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“Qualora il Parlamento intervenisse per adottare una riforma della legge che tutela il diritto d’autore, l’Autorità sarebbe lieta di cedere il passo, ed eventualmente conformare la propria azione alle previsioni del legislatore” (Leggi Articolo Key4biz).
Sono le parole che in questi ultimi mesi il presidente dell’Agcom Angelo Cardani ha ripetuto più volte e il senatore del Pd Felice Casson ha pensato di ‘raccogliere questo autorevole stimolo’ per presentare un suo Ddl di riforma della legge del 1941 sul diritto d’autore, depositato il 24 ottobre, cofirmatari Monica Cirinnà e Rosanna Filippin, di cui Key4biz è in possesso.
L’aspetto più fragile del Regolamento Agcom, e il presidente Cardani lo sa bene, è la competenza dell’Autorità ad agire sui siti pirata. Considerando, tra l’altro, che i poteri di intervento di Agcom in materia di diritto d’autore online sono assai circoscritti, in quanto limitati dal Decreto Romani del 2010 ai soli servizi di media audiovisivi.
Per Casson, le più ampie prerogative del legislatore consentiranno invece di adottare una riforma del diritto d’autore che tratti quindi entrambi gli aspetti relativi all’enforcement e alla promozione del mercato legale, senza dimenticare in primis di precisare, dettagliare, riconoscere e promuovere i diritti dei consumatori nel nuovo contesto digitale. In tal senso, con questo disegno di legge si introduce per la prima volta la parola “consumatore” nel corpo della legge sul diritto d’autore.
Il Ddl Casson parte da tre presupposti fondamentali: depenalizzare la violazione del diritto d’autore quando non c’è scopo di lucro; affidare al Dipartimento di pubblica sicurezza degli Interni l’azione di enforcement; abbattere le finestre temporali di distribuzione dei film.
Vediamo in dettaglio questa proposta di legge.
Intanto, come abbiamo visto, l’abrogazione delle sanzioni penali per la violazione del copyright quando non sia ha per fine il guadagno, così come avviene in altri Paesi Ue, eliminando la disposizione che prevede una responsabilità penale per chi mette online, senza espresse finalità di guadagno, un’opera protetta da copyright. Si depenalizzano così anche le attività legate al cosiddetto P2p. L’obiettivo è tutelare e promuovere la creazione e distribuzione dei contenuti creati dagli utenti (User Generated Content – UGC).
Nel Ddl Casson, l’intervento sulla pirateria a scopo di lucro viene invece affidata al Dipartimento di pubblica sicurezza, in raccordo con la magistratura, visto che si tratta di reati penali, così come già avviene per la pedofilia, per i quali si agisce sui provider ordinando di inibire l’accesso ai siti pedopornografici.
Altro aspetto è l’introduzione del cosiddetto principio del ‘follow the money’, vale a dire ‘seguire il denaro’, per andare direttamente a colpire non il singolo utente ma le grandi piattaforme che con la pirateria fanno i quattrini.
Come? Attraverso l’identificazione diretta – con l’ordine rivolto agli istituti di credito e/o alle società che emettono e distribuiscono carte di credito – di coloro che per scopi commerciali violano il diritto d’autore, così evadendo anche le norme fiscali italiane.
In questo modo si identifica chi pratica pirateria e si tagliano gli strumenti economici, con indagini compiute da autorità di polizia.
Nella sua proposta Casson tenta così di conciliare una severa azione antipirateria, facendo però la differenza tra il semplice utente e le grandi piattaforme che violando il copyright guadagnano a danno dell’industria.
Altro passaggio fondamentale del Ddl Casson è l’abbattimento delle cosiddette ‘windows’, come del resto auspicato dallo stesso presidente Cardani (Leggi Articolo Key4biz) e per il quale si sta battendo anche la Ue (Leggi Articolo Key4biz).
Secondo Casson, il crescente diffondersi di nuovi dispositivi e la progressiva abitudine degli utenti a fruire di contenuti audiovisivi digitali attraverso questi device ha aperto uno straordinario mercato che, tuttavia, specie nel nostro Paese, tarda ad affermarsi a causa di pratiche commerciali e modelli di business che mirano a proteggere e conservare le dinamiche e le posizioni del mercato tradizionale dei contenuti, specie, televisivi e cinematografici.
Tali pratiche commerciali si estrinsecano, tra le altre, nell’assenza di un’adeguata offerta commerciale di contenuti televisivi e cinematografici fruibile su piattaforma online e/o nella messa a disposizione di tale offerta solo a seguito del decorso di considerevoli periodi di tempo (le c.d. windows) dalla distribuzione attraverso il circuito tradizionale.
Si tratta delle cosiddette finestre temporali di distribuzione che prevedono che alcuni film arrivino prima al cinema, per poi essere disponibili su altri canali e infine in DVD. Un sistema che secondo Casson è una “…concausa certa della pirateria audiovisiva, in quanto gli utenti, in assenza di un’adeguata offerta legale di contenuti audiovisivi online, si rivolgono ai canali pirata di distribuzione di tale contenuto…”.
Altro passaggio essenziale è l’estensione dei limiti all’eccezione del diritto d’autore, sempre nell’ambito del perimetro consentito dalle Direttive Ue, in modo da “…liberare il più possibile gli usi delle opere tutelate dal diritto d’autore per finalità di didattica, ricerca scientifica, critica e discussione…”.