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Telecom Italia, bocciata la linea Fossati. Vendita Telecom Argentina al rush finale

Italia


Chiude in positivo (+1,76%) il titolo di Telecom Italia, dopo la performance negativa di venerdì, all’indomani della presentazione del nuovo piano elaborato dall’amministratore delegato Marco Patuano (Leggi articolo Key4biz) e l’emissione – conclusa con successo – del bond convertendo da 1,3 miliardi di euro.

Un piano che, secondo il presidente di Generali, Gabriele Galateri, “dà delle prospettive obiettivamente incoraggianti” al gruppo, nonostante le perplessità della comunità finanziaria sulle prospettive della cessione della controllata argentina al fondo Fintech per 1 miliardo di euro (oggi il cda per informare il board sugli ultimi passaggi dell’operazione) e della vendita delle torri wireless in Italia e Brasile.

 

Mentre continua il botta e risposta con Marco Fossati sulla proposta di revoca del cda, la società italiana ha reso noto di aver nominato un advisor indipendente per monitorare gli sviluppi delle possibili conseguenze per degli accordi sottoscritti dai soci Telco lo scorso 24 settembre.

Un passaggio, questo, che emerge dalla relazione del Cda di Telecom Italia, pubblicata in vista dell’assemblea ordinaria che si terrà il prossimo 20 dicembre per valutare la richiesta di revoca dell’attuale cda ed eventuale nomina di un nuovo consiglio avanzata da Findim Group di Marco Fossati, azionista con il 5%, alla luce dei possibili condizionamenti sulle strategie di Telecom, in particolare in Brasile e Argentina, che potrebbero scaturire dall’incremento della quota di Telefonica in Telco.

Da gennaio, il socio spagnolo potrà conquistare il 100% di Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom Italia e ciò determinerà, secondo Fossati, mutamento radicale delle “condizioni di rappresentatività di tutti gli amministratori candidati da Telco o successivamente cooptati”.

Il rischio, per il patron di Findim, è che questo nuovo assetto potrà condizionare le “determinazioni degli amministratori candidati da Telco nella gestione delle partecipazioni detenute dalla Società nei mercati – Brasile e Argentina – sui quali sussiste una forte presenza di Telefonica”.

 

Ciò giustifica, secondo Findim, la proposta di rimettere all’assemblea la valutazione in merito all’idoneità degli amministratori candidati da Telco o successivamente cooptati (Aldo Minucci, Marco Patuano, Cèsar Alierta, Tarak Ben Ammar, Lucia Calvosa, Massimo Egidi, Jean Paul Fitoussi, Gabriele Galateri, Julio Linares Lòpez, Gaetano Micciché, Renato Pagliaro, Mauro Sentinelli, Angelo Provasoli) di mantenere la carica “a fronte delle mutate circostanze e di valutare, quindi, la loro eventuale revoca”.

 

Dalla relazione emerge quindi che il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, nonostante le ‘convergenze’ evidenziate da Marco Patuano e “pur pienamente rispettoso della libera determinazione dei soci in sede di scelta e di mantenimento dell’organo amministrativo”, non condivide la posizione di Findim poiché fondata “sull’asserito condizionamento cui i consiglieri in carica sarebbero potenzialmente esposti a causa dei noti eventi societari che hanno interessato il socio Telco”.

Il consiglio, viene ribadito nella relazione, ha infatti  “sempre operato nel pieno rispetto dei principi che sovraintendono la corretta funzione gestoria”.

 

Le argomentazioni di Fossati, sottolinea quindi il consiglio, non tengono conto di diversi fattori, tra i quali innanzitutto il fatto che nell’ambito dei consiglieri nominati da Telco vi sono anche “amministratori indipendenti designati dai soci Telco e amministratori indipendenti designati dagli investitori istituzionali”.

A presidio contro possibili ‘abusi di potere’ su Telecom Italia da parte di Telefonica, anche i paletti imposti a suo tempo dalle autorità brasiliane e argentine che prevedono la separazione delle attività dei due gruppi “mediante la trattazione delle tematiche corrispondenti in riunioni separate, senza la convocazione e la partecipazione dei Consiglieri di espressione di Telefónica S.A., che altresì personalmente hanno assunto specifici impegni di astensione dalla discussione e dal voto quando vengano esaminate proposte o materie  afferenti ad attività della Società e/o delle sue controllate nei mercati delle telecomunicazioni brasiliano e argentino, oltre che – in genere – in ogni caso in cui vi possa essere un possibile pregiudizio del Gruppo Telecom Italia”.

 

Quanto ai possibili esiti dell’assemblea del 20 dicembre, il cda delinea due distinti scenari: il primo prevede l’approvazione della proposta di revoca presentata da Findim e la conseguente cessazione della maggioranza dei consiglieri. In tal caso si dovrà procedere al “rinnovo integrale dell’organo collegiale…nonché alla nomina dei suoi membri con voto di lista, mediante quattro separate votazioni sulle proposte e sulle liste che i soci sono invitati a presentare, nei termini previsti dalla disciplina applicabile”.

 

In caso contrario, si procederà alla nomina dei due consiglieri che andranno a sostituire Elio Catania e Franco Bernabè. In sostituzione di Elio Catania  è stato proposto Angelo Provasoli, mentre l’altro nome è ancora da definire. I due nuovi amministratori rimarranno in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013.

 

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