Grecia
La polizia greca ha fatto sgombrare la sede dell’ex Tv pubblica ERT, occupata dallo scorso giugno dai giornalisti licenziati a seguito della decisione del governo di chiudere l’emittente radiotelevisiva (Leggi Articolo Key4biz). Gli agenti, in tenuta antisommossa, hanno fatto irruzione nei locali, situati nel nord di Atene, alle prime ore dell’alba, scortando poi fuori circa 200 persone. Al momento non sono stati riferiti incidenti.
Nikos Tsimbidas, rappresentante del sindacato dei lavoratori di ERT Pospert, ha detto a France Press di essere in stato di arresto e l’agenzia di stampa greca Ana ha riferito di altri tre arresti eseguiti nei confronti di ex dipendenti dell’emittente, tra cui il leader di Pospert, il giornalista Panagiotis Kalfagiannis.
Il Primo Ministro greco, Antonis Samaras, ha deciso lo scorso 11 giugno, senza alcun preavviso, di oscurare la Tv pubblica a causa della cattiva gestione. Un provvedimento che consente alla Grecia di economizzare 300 milioni di euro l’anno, mandando a casa i 2.700 dipendenti pubblici che facevano parte del vecchio organigramma dell’azienda televisiva. Anche se successivamente è stato raggiunto un accordo che prevede la riassunzione di 2000 impiegati che dovranno lavorare per un periodo transitorio di due mesi rinnovabili finché non entrerà in funzione la nuova televisione statale. Una decisione che aveva sollevato un polverone non solo in Grecia ma anche all’estero, provocando una crisi di governo (Leggi Articolo Key4biz).
La nuova Tv nazionale Nerit comincerà le sue trasmissioni con il nuovo anno e intanto sulle frequenze della ERT viene trasmesso un palinsesto provvisorio (Leggi Articolo Key4biz).
In tutto questo, i vecchi dipendenti della Tv pubblica hanno cercato di mantenere in onda alcuni programmi, ritrasmessi in streaming e via satellite grazie all’assistenza tecnica fornita dall’Unione europea di radiodiffusione (European Broadcasting Union – EBU).
Misure simili a quelle della Grecia sono state prese anche in Spagna. Dopo la chiusura della tv pubblica regionale valenziana, desso sarebbero a rischio altri 12 network televisivi finanziati dalle autonomie regionali spagnole, che accumulano complessivamente debiti per oltre 3 miliardi. Fra queste, secondo i dati diffusi dalla Federazione di organismi di Radio e Televisione regionali (Forta), la tv catalana, con un deficit di 1 miliardo, nonché Telemadrid, con 250 milioni di debiti e un ricorso pendente al Tar per i licenziamenti previsti dal piano di ristrutturazione.