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Pirateria: la metà dei ragazzi italiani la giustifica

Europa


Come viene percepita dai cittadini europei e italiani la proprietà intellettuale? In quanti si rivolgono alle offerte illegali e perché? Le risposte sono contenute nello Studio commissionato dall’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), tramite l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di PI.

I risultati del sondaggio, che sono anticipati oggi, ci offrono un quadro completo e dettaglio sulle abitudini di 26.500 europei dai 15 anni in su.

Dai dati raccolti emerge che il 96% degli europei (97% italiani) ritiene che la proprietà intellettuale (PI) sia importante perché sostiene l’innovazione e la creatività, ricompensando gli inventori, i creatori e gli artisti per il loro lavoro.

Ma il dato sconcertante è che il 34% (14,7% in Italia) ritenga che l’acquisto di merci contraffatte possa apparire giustificato dal risparmio finanziario che ne deriva.

 

Per António Campinos, Presidente dell’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), il sondaggio evidenzia che “..I cittadini europei non ritengono che proteggere la PI rientri nelle loro responsabilità, in particolare quando altri non condividono gli stessi valori e non assicurano che le regole vengano rispettate o adattate alle aspettative degli individui”.

 

Il 38% (32,5%) afferma che l’acquisto di merci contraffatte possa essere giustificato come un atto di protesta contro un’economia guidata dal mercato. Il 22% (17,1% in Italia) ritiene che il download illegale sia accettabile quando non vi siano altre alternative lecite e il 42% (35,2% in Italia) lo ritiene accettabile per uso personale.

Questa percentuale aumenta di 20 punti per entrambe le risposte tra i cittadini di età compresa tra i 15 e i 24 anni (42%) e in Italia ancora di più rispettivamente al 44,1% e al 54,5%.

“La differenza tra i due pareri – secondo gli analisti – può essere spiegata, secondo il sondaggio, dal fatto che molti degli intervistati ritengono che la PI non li avvantaggi personalmente o che il sistema di PI non soddisfi le loro attese in settori come il prezzo, la disponibilità, la diversità o la qualità”.

 

L’85% dei cittadini dell’UE intervistati afferma di avere una buona comprensione del termine “diritti d’autore”.

 

In effetti, secondo quanto dichiarato l’acquisto di prodotti contraffatti e/o il download illegale è molto basso all’interno della popolazione europea intervistata: più di nove cittadini europei su dieci affermano di non aver acquistato alcun prodotto contraffatto o di non aver effettuato alcun download illegale nel corso degli ultimi 12 mesi.

Più precisamente, il 9 % dei cittadini dell’UE intervistati riferisce di avere avuto accesso/di aver scaricato o diffuso in streaming contenuti illegali, provenienti da Internet, in modo intenzionale nel corso degli ultimi 12 mesi (4,2% in Italia). Il 4% riferisce di aver acquistato beni contraffatti in modo intenzionale (2,7% in Italia) e il 6 % (3,9%) dice di aver acquistato beni contraffatti a causa di un inganno nel corso degli ultimi 12 mesi.

 

Per quanto concerne il download illegale e l’accesso a contenuti online protetti, l’impatto dell’età risulta particolarmente significativo: il 26% (18,1% in Italia) dei cittadini di età compresa tra i 15 e i 24 anni riferisce di aver scaricato o aver avuto accesso a contenuti protetti da diritti d’autore nel corso degli ultimi 12 mesi. Tale percentuale scende al 17% (10,4%) per la fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, al 9% (3%) per la fascia tra i 35 e i 44 anni, al 5% (2,1%) per la fascia tra i 45 e i 54 anni e sotto il 2% per la fascia al di sopra dei 55 anni di età (1,6%).

 

L’analisi delle percezioni e dei comportamenti della generazione più giovane dei cittadini europei dimostra che i cittadini tra i 15 e i 24 anni d’età possiedono le opinioni più tolleranti per quanto riguarda la contraffazione e il download illegale.

Al di là dei risultati summenzionati, la generazione dei più giovani è particolarmente incline a considerare che il download illegale o l’accesso a contenuti protetti dai diritti d’autore siano accettabili, anche se una maggioranza di loro condivide la generale importanza attribuita ai principi generali della proprietà intellettuale”.

 

Il grado di consapevolezza delle offerte lecite su Internet varia significativamente da paese a paese. A prescindere dal contenuto, le offerte lecite sono note in modo sistematicamente maggiore nei paesi nordici (Danimarca, Svezia, Finlandia), nei paesi anglosassoni (Regno Unito, Irlanda), in Belgio e nei Paesi Bassi. Al contrario, le offerte lecite sono meno note, e in misura decisamente minore rispetto alla media europea, in Italia, Croazia, Bulgaria, Romania, Polonia e Malta. La consapevolezza delle offerte lecite è decisamente maggiore tra le generazioni più giovani, che sono le più esposte al download illegale.

 

La consapevolezza della gente in merito alle offerte lecite di download dipende ampiamente dai contenuti. È abbastanza elevata per la musica (il 65 % dei cittadini europei sa che esistono offerte lecite per scaricare o trasmettere in streaming la musica nel loro paese, in Italia la percentuale è del 52,7%); più della metà ne è a conoscenza per quanto riguarda i film (56 % vs il 40% dell’Italia), i giornali (55% Vs 37,8%)), le serie televisive (51% Vs 30,4%), i libri (50% Vs 36,2%) e meno della metà ne è a conoscenza per quanto riguarda i videogiochi (46% Vs 33,2%).

 

A prescindere dai contenuti esaminati, la consapevolezza delle offerte lecite è per lo meno di otto punti percentuali superiore nelle generazioni più giovani rispetto alla media europea: l’83% (84,4% in Italia) dei cittadini con un’età tra i 15 e i 24 anni è al corrente dell’esistenza di offerte lecite disponibili online per la musica. Percentuale che è del 67% (45,4%) per i film e del 65% (48%) per le serie televisive. Per i giornali è del 63% (50,6%), per i libri 60% (51,9%) e i videogiochi 55% (5,4%).

 

L’esistenza e la consapevolezza di offerte lecite possono esercitare un’influenza sulle attività di download illegale, in quanto l’80% dei cittadini europei è d’accordo con l’affermazione secondo cui “ogniqualvolta sia disponibile un’opzione lecita ed economicamente accessibile, preferisco avere accesso/scaricare/trasmettere in streaming i contenuti tramite piattaforme autorizzate e non farlo illegalmente“, una cifra che in questo caso risulta essere perfettamente identica tra i cittadini di età compresa tra i 15 e i 24 anni.

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