo sono stati richiamati dalla Commissione Ue, prima con una lettera di messa in mora e poi con un parere motivato, e infine deferite nel febbraio scorso alla Corte di Giustizia Ue per aver tagliato l’Iva sugli eBook.
L’Italia, se decidesse di ridurla, come anticipato oggi da Zanonato, rischierebbe quindi una procedura di infrazione.
Parigi aveva fissato l’Iva al 7% per gli eBook come per i libri di carta, invece del previsto tasso del 19,6% mentre invece Lussemburgo un’aliquota super ridotta del 3%. La decisione era stata presa per contrastare l’avanzata degli OTT americani su questo nascente mercato.
Un provvedimento però, come ha spiegato la Ue, “incompatibile con le regole stabilite dalla Direttiva sull’Iva, per la quale i libri digitali costituiscono un servizio fornito per via elettronica e per questo escluso dall’applicazione di un tasso ridotto”.
Per l’esecutivo europeo, l’Iva applicata in Francia e Lussemburgo crea “gravi distorsioni della concorrenza a svantaggio degli operatori degli altri Paesi membri“.
Alla Buchmesse d Francoforte a ottobre per la prima volta gli editori italiani hanno preso una posizione ferma sull’Iva, domandando che sia parificata tra libri di carta ed eBook, al momento sottoposti ad aliquote differenti a svantaggio dei secondi sui quali è del 22%.
La Commissione ha, infatti, ammesso che al momento esiste una “disparità di trattamento” tra libri digitali e di carta, che godono di un’aliquota fiscale più vantaggiosa e, consapevole di questo disallineamento, ha lanciato una consultazione sulla quale predisporre una proposta.
Tornando all’Italia e al mercato dell’editoria, venerdì scorso il Ministro dei Beni e delle Attività culturali, Massimo Bray, ha annunciato che, nell’ambito di un piano di misure per favorire la diffusione della lettura, il Consiglio dei ministri ha varato una norma che prevede che ogni cittadino possa avvalersi di una detrazione fiscale del 19% delle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di 2000 euro, di cui 1000 euro per i libri scolastici ed universitari e 1000 euro per tutte le altre pubblicazioni.
L’iniziativa congiunta del Mibact, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, sarà valida per il prossimo triennio e prevede una detrazione per i consumatori muniti di idonea documentazione fiscale.
“Questa iniziativa ha un importante valore storico e simbolico – ha osservato Bray – che insieme al Piano della lettura si inserisce in un progetto strategico di diffusione dei libri, fondamentale per la formazione dei cittadini e per il rilancio della cultura”.
I dati resi noti all’ultima edizione della Fiera internazionale ‘Più libri più liberi’, parlano, infatti, chiaro, l’editoria è in crisi. Il mercato del libro ha perso in totale 65 milioni di euro(-6,5%) rispetto allo scorso anno.