Italia
Il Wi-Fi come strumento per contribuire alla digitalizzazione del Paese e alla creazione di nuove opportunità di business in diversi settori, a partire dall’eTourism. Questo il ruolo della tecnologia wireless che, nonostante la crisi economica, permette a centinaia di aziende di realizzare offerte di qualità per promuovere il Made in Italy, portando all’estero offerte innovative, e incrementando la competitività del Sistema Paese. Del Wi-Fi e del suo ruolo di tecnologia abilitante, come summa finale della #WiFiWeek, lo speciale di Key4biz, abbiamo parlato con Paolo Nuti, presidente di Mc-Link.
Key4biz. Qual è oggi il ruolo del Wi-Fi all’interno del mercato ICT?
Paolo Nuti. A parte l’insostituibile impiego in ambito domestico, nel tempo abbiamo assistito a tre diverse ondate di sviluppo dell’offerta Wi-Fi: la prima è quella degli operatori specializzati in pacchetti indoor di accesso in ambito confinato (alberghi, stazioni, aeroporti) a prezzo elevato (15-20 euro al giorno) e diretta a professionisti fuori sede e turisti facoltosi; la secondo è quella dei Wips (WiFi Internet Service Provider) che, nonostante siano ignorati dalle statistiche, si sono con successo sobbarcati l’onore e l’onere di colmare a 20 euro al mese il digital divide in aree “bianche”, dove i Dslam sono arrivati con anni di ritardo, e soltanto a valle di significativi aiuti pubblici; terza e ultima è arrivata l’offerta di accesso Wi-Fi gratuito, sovvenzionata da un numero crescente di esercizi pubblici, a partire dagli alberghi, che hanno finalmente capito che il collegamento Wi-Fi deve essere compreso nel prezzo. Il Wi-Fi è come l’acqua calda e l’aria condizionata. Lo stesso tipo di offerta è fatta da un numero sempre più ampio di reti civiche comunali e provinciali.
Key4biz. Che ruolo ha il Wi-Fi nel settore turistico?
Paolo Nuti. Di fatto, oggi, la presenza o meno di un accesso Wi-Fi gratuito rappresenta uno straordinario incentivo o un forte fattore di blocco per qualsiasi offerta turistica, commerciale e di servizi. Per uscire dall’ambito dell’ospitalità alberghiera o della ristorazione, la disponibilità di un collegamento di rete fissa mediato dal Wi-Fi fa la differenza anche quando aspetto che il meccanico mi cambi le pastiglie dei freni.
Key4biz. Quali sono oggi gli ostacoli maggiori per la diffusione del Wi-Fi?
Paolo Nuti. L’utilità di un’offerta di accesso Wi-Fi gratuito trova un grosso limite nella necessità per l’utente occasionale di registrarsi con nuove credenziali ogni volta che cambia rete. Dubito che il recente intervento governativo, che teoricamente aveva l’obiettivo di rimuovere questo ostacolo, sortisca da solo l’effetto desiderato.
Key4biz. Cosa ha significato per il mercato il passaggio della concezione del Wi-Fi da terminazione elementare per accedere alla rete a componente intelligente?
Paolo Nuti. In prima battuta, ha favorito lo sviluppo di un certo numero di network di accesso con credenziali unificate al proprio interno che però, salvo pochi esempi internazionali, non si sono federati, ma hanno invece puntato a creare valore attraverso politiche di vendita di messaggi promozionali georeferenziati all’interno di gruppi chiusi. Il problema è che gli walled garden di poche migliaia o diecine di migliaia di utenti non possono svilupparsi in misura significativa: i piccoli monopolisti non crescono.
Key4biz. Quali sono le reali opportunità per le imprese che oggi operano con il Wi-Fi?
Paolo Nuti. Occorre che l’intelligenza di una rete Wi-Fi sia utilizzata prima di tutto per “federare” il maggior numero possibile di reti e solo successivamente, quando chi ha un dispositivo mobile potrà passare da un hotspot all’altro senza doversi nuovamente registrare allora l’Wi-Fi, non solo moltiplicherà il suo valore nell’ambito della promozione turistica, territoriale e commerciale, ma potrà diventare anche un fattore abilitante per modelli di business basati sulla comunicazione georeferenziata allo spazio circostante.
Key4biz. Come cambia la quotidianità delle imprese e delle persone con l’uso intelligente del Wi-Fi? Quali sono i vantaggi del Wi-Fi rispetto ad altre tecnologie wireless, in particolare per il business delle aziende?
Paolo Nuti. La copertura Wi-Fi di una realtà produttiva non è più un’optional: tutti più o meno giriamo in azienda con uno smartphone in tasca e un tablet in mano. Certo, tutti gli smartphone e tutti i tablet possono collegarsi ad Internet attraverso la rete mobile, ma, benché la user experience possa apparire simile, una moderna rete Wi-Fi aziendale ha tutt’altra valenza perché in realtà rappresenta un collegamento alla Lan aziendale con tutte le sue policy di sicurezza e disponibilità di banda tipiche di una rete fissa. Quest’ultimo aspetto non va trascurato: l’accesso ai server aziendali richiede molta banda, e policy di sicurezza non banali. Certo, le reti mobili mi consentono di creare Vpn, e quindi di affacciarmi in tutta sicurezza sulla rete aziendale e le sue policy, ma resta il problema della banda. Quella delle reti mobili è in forte crescita. Ma anche quella delle reti fisse. E la storia dell’evoluzione delle tecnologie di rete ci dice, da un lato, che quella disponibile su rete fissa è, anno dopo anno, di un paio di ordini di grandezza maggiore di quella caratteristica delle reti mobili e dall’altro che la fame di banda delle applicazioni è limitata solo dalla disponibilità.
Key4biz. Come procede dal suo punto di vista, dopo la liberalizzazione, l’adozione del Wi-Fi negli esercizi pubblici?
Paolo Nuti. Sostanzialmente, come prima: tutti gli esercenti, in particolare quelli impegnati nella ricettività turistica e nella ristorazione, hanno capito da tempo che non averlo significa perdere clienti, ma nessuno lo lascia completamente aperto. L’uso è riservato ai clienti, magari con User Name e Password disponibili alla cassa o appese al muro. Sia perché “la banda la compro per i miei clienti” e non per chi passa nelle vicinanze, sia perché i gestori hanno subodorato che la recente “liberalizzazione spinta” potrebbe nascondere qualche problemino di sicurezza e responsabilità dell’esercente.
Non a caso, la rete civica di Firenze, inaugurata sulla scia dell’entusiasmo per il recente provvedimento governativo ha sì, lodevolmente, federato gli hotspot all’interno della rete; ma richiede comunque una (sacrosanta) procedura di accredito al momento del primo accesso. La differenza la farà la federazione tra reti, che però prevede l’utilizzo di hotspot “managed” e un centro di controllo di ciascuna rete di hotspot federata con le altre.
Key4biz. WiFi pubblico: opportunità o minaccia per le telco?
Paolo Nuti. Una opportunità, senza dubbio, quanto meno per un operatore di rete fissa e un operatore integrato fisso-mobile. Il Wi-Fi è una tecnologia che abilita un dispositivo mobile a collegarsi alla rete fissa. Con più dispositivi mobili collegati ad uno stesso hotspot. Un “vecchio” collegamento Adsl non sarà ben presto in grado di soddisfare la richiesta di banda generata dagli avventori di un bar. Per non parlare di un albergo. Posso dire per esperienza diretta che ci sono ormai campeggi in zone periferiche e rurali che sentono la necessità di collegamenti in fibra a 100 Mbit/s e magari faticano a trovare un operatore disposto a portare fibra in campagna. Il Wi-Fi pubblico rischia di essere un driver per la richiesta di collegamenti a banda ultralarga Ngn su fibra, molto più efficace della comunicazione rivolta all’utenza residenziale. Se questa è certamente un’opportunità per un operatore di rete fissa, lo è anche per un operatore integrato fisso-mobile, che in più avrà anche il vantaggio di non sovraccaricare le preziose risorse di banda mobile che, come dimostrano le prime esperienze su Lte, non è mai infinita.