Stati Uniti
Lettera aperta al presidente Obama delle maggiori web company Usa dopo il Datagate. Lo scandalo legato alle rivelazioni della talpa dell’Nsa Edward Snowden pesa in larga misura sulle spalle dei big americani della Rete, che corrono ai ripari e chiedono all’amministrazione una riforma delle norme che regolano l’attività di spionaggio. In particolare, chiedono di bloccare la pratica diffusa del data mining e della raccolta a strascico di metadati a livello globale, per il controllo di presunte attività terroristiche.
Apple, Google, Twitter, Facebook, Microsoft, Yahoo!, LinkedIn e Aol chiedono a Washington di “bloccare l’attività di spionaggio” e di rivedere alla radice le leggi che consentono all’intelligence Usa di raccogliere enormi quantitativi di dati telefonici e via web di cittadini. L’obiettivo è anche quello di rivedere gli obblighi in capo alle stesse web company in materia di raccolta e trasmissione all’intelligence Usa di questi dati.
In particolare i firmatari dell’appello fissano alcuni paletti ai quali i governi dovrebbero attenersi, ed “esortano gli Stati Uniti a prendere l’iniziativa e a intraprendere riforme perché gli sforzi per la sorveglianza da parte del governo siano chiaramente inquadrati dalla legge, siano commisurati ai rischi, trasparenti e soggetti a un controllo indipendente”.
“Le recenti rivelazioni circa le attività di sorveglianza dei governi hanno scosso la fiducia dei nostri utenti”, ha detto l’amministratore delegato di Yahoo!, Marissa Mayer. “È tempo per il governo degli Stati Uniti di ripristinare la fiducia dei nostri utenti, ed è tempo per il governo degli Stati Uniti di intervenire per ripristinare la fiducia dei cittadini nel mondo”.
I big americani della rete sono da tempo nel mirino della critica, dopo le imbarazzanti rivelazioni di Snowden.
Nel dettaglio, le richieste delle web company Usa al presidente Obama sono cinque: Limitare il potere delle agenzie di intelligence, in particolare della Nsa, di raccogliere informazioni sugli utenti della Rete. Fissare principi di sorveglianza e responsabilità che delimitino un quadro giuridico chiaro dell’attività di raccolta dati da parte delle agenzie di intelligence. Fissare criteri di trasparenza per quanto riguarda le richieste di dati degli utenti da parte del Governo. Garantire il rispetto del libero flusso delle informazioni in Rete. Evitare conflitti fra governi diversi in materia di raccolta dati. “Bisogna circoscrivere la sorveglianza soltanto a fini legali e bloccare la raccolta indiscriminata di dati relativi a qualunque tipo di comunicazione via Internet”, scrivono le web company Usa nella loro lettera.
E’ la prima volta che il fronte comune delle web company si compatta per chiedere di limitare il ricorso alla raccolta di metadati ai governi, ha detto Kevin Bankston, policy director della New America Foundation.