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1 miliardo di smartphonesaranno venduti entro la fine di quest’anno, segnando una crescita del 39,3% rispetto al 2012. Un’ascesa trainata dalla continua discesa dei prezzi dei dispositivi, che secondo IDC nel 2013 sono calati del 12,8% passando da una media di 285 euro lo scorso anno a 248 euro.
Da qui al 2017, quando – prevede IDC – saranno venduti 1,7 miliardi di telefonini ‘intelligenti’, pari all’80% di tutti i cellulari venduti, i prezzi continueranno a scendere costantemente fino ad arrivare a 195 euro.
Una discesa che sarà marcata soprattutto nei mercati emergenti, dove ancora gli smartphone sono oggetti appannaggio di una ‘elite urbana’: tutti i vendor, ha spiegato l’analista Ramon Llamas, guardano con attenzione a questi mercati per capire quanto ancora possono fare scendere i prezzi dei loro device per guadagnare nuovi consumatori senza azzerare i margini di guadagno.
A contribuire a questo calo dei prezzi è stato prima di tutto il sistema operativo Android di Google, che ha consentito a produttori come ZTE, Huawei, CoolPad e altri ‘minori’ di lanciare la sfida al duopolio composto da Apple e Samsung, che continua a dominare il mercato, intaccato solo in alcuni paesi dal terzo incomodo LG.
Di fianco alla crescita esponenziale degli smartphone c’è anche quella dei tablet, che secondo Canalys, nel 2014 – con 285 milioni di unità vendute – rappresenteranno la metà di tutti i ‘PC’ venduti nel mondo (erano un terzo a febbraio di quest’anno). Siamo, insomma, al punto di non ritorno: il tablet, secondo la società di analisi, è ormai ‘il Pc’.
E anche stavolta è il duetto Samsung-Android a farla da padrone: i dispositivi basati sull’Os Google rappresentano il 65% di tutti quelli venduti (185 milioni di unità) anche se Apple rimane l’unico brand ‘singolo’ a detenere una quota di mercato a due cifre (30%) e, non a caso, resta il marchio più redditizio.
“Apple – spiega l’analista Tim Coulling – è una delle poche aziende che fa soldi col boom degli smartphone: prima di tutto perché i suoi prodotti premium attraggono consumatori ‘altospendenti’, ma anche perché guadagna dall’intero ecosistema legato a questi device e questo è più importante della quota di mercato”.
Quanto a Microsoft, spiegano gli analisti, dovrà lavorare molto sul versante delle app e valorizzare la forza del suo econosistema ma, soprattutto, dovrà cambiare mentalità: da ‘incumbent’ a ‘sfidante’.