Italia
“Ci atterremo alla nostra linea e agiremo di conseguenza nei confronti dell’AgCom e dell’Italia”. Battuta inequivocabile di Neelie Kroes, Commissaria Europea all’Agenda Digitale, a proposito della querelle sull’unbundling, che si sta trascinando dallo scorso luglio e che vede contrapposte la UE e l’AgCom.
Le parole della Commissaria Neelie Kroes sono state pronunciate ieri a Barcellona, dove si teneva la Investment Conference di Morgan Stanley, la banca d’affari che ha chiamato a raccolta investitori internazionali, analisti e operatori di telecomunicazioni, con la presenza appunto della Commissaria Neelie Kroes.
E la sede è significativa, perché le osservazioni della Kroes ad AgCom servono proprio difendere la linea lanciata dalla Commissione Europea, che ha l’obiettivo di mantenere stabili i prezzi all’ingrosso delle linee in rame, perché ciò creerà un ecosistema favorevole agli investimenti nel settore in Europa.
Al contrario, la delibera di AgCom punta ad un abbassamento di tali prezzi, che inevitabilmente disincentiverà, come è a tutti noto, gli investimenti nelle reti di nuova generazione di cui Italia ed Europa hanno bisogno per il rilancio dell’economia e della competitività.
Neelie Kroes ha detto di essere molto preoccupata del fatto che AgCom non si sia allineata alle richieste della Commissione Europea.
La Commissaria è infatti attualmente impegnata nel far convergere tutte le autorità regolatorie su un’unica piattaforma che consenta e sostenga la creazione del mercato unico delle telecomunicazioni, della banda larga e dei servizi mobili.
Alla richiesta esplicita su come intenda ora muoversi nei confronti dell’Italia, la Kroes ha ricordato di aver fatto precise proposte all’AgCom, ma senza riuscire a trovare un accordo: “Guardo con rammarico alle decisioni prese sin qui in Italia. Ho provato a colmare le differenze di punti di vista, ma le nostre offerte sono state rifiutate.“
Presto detto ciò che accadrà nelle prossime settimane.
La Commissione europea emanerà entro il 12 dicembre una apposita Raccomandazione che darà all’AgCom 30 giorni di tempo per adeguarsi.
Se AgCom opporrà un rifiuto, allora sarà pressoché certa la procedura d’infrazione contro lo Stato italiano.
Insomma AgCom si è infilata in un vicolo cieco.
Da un lato, non intende ottemperare alle indicazioni della Commissione Europea e per questo è disposta anche a scaricare sui cittadini le conseguenze del proprio operato, perché la procedura d’infrazione si concluderà con una multa salata, che alla fine ricadrà sempre sulle tasche dei cittadini.
Dall’altro, AgCom sa bene che la linea della resistenza adottata comporterà inevitabilmente le opposizioni legali di Telecom Italia di fronte al tribunale amministrativo italiano, che a fronte dei passi ufficiali della Commissione europea non potrà che condannare l’AgCom.
Insomma non si capisce perché l’Autorità italiana si ostini a mantenere una posizione che non porterà il regolatore italiano da nessuna parte.
Con l’effetto collaterale non irrilevante di inevitabile perdita di autorevolezza e credibilità in ambito europeo e nazionale.