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Internet, il 61% del traffico non è ‘umano’

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Il 61,5% del traffico internet è generato da ‘bot’ ossia da software automatizzati che in alcuni casi possono essere nocivi, ossia utilizzati per rubare dai o postare annunci fasulli o truffaldini nelle sezioni commenti dei siti web. Solo il 38,5% del traffico web, insomma, è realizzato da persone, tutto il resto è prodotto da entità non umane.

Secondo uno studio di Incapsula, di questa percentuale di traffico ‘non umano’, il 31% è generato da bot ‘buoni’ (quali possono essere ad esempio gli strumenti usati dai motori di ricerca per indicizzare i contenuti o dalle società di analisi per valutare le performance di un sito). Il resto è tutto bot ‘fraudolento’, generato da scrapers (quindi dedito al furto di contenuti e di indirizzi email per fini di spam e indirizzato prevalentemente ai siti di viaggi, di news e ai forum), da strumenti di hacking (che mirano ai dati delle carte di credito, alla diffusione di malware, all’hijackng di siti e sono indirizzati a tutti gli internauti e in particolare ai siti basati su CMS), da spammer (pubblicazione sui blog di commenti irrilevanti o di link che portano ad altri siti dannosi) e da altri ‘Impersonator’ (che raccolgono dati per attività di marketing, sono usati per attacchi DDoS e creano una degradazione del servizio).

 

Rispetto allo scorso anno, il traffico bot è cresciuto del 21%. La percentuale di bot nocivi è rimasta pressoché invariata ma gli analisti hanno potuto notare una forte riduzione nelle attività di spamming, calate dal 2% nel 2012 allo 0,5% nel 2013. Un decremento dovuto in gran parte alle campagne anti-spam di Google con gli aggiornamenti Penguin 2.0 e 2.1.

In aumento dell’8%, invece, le attività del ‘Impersonator’, un gruppo di bot non classificati ma con intenzioni ostili che tendono a ‘mascherarsi’ da ‘agenti’ legittimi per aggirare le misure di sicurezza dei siti.  

 

È da dire che lo studio di Incapsula è stato realizzato analizzando il traffico di 20 mila siti web che potrebbero non essere rappresentativi dell’intero world wide web. I dati sono tuttavia utili per comprendere la crescita del traffico internet ‘non umano’.

 

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