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Telecom Italia: ecco i piani sul tavolo del Cda

Italia


Societarizzazione delle varie aree di attività (ma non della rete fissa), cessione delle torri di trasmissione, vendita di immobili per circa 1 miliardo, vendita di Telecom Argentina (per la quale sarebbe già pronto un compratore), azzeramento dei dividendi e aumento di capitale da 1,3-1,5 miliardi di euro. Sarebbe questo, secondo le anticipazioni del quotidiano La Repubblica, il piano che l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, presenterà al cda del 7 novembre.

Un piano che, soprattutto per quanto riguarda l’aumento di capitale – volto a evitare un ulteriore declassamento del debito e a rilanciare gli investimenti in Italia – avrebbe il sostegno anche di Telefonica: il presidente Cesar Alierta ne avrebbe parlato col premier Enrico Letta nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi della scorsa settimana. Come ‘contropartita’, Alierta avrebbe chiesto però il congelamento delle modifiche alle norme sull’OPA, che dovrebbero introdurre una seconda soglia per l’OPA obbligatoria fissata a livello del controllo di fatto di una società quotata, così come previsto dalla proposta del senatore Massimo Mucchetti, già approvata a Palazzo Madama.

 

Al Cda del 7 novembre dovranno essere approvati anche i conti dei primi nove mesi dell’anno. Secondo quanto anticipato da Il Sole 24 Ore, gli analisti prevedono ricavi per 20,38 miliardi di euro (-7,7% rispetto allo stesso periodo del 2012), un Ebitda di 7,9 miliardi (-10%) e un indebitamento in calo a 28,2 miliardi dai 28,8 del trimestre precedente.

 

Sempre il consiglio di giovedì dovrebbe convocare – presumibilmente a ridosso di Natale – l’assemblea richiesta da Marco Fossati. Il patron di Findim, che controlla il 5% del capitale della società,  ha intanto convocato per domani a Londra gli analisti italiani e stranieri, ai quali potrebbe anticipare i suoi piani per il rilancio della compagnia telefonica. L’incontro, anticipa il quotidiano economico, ha per oggetto le “performance di Telecom Italia e la necessità di un piano strategico”. Fossati sta infatti spingendo per ottenere la revoca degli amministratori in quota Telco e il rinnovo del board, ma dovrà pur presentare il suo piano alternativo – cosa che potrebbe fare, appunto, domani – a meno che in questa fase non voglia limitarsi solo a spiegare agli analisti, come ha fatto nelle ultime settimane con un gruppo di grandi investitori, le motivazioni che lo hanno spinto a chiedere l’azzeramento.

Risulta improbabile, comunque, che il cda – che scadrà con l’assemblea di bilancio della primavera 2014 – si presenti dimissionario, visto che al nuovo consiglio, che si insedierebbe ad esercizio concluso, spetterebbe l’onere di mettere il sigillo sui conti 2013.

Resta in ballo anche la questione del successore di Franco Bernabè alla presidenza della società, ma anche in questo caso è poco probabile che il nodo venga sciolto prima della fine dell’anno. (A.T.)

 

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