Europa
Pubblichiamo di seguito la prima intervista rilasciata da Luigi Gambardella dopo la rielezione, per il quarto anno consecutivo, alla guida di ETNO, come chairman del board. L’intervista è stata pubblicata dal sito www.neweurope.eu
D: Secondo ETNO, quali dovrebbero essere le linee principali di una riforma delle regole europee sulle telecomunicazioni?
R: La risposta a questa domanda è contenuta in uno studio di Boston Consulting, pubblicato nel luglio scorso. Lo studio spiega come mai l’Europa, un tempo leader nelle infrastrutture di comunicazione fissa e mobile, sia oggi indietro rispetto ad altre economie avanzate, principalmente nordamericane e asiatiche. Il documento offre inoltre precise indicazioni su come stimolare la crescita del settore attraverso modifiche del quadro regolamentare europeo.
In particolare, lo studio propone tre principali direttrici di cambiamento che, se percorse con decisione, renderebbero il settore nuovamente competitivo a livello globale.
In primo luogo, è necessario abbandonare l’attuale modello di regolamentazione su base settoriale applicato in maniera disomogenea nei singoli Stati membri, e adottare un approccio regolamentare più leggero e armonizzato su base paneuropea. Il nuovo quadro dovrebbe essere imperniato sul diritto della concorrenza, come avviene in altri settori.
In secondo luogo, occorre adottare un’ottica diversa nel misurare il benessere dei consumatori: ci si deve rendere conto che il consolidamento del mercato europeo delle comunicazioni elettroniche, oggi eccessivamente frammentato, genererebbe importanti benefici nel lungo periodo. Un consolidamento che portasse a un miglioramento delle condizioni di investimento non dovrebbe essere visto come un tabù, ma come uno strumento per fermare il declino delle telecomunicazioni europee e favorire nel lungo termine tanto gli operatori, quanto i consumatori.
Infine, nello stabilire le regole del gioco, i regolatori dovrebbero guardare all’intera catena di valore digitale: non ha più senso costruire le regole sulla base di ristrette e rigide definizioni di reti, servizi e tecnologie, né guardando esclusivamente ai confini nazionali. Si tratta di un approccio ormai obsoleto, nell’odierna economia digitale ampiamente globalizzata. Questo nuovo paradigma dovrebbe basarsi su una visione complessiva della catena di valore, tecnologicamente “agnostica” e basata su prospettive geografiche diverse a seconda delle diverse tipologie di servizi forniti.
D: Come reagirebbero i mercati di fronte ad una riforma di questa portata?
R: Il mercato ci sta chiaramente dicendo che, per promuovere investimenti e crescita, questa è la strada da seguire. I grandi investitori non si limitano a offrire ricette, ma stanno già anticipando questi cambiamenti. Nei mesi passati, gli investitori hanno mostrato nuovi segni di fiducia nel settore europeo delle comunicazioni elettroniche: dallo scorso giugno, l’indice azionario del settore è cresciuto del 30%, in misura maggiore rispetto alla media del mercato. Ciò significa che molti investitori hanno abbandonato le precedenti posizioni di cautela e scetticismo e sono pronti a guardare più positivamente a quest’industria.
Chi investe sta scommettendo in una nuova fase di consolidamento in Europa e nell’adozione di nuove regole a favore degli investimenti in nuove reti. Dal punto di vista del consolidamento, quanto sta avvenendo in Germania e in altri Paesi è visto con interesse dagli investitori, anche se è ancora da capire come reagiranno le autorità antitrust in entrambi i casi.
Questi dati mostrano che il consolidamento è visto come un percorso obbligato. Il messaggio è chiaro: si cambi il quadro regolamentare secondo la visione che proponiamo e il mercato reagirà positivamente.
D: E quale sarebbe l’impatto sull’economia europea nel suo complesso?
R: Il percorso di riforma suggerito da Boston Consulting permetterebbe ai cittadini di europei di avere le reti e i servizi di comunicazione elettronica innovativi che desiderano e di cui hanno bisogno. Lo studio afferma che le modifiche proposte consentirebbero il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea e contribuirebbero sostanzialmente alla crescita dell’economia dell’UE, generando fino a 750 miliardi di euro e 5,5 milioni di posti di lavoro entro il 2020.
D: Alla luce di queste proposte, ETNO come valuta il pacchetto di misure sul mercato unico delle telecomunicazioni adottato dalla Commissione europea lo scorso settembre?
R: Il pacchetto è estremamente complesso e dobbiamo valutarne i singoli elementi – la Raccomandazione sulle metodologie di costo e sulla non discriminazione, la Comunicazione e ovviamente la proposta di Regolamento sul mercato unico – separatamente.
D: Guardiamo quindi nel dettaglio a ciascuna delle proposte legislative. Quali sono le valutazioni di ETNO sulla Raccomandazione?
R: La Raccomandazione si propone di armonizzare le metodologie di costo impiegate a livello nazionale per stabilire il prezzo di accesso alle reti in rame e in fibra, fornendo a tutti gli operatori un adeguato livello di stabilità e certezza giuridica. ETNO ha accolto positivamente la Raccomandazione. La riteniamo un utile incentivo per nuovi investimenti. Gli investitori condividono con convinzione la nostra analisi.
Speriamo vivamente che le linee guida della Raccomandazione siano effettivamente applicate a livello nazionale. Per gli operatori sarebbe molto preoccupante se alcune autorità nazionali dovessero discostarsi dalla lettera della Raccomandazione, mettendo così a rischio un’effettiva armonizzazione a livello europeo e generando ulteriore incertezza giuridica.
D: Anche la vostra valutazione della proposta di Regolamento è altrettanto positiva?
R: Per quanto riguarda la proposta di Regolamento, è più difficile formulare una valutazione generale. Si tratta di un provvedimento complesso, che contiene sia aspetti positivi che negativi.
Il Regolamento propone modifiche rilevanti alle regole che governano il settore, spesso aggiungendo nuovi strati di regolamentazione invece di semplificare. Per questo motivo, la proposta non contiene le forti misure a sostegno degli investimenti di cui l’industria ha bisogno.
Inoltre, misure come quelle sulle tariffe di roaming e sul costo delle chiamate internazionali gettano le basi per un’ulteriore erosione dei ricavi e dei flussi di cassa nel breve periodo. Per quanto gli investitori non le vedano con grande preoccupazione, si può facilmente prevedere che tali misure non aiuteranno gli operatori a raccogliere le risorse necessarie ad investire in nuove reti e servizi.
Altre misure sono invece positive, poiché vanno nella direzione di una maggior armonizzazione delle regole europee. Tuttavia, è cruciale che l’armonizzazione sulla carta si traduca in armonizzazione nei fatti. Sarà quindi importante che le nuove regole vengano adeguatamente applicate dalle autorità di regolamentazione. Un’implementazione inadeguata e disarmonica nei singoli Stati membri è vista con grande preoccupazione dagli investitori.
Ciò detto, siamo pronti a collaborare con le istituzioni europee e con tutti gli stakeholder per migliorare il pacchetto e raggiungere obiettivi più ambiziosi.
Nei prossimi mesi cercheremo di ottenere il più possibile dalla proposta di Regolamento, così da stimolare ulteriormente la fiducia degli investitori nel futuro del nostro settore.
D: Infine, una domanda sulla Comunicazione sul Mercato unico delle telecomunicazioni. Qual è il ruolo di questo provvedimento?
R: La Comunicazione (non vincolante) è un documento di rilievo. Con esso la Commissione identifica una serie di questioni importanti da affrontare nel lungo periodo per stimolare la crescita dell’economia digitale europea. In particolare, la Comunicazione sottolinea: la necessità di una ristrutturazione del mercato (attraverso il consolidamento); la creazione di regole del gioco comuni a tutti gli attori della catena di valore digitale; e la necessità di ulteriori passi per deregolamentare il settore, man mano che i mercati diventano competitivi.
Apprezziamo la portata della Comunicazione e speriamo che possa gettare le basi per una decisa revisione del quadro regolamentare europeo, di cui l’Europa ha urgente bisogno. Auspichiamo che tale riforma possa aver luogo durante il prossimo mandato della Commissione. ETNO continuerà a lavorare affinché tale riforma diventi una priorità politica del prossimo esecutivo di Bruxelles.