Vivendi, via libera alla scissione di SFR

di Paolo Anastasio |

Il consiglio di sorveglianza del gruppo media francese ha dato il via libera allo spin-off dell’operatore mobile, con la nascita di due società separate. Vincent Bollorè, maggiore azionista del gruppo, assume la presidenza della “nuova Vivendi”.

Francia


Vincent Bollorè

Vivendi prosegue il suo percorso di rifocalizzazione sul business dei media. Il consiglio di sorveglianza del gruppo francese ha dato il via libera allo spin off dell’operatore mobile SFR e la conseguente scissione del gruppo in due società distinte: da un lato Vivendi, che comprenderà le attività media (Canal + Universal Music), e dall’altro il polo telefonico Tlc che prenderà il nome Sfr e che sarà quotato in borsa. La scissione è stata approvata all’unanimità dal consiglio di sorveglianza.

 

Presidente della nuova Vivendi sarà Vincent Bollorè, maggior azionista del gruppo, già presidente del consiglio di sorveglianza. Il completamento dell’operazione è atteso nel secondo semestre del 2014, dopo il via libera dell’antitrust.

 

Il progetto di scissione era stato annunciato lo scorso 11 settembre.

 

L’obiettivo di Vivendi, dopo la scissione, è diventare un gruppo media di respiro internazionale, puntando su brand forti di distribuzione e produzione di contenuti originali. Il gruppo si concentrerà sull’offerta di nuove piattaforme digitali per la distribuzione di musica e video, con un occhio di riguardo per i mercati emergenti.  

 

Per ora Vivendi, che ha recentemente ceduto il 53% di Maroc Telecom a Etisalat per 4,2 miliardi di euro, non ha ancora deciso cosa fare dell’operatore GVT che controlla in Brasile.

 

Il fatturato di SFR nel primo semestre di quest’anno è crollato dell’11,3%. Nel corso del primo trimestre, solo nel comparto mobile, le vendite sono scese del 17% e Vivendi, che controlla l’operatore, ha registrato un calo degli utili del 18%, causato principalmente dal declino di SFR. Per la prima volta, quindi, il conglomerato media ha separato i risultati telecom – fino a poco tempo fa gallina dalle uova d’oro del gruppo – da quelli dei contenuti (Canal Plus, Universal Music e Activision Blizzard).

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