Unione Europea
L’Antitrust Ue avvia la seconda ondata di consultazioni per chiudere il dossier aperto nel 2010 su Google, sospettata di abuso di posizione dominante sul mercato della ricerca online.
Per la seconda volta, le 125 aziende coinvolte saranno chiamate a esprimersi sugli impegni presentati dalla compagnia di Mountain View. I concorrenti del gruppo americano avranno quattro settimane di tempo per presentare le loro osservazioni. Se i feedback saranno positivi, per la prossima primavera la Ue sarà in grado di adottare una decisione formale.
L’Antitrust potrà quindi decidere di rendere legalmente vincolanti gli impegni proposti da Google e chiudere il caso senza sanzioni diversamente la web company rischia una multa da 5 miliardi di dollari.
Ieri i ricorrenti si sono visti pervenire un questionario da compilare con il quale dovranno dare una valutazione ai ‘nuovi rimedi’ presentati dall’azienda lo scorso settembre (Leggi Articolo Key4biz).
Secondo il Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, le nuove proposte di Google “rispondono meglio alle preoccupazioni espresse da Bruxelles” (Leggi Articolo Key4biz).
Il gruppo, ha commentato il Commissario, “ha migliorato i propri impegni“, precisando che le negoziazioni sono continuate fino all’ultimo.
L’azienda si è impegnata a supportare le nuove proposte, offrendo dati empirici per evidenziarne l’impatto.
Se le risposte dei competitor saranno positive, il dossier verrà archiviato, in caso contrario, ha indicato Almunia, “sarò costretto ad aprire la procedura prevista dall’articolo 7 del Regolamento Antitrust”, cioè nei prossimi mesi Google si vedrà recapitare lo ‘Statement of Objections’, ossia l’atto formale con il quale la Commissione notifica a un’azienda di aver avviato un’indagine sul proprio conto, al quale il gruppo potrebbe rispondere formalmente per iscritto e in audizione.
La decisione di accettare subito gli impegni di Google permetterebbe di chiudere il caso, applicando l’articolo 9, che è legalmente vincolante ma non riconosce che siano state violate le norme antitrust europee.
Quest’ultima procedura consentirebbe però di chiudere il dossier in modo rapido e pratico con un impatto immediato sul mercato.
“Penso – ha detto Almunia – che nel caso di Google la via dell’accordo rappresenti la scelta migliore”.
La speranza del Commissario Ue è adesso che anche le controparti la pensino allo stesso modo e che accolgano con favore i nuovi rimedi della compagnia americana.
“Gli utenti europei – ha spiegato il Commissario Ue – vogliono una concorrenza non falsata e la possibilità di scelta nella ricerca online. Lo vogliono subito, se possibile, e non dopo lunghi anni di contenzioso”.
Ma i competitor di Google non la pensano come Almunia e hanno già fatto sapere che quattro settimane sono troppo poche per testare i cambiamenti proposti dall’azienda, senza considerare poi che alcuni sostengono che non siano state apportate modifiche significative.