Italia
Continua la saga tra Agcom e UE sui prezzi delle linee telefoniche che Telecom Italia deve cedere ai concorrenti che ne facciano richiesta.
Il 12 dicembre, come è noto sarà resa pubblica la Raccomandazione della Commissione europea emanata all’indirizzo di Agcom sulla proposta di delibera unbundling approvata dall’Autorità lo scorso 11 luglio.
Tra poche ore si avrà quindi la conferma di quanto si è lentamente determinato nel corso di questi mesi.
Da Bruxelles sono stati effettuati nel corso dei mesi passi significativi per trovare una soluzione di compromesso, ma non vi è stato verso e sul versante Agcom non è stato lasciato spazio ad alcun ripensamento.
E ora si andrà all’ultimo atto: una Raccomandazione che darà tempo all’Agcom sino all’11 gennaio per allinearsi ai desiderata di Bruxelles e se ciò non avverrà potrà partire la procedura d’infrazione ai danni del nostro Paese.
E non è neanche detto che si arrivi all’ultimo minuto.
Già prima di Natale il Consiglio dell’Agcom potrebbe votare la propria posizione di contrasto nei confronti della Raccomandazione europea.
Ci auguriamo che ciò non avvenga e ci auguriamo che le “necessarie” motivazioni che si addurranno, ammesso che vi sia una posizione unanime del consiglio, chiariscano una volta per tutte le ragioni di tale caparbietà da parte dell’Autorità italiana.
Perché, francamente, le ragioni sin qui addotte ancora non convincono.
“L’Agcom notifica il proprio progetto, la UE può esprimere seri dubbi, e in questo caso lo ha fatto, poi si esprime il Berec (che raggruppa le Autorità nazionali) e qualora l’Agcom mantenga la propria posizione la Ue può formulare una raccomandazione all’Autorità nazionale invitandola a modificare il proprio provvedimento – ha specificato il commissario Antonio Preto, uno dei quattro membri del Consiglio presieduto da Angelo Marcello Cardani – L’Autorità può dunque decidere di confermare o modificare la propria decisione. Il fatto che si instauri un dialogo, un confronto, anche con posizioni diverse, è fisiologico, non patologico“.
Ciò che si trascura in questo caso è che il Berec esprime pareri per nulla vincolanti (quindi di poco conto) e che al contrario la Raccomandazione della Commissione europea (che non esprime semplici dubbi) non è una sorta di “consiglio” che può essere seguito o meno: è, al contrario, una disposizione perentoria che prevede precisi tempi di adempimento superati i quali scattano gli atti conseguenti previsti dalle procedure.
Infine, indicare come “dialogo” lo scontro di questi mesi denota quanto meno un uso improprio del lessico…
Da quanto emerge dalle ultime ore, si intravede invece uno scontro “senza-se-e-senza-ma” tra Agcom e UE.
Vedremo come andrà a finire.
E tra le tante cose che vorremmo capire, prevale quella di fondo, che ancora non riusciamo a comprendere bene, ovvero quali siano le ragioni vere di tanta caparbietà da parte di questa Agcom, guidata da Angelo Marcello Cardani, di fronte alle ragioni argomentate della Commissione europea perché l’Italia si allinei al quadro europeo, un quadro che punta a creare per la prima volta condizioni di competizione e di rilancio dei mercati digitali su base continentale nella prospettiva del mercato unico.
Vedremo e per questo continueremo a seguire la vicenda come stiamo facendo dall’11 luglio.