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Dopo i sospetti di spionaggio che riguarderebbero persino il Papa (leggi articolo Key4biz), l’affaire Datagate continua a creare scompiglio con le rivelazioni secondo cui l’Nsa avrebbe spiato due big della Rete Google e Yahoo!. La National Security Agency (Nsa) americana avrebbe messo sotto controllo i data center di Yahoo! e Google, allo scopo di poter spiare centinaia di milioni di utenti. Lo scrive oggi il Washington Post, citando documenti in possesso della ‘talpa’ Edward Snowden. Il programma attraverso cui la Nsa controlla i dati di Yahoo! e Google si chiama Muscular, aggiunge il quotidiano Usa, è separato dal programma Prism con il quale l’agenzia ha un accesso agli account Google e Yahoo! con il via libera della giustizia. L’Nsa ha smentito categoricamente, ma Google reagisce con sdegno, dicendosi “scandalizzata” dalla vicenda. Intanto, John Phillips, l’ambasciatore Usa a Roma, interviene sulla vicenda Datagte, affermando che è necessario trovare “un equilibrio fra sicurezza e privacy”.
Muscular è un programma portato avanti con l’omologa inglese della Nsa, la Gchq. Il documento di Snowden risale al 9 gennaio 2013, e mette in evidenza come nei trenta giorni precedenti a questa data sono stati raccolti oltre 181 milioni di nuove informazioni, tra cui contenuti email, messaggi di testo, messaggi audio e video. Ma ad essere raccolti sono anche i metadata, vale a dire le informazioni su chi spedisce, riceve e quando le e-mail.
“Siamo preoccupati da molto tempo circa la possibilità di questo tipo di sorveglianza, e questa è la ragione per la quale continuiamo a inserire i codici in numerosi servizi e link di Google, inclusi i link che si vedono nel diagramma” pubblicato dal Washington Post, ha detto David Drummond, responsabile legale di Google, facendo riferimento agli schemi esplicativi pubblicati dal quotidiano statunitense. “Non diamo accesso ai nostri sistemi a nessun governo, neppure al governo degli Stati Uniti. Siamo scandalizzati da queste intercettazioni condotte dal governo a partire dalle nostre riserve private di fibre ottiche: tutto questo evidenzia la necessità di una riforma urgente”, ha aggiunto Drummond.
La Nsa smentisce. “Sono tutte notizie false”, si è difesa la Nsa. Per smentire l’ultima fuga di notizie è stato costretto a scendere in campo lo stesso numero uno dell’agenzia, il generale Keith Alexander, per il quale “non è mai accaduto che l’agenzia si infiltrasse nei server di Google e Yahoo!”.
Intanto da Parigi il quotidiano Le Monde – sulla base di altri documenti – avvalora la linea difensiva dei vertici della Nsa, spiegando come sarebbero stati gli stessi 007 francesi e italiani a fornire dati all’intelligence americana, in base a un accordo segreto “di amicizia” per lo scambio di informazioni. Accordi simili sarebbero stati stipulati anche con altri Paesi, tra cui la Svezia e Israele. Secondo Le Monde, questo sistema di ‘baratto’ con Washington sarebbe in vigore dalla fine del 2011 o dall’inizio del 2012. Le informazioni, per lo più metadati, verrebbero inviate in blocco, “senza una selezione a monte”.
Il settimanale Stern, poi, rivela come i servizi americani avrebbero messo in piedi in Germania una fitta rete di spionaggio, nella quale avrebbero avuto un ruolo centrale anche società private americane. Barack Obama nel frattempo continua a negare di essere stato a conoscenza dei dettagli dei programmi di spionaggio della Nsa, come quello riguardante i leader alleati. Ma i suoi tanti ‘non sapevo’ – osservano in molti – potrebbero rivelarsi un pericoloso boomerang per il presidente. Che forse non a caso oggi è stato scavalcato dal ‘rivale’ Vladimir Putin in testa alla classifica degli uomini più potenti del mondo stilata da Forbes.
John Phillips (Ambasciatore Usa): “Occorre equilibrio fra sicurezza e privacy”
“Occorre trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e preoccupazioni in materia di privacy” e, quando hanno discusso di questo, il presidente del Consiglio Letta e il segretario di Stato Kerry “si sono trovati d’accordo”. E’ quanto ha spiegato il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, John Phillips, in un’intervista al Corriere della Sera. “Noi ci consultiamo con i partner e certamente lo facciamo con l’Italia, per assicurarci che ci sia un equilibrio, che non vengano raccolti più dati di quanto sia necessario per proteggere l’America e l’Italia dal terrorismo”, l’inquilino di Via Veneto.
Il presidente Barack Obama, ha aggiunto Phillips, “capisce la delicatezza del tema” e ha ordinato una verifica del modo di operare statunitense “in costante consultazione con gli alleati”. “L’America è pronta a prendere in considerazione ogni commento e obiezione fatti dagli alleati per mettere a punto un meccanismo che bilanci la necessità di un’efficace prevenzione anti-terrorismo con quella di non ledere la privacy dei cittadini. Siamo aperti, come conseguenza di questa verifica, a considerare gli opportuni aggiustamenti e modifiche in tal senso”, ha argomentato l’ambasciatore.
Intanto, a casa nostra, il premier Letta ha dato mandato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per la sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, di convocare il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) (vedi articolo Key4biz). All’ordine del giorno, “questioni inerenti alla sicurezza delle telecomunicazioni, alla luce del caso Datagate e delle rivelazioni sullo scorso G20”, si legge in una nota di Palazzo Chigi. (P.A.)