La Web-Tax entra nel vivo

di Raffaella Natale |

Domani alle ore 16 scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla Legge di Stabilità. OK al Fondo dove far confluire i proventi della lotta all’evasione.

Italia


Francesco Boccia

La Web-Tax entra nel vivo. Domani alle ore 16 scade la presentazione degli emendamenti alla Legge di Stabilità. secondo quanto riferito dal relatore del Ddl in Commissione Bilancio alla Camera, Maino Marchi (Pd), al momento non è stata accolta la richiesta del M5s  di far slittare il termine a venerdì a meno che, ha aggiunto, non ci sia “un impegno a contenere le proposte di modifica”. La Camera concluderà l’esame del Ddl Stabilità entro venerdì 20 dicembre.

Tra i temi sul tavolo c’è anche la creazione di un Fondo, già a partire dal 2014, in cui confluiscano i risparmi della spending review e i proventi della lotta all’evasione da destinare alla ulteriore riduzione del cuneo fiscale. Il documento ha avuto oggi l’Ok della Commissione Bilancio con la soddisfazione del suo presidente Francesco Boccia (Pd).

 

Gli occhi restano puntanti sulla Web-Tax, l’emendamento sulla ‘vendita dei servizi online’ che riprende i contenuti della proposta di legge di Boccia, respinto al Senato, che sarà ripresentato.

Sebbene all’interno dello stesso Pd sulla Web-Tax si fossero registrate delle divisioni, secondo fonti interpellate da key4biz il partito si sarebbe allineato su una posizione comune.

 

Il condizionale resta d’obbligo, perché dietro l’angolo potrebbero esserci delle soprese.

Sempre secondo quanto riferito a Key4biz, il M5s voterà contro la Web-Tax, perché preferirebbe una soluzione in sede Ue su tasse e internet, come probabilmente farà anche Forza Italia per altre ragioni.

La Lega Nord concettualmente non è contraria a una tassa sugli OTT, ma probabilmente si asterrà dal voto sulla Web-Tax.

 

La Lega è da sempre favorevole a provvedimenti che puntino a tassare le multinazionali della rete, i cosiddetti Over-The-Top”, ha dichiarato il senatore leghista Jonny Crosio a Key4biz.

 

“Azioni che apparentemente possono essere interpretate a beneficio e a favore della performance della rete e delle comunicazioni non devono ricadere sull’utente finale”.

“Poi, a cascata – ha precisato – possiamo ragionare anche sulla Web-Tax, ma al momento le programmazioni sommarie per arrivare a determinate soluzioni non sono sicuramente a nostro favore” e ci sono altre azioni da privilegiare.

 

La Web-Tax prevede l’obbligo per i committenti di servizi online – e parliamo quindi di commercio elettronico diretto e indiretto – di poter acquistare solo da soggetti in possesso di una partita IVA italiana.

 

Per quanto riguarda l’Agenda digitale, “Il governo si svegli – ha concluso Crosio – mettendo a disposizione fondi per le infrastrutture cosa che non ha fatto con i 20 milioni di euro (le risorse stanziate nella Legge di Stabilità per il completamento del Piano nazionale per la banda larga, ndr) e si decida a fare l’asta per le frequenze liberate e abbia le palle d’acciaio per tassare gli OTT”. 

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