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Twitter: Ipo con il botto, il titolo schizza a Wall Street

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Ipo con il botto per Twitter, che all’esordio in borsa al Nyse (New York Stock Exchange) raggiunge quota 50 dollari per azione, il 92% in più rispetto al prezzo di collocamento fissato a 26 dollari. 

Le azioni del sito di microblogging hanno vissuto un rally costante, arrivando persino a superare il valore di quelle di Facebook – scambiato a 48 dollari.

Detto questo, anche a quota 50,05 dollari, la capitalizzazione di mercato di Twitter ha toccato la soglia di 34,8 miliardi di dollari, ben al di sotto di quella di Facebook, che si attesta a 118 miliardi di dollari.

Quella di Twitter è l’Ipo più grande nel settore tecnologico dopo lo sbarco in borsa di Facebook un anno fa.

 

Oggi era il grande giorno di Twitter, sbarcata in Borsa a 26 dollari per azione, un prezzo superiore alla forchetta annunciata, con una valorizzazione di circa 18 miliardi di dollari, che testimonia la forte domanda dei grandi investitori.

 “Abbiamo fissato il prezzo della nostra IPO“, ha annunciato ieri sera l’azienda con un tweet al termine di una lunga trattativa andata avanti fino alla tarda serata di mercoledì tra il board di Twitter e i sottoscrittori istituzionali.

L’IPO da 70 milioni di titoli  – sul New York Stock Exchange con la sigla “TWTR” – garantisce a Twitter una raccolta superiore agli 1,8 miliardi cui si aggiunge un’opzione per altri 10,5 milioni da esercitare entro 30 giorni con cui si arriverebbe a circa 2,1 miliardi di dollari.

 

Si tratta della quotazione più attesa dopo quella di Facebook nel maggio del 2012, sbarcato sul listino tecnologico Nasdaq a 38 dollari per azione (Leggi Articolo Key4biz). 

Ma Twitter, che conta 232 milioni di utenti su scala globale, si è valutata molto meno del social network di Mark Zuckerberg cercando di raffreddare le attese, nella speranza di non ripetere l’esperienza di Facebook, i cui titoli non hanno superato il prezzo iniziale se non oltre un anno dopo lo sbarco in Borsa. 

Twitter è tuttora una società in perdita e deve dimostrare di saper monetizzare la crescita dei suoi utenti. Nell 2012 ha, infatti, registrato vendite per 317 milioni ma ha accusato perdite per quasi 80 milioni, mentre nei primi nove mesi del 2013 i ricavi sono saliti a 422 milioni ma le perdite sono state di 134 milioni.

 

La società ha tre quarti degli utenti all’estero da dove però deriva soltanto un quarto dei suoi ricavi. Può tuttavia contare su una presenza radicata nel segmento mobile, con oltre il 70% di utenti che accede al sito da smartphone o da tablet. E la pubblicità “mobile” è oggi il segmento in più rapida crescita tra le inserzioni digitali.

 

Sulle prospettive future della società si interrogano gli analisti, con Goldman Sachs che prevede una crescita dei ricavi del 32% nel 2015, mentre Morningstar punta su un aumento del 64% anche se le informazioni a sua disposizione sono più limitate rispetto a quelle di Goldman Sachs, visto che quest’ultima è una delle banche sottoscrittrici.

 

Il principale azionista individuale di Twitter è il cofondatore Evan Williams con una quota pari al 12% che vale circa 1,4 miliardi. L’altro fondatore di Twitter, Jack Dorsey, possiede una quota valutata in 586 milioni mentre quella del Ceo Dick Costolo vale 192 milioni. Il secondo principale azionista individuale è Peter Fenton, membro del Cda del gruppo, con una partecipazione pari a 789 milioni in valore. Tra gli investitori istituzionali spicca il fondo di trade private equity Rizvi Traverse che controlla il 18% di Twitter con un valore stimato di 2,1 miliardi.

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