#Datagate: la Francia come gli Usa, ok in Parlamento alla sorveglianza online dei cittadini

di Paolo Anastasio |

Il Parlamento ha dato il via libera ad una nuova legge che consente alle forze dell’ordine e ai funzionari dei ministeri di monitorare in real time il traffico telefonico e via web dei cittadini.

Francia


Francois Hollande

Il Parlamento francese ha dato il via libera ad una nuova legge, che consentirà all’intelligence e all’Eliseo di “spiare” in tempo reale gli utenti online senza bisogno di alcuna autorizzazione preventive. Fino a ieri per intercettare telefonate e dati online era necessaria l’autorizzazione da parte di un giudice della Commissione Nazionale per il controllo della sicurezza delle intercettazioni. Ora non più. Il Governo ha fatto sapere che le attività di spionaggio saranno sottoposte alla supervisione di “un’authority indipendente e del Parlamento”.  

 

Il giro di vite, passato un po’ in sordina, consentirà di fatto a funzionari pubblici, polizia, gendarmi, servizi segreti e agenzie di intelligence anti-terrorismo, oltre che ai funzionari del ministero delle Finanze, di controllare direttamente i computer, i tablet e gli smartphone. Lo scrive oggi Il Guardian, precisando che la nuova norma rientra in una legge sulla programmazione militare, e arriva in Francia dopo mesi di polemiche sul Datagate e forti proteste da parte dei cittadini nei confronti del programma di monitoraggio portato avanti dall’Nsa americana.

 

C’è da dire che nei mesi scorsi, sottolinea il Guardian, anche il presidente Francois Hollande si è scagliato contro la sorveglianza di massa dell’intelligence Usa, verso la quale ha espresso “estrema riprovazione”.

 

Ma la nuova legge varata dal Parlamento francese sembra invece seguire, in linea di principio, la stessa linea adottata dall’amministrazione Usa, che forte dello scudo delle leggi emergenziali e della guerra al terrorismo, ha tracciato per anni i dati di milioni di persone.

 

In pratica, l’articolo 13 della legge consentirà alle forze dell’ordine e ai servizi di intelligence ma anche ai funzionari del ministero della difesa, degli Interni, dell’Economia e delle Finanze di “leggere le comunicazioni elettroniche e digitali” in tempo reale di tutti gli utenti online, e di tracciare le connessioni e le relazioni digitali di tutti.

 

Forti critiche all’iniziativa del Parlamento francese sono arrivate dall’Associazione delle Internet Services Communities (@Sic) che comprende Google, Facebook, Microsoft, Skype e Aol. L’associazione ha criticato duramente anche il Cnil (Commission Nationale de l’Informatique et Libertés), il Garante per la Privacy transalpino. Che si è difeso dicendo di non essere stato interpellato.

 

Ma le polemiche sul via libera al “Patriot act alla francese”, come lo hanno ribattezzato i giornali d’Oltralpe, non si spengono. Oggi Les Echos fa sapere che i ministri Arnaud Montebourg (Attività produttive) e Fleur Pellerin (Digitalizzazione) si stanno dannando l’anima per gettare acqua sul fuoco e spegnere le voci di protesta che si sono alzate da parte dei difensori della libertà della Rete. In particolare, nel mirino della critica è finita al Pellerin, che si è esposta in prima persona a difesa della nuova norma, che da molti detrattori è stata definita come liberticida. 

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