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Twitter, Ipo ‘difensiva’ per non ripetere il flop di Facebook

Stati Uniti


Cresce l’attesa per lo sbarco in borsa di Twitter, il sito di microblogging che ha annunciato la sua prossima Ipo sul Nyse, con ogni probabilità il 7 novembre. Una Ipo “prudente” (leggi articolo Key4biz) dalla quale la compagnia conta di guadagnare una somma compresa fra 1,4 e 1,6 miliardi di dollari, con un prezzo di collocamento compreso fra 17 e 20 dollari. Intanto, fioccano i confronti  fra Twitter e il suo principale competitor, Facebook, sbarcato in borsa a maggio del 2012, ad un prezzo nettamente più alto, 38 dollari, per crollare subito sotto i 30 dollari. Di certo, la prudenza di Twitter è dettata anche dalla volontà di non ripetere il flop del debutto di Facebook al Nasdaq (vedi articolo Key4biz).  

 

Twitter, in confronto a Facebook, ha volutamente deciso di proporre un prezzo di collocamento più basso. Un prezzo che tra l’altro è anche inferiore a precedenti valutazioni fatte dall’azienda stessa a settembre, quando il prezzo ipotizzato era stato fissato a 20,62 dollari. Secondo il Wall Street Journal, la forchetta di prezzo fissata da Twitter è inferiore anche alla valutazione che fanno del titolo alcuni fondo, che avevano ipotizzato un prezzo del titolo a 24,37 dollari.

 

L’atteggiamento difensivo di Twitter è diametralmente opposto a quello di Facebook, che al momento di sbarcare in borsa nel maggio del 2012 gonfiò il prezzo di collocamento rispetto alle valutazioni fatte in fase di pre-Ipo, fissando una forchetta di prezzo compresa fra 28 e 35 dollari per azione. C’è da dire che a gennaio del 2012 Facebook aveva stimato se stessa 30,73 dollari per azione, ma che poi il prezzo al debutto fu portato a 38 dollari per azione.

 

Usando il criterio dell’enterprise value degli ultimi 12 mesi come termine di paragone fra Twitter e Facebook – l’enterprise value è dato dalla capitalizzazione meno la disponibilità di cassa più l’indebitamento –  emerge che il prezzo di collocamento di Twitter è sottostimato rispetto a quello del rivale, che fissò il prezzo a 38 dollari.

Ma, notano gli analisti, alla luce del calo registrato dalle azioni del social network nell’anno successivo all’Ipo, il prezzo più contenuto potrebbe andare a vantaggio dei potenziali investitori. Inoltre, sottolinea Bloomberg, il ricavo medio per utente di Twitter corrisponde a meno della metà di quello di Facebook e il sito di microblogging ha una base utenti molto più piccola del concorrente.

 

Nel dettaglio l’offerta pubblica di Twitter riguarda 70 milioni di azioni, offerte tra 17 e 20 dollari, con l’opzione di offrire altri 10,5 milioni di titoli se la domanda fosse particolarmente importante. Questi i dettagli dell’IPO di Twitter, che conta quindi di portare il valore della società tra 10,9 e 11,1 miliardi di dollari. Un valore più basso dei 15 miliardi di cui si era vociferato in un primo momento.

 

Secondo il Wall Street Journal, però, in base al prospetto depositato dall’azienda, sono 150 milioni le nuove azioni che potrebbero essere create in un secondo momento, la cui emissione potrebbe aggiungere 3 miliardi di dollari di valore, facendo lievitare a 14 miliardi la sua valutazione, fatto salvo un prezzo di collocamento di 20 dollari per azione.  

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