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Rai, Tarak Ben Ammar: ‘Se vogliono privatizzare, pronto a comprare’

Italia


Tarak Ben Ammar torna a parlare del mercato radiotelevisivo italiano, dimostrandosi ancora una volta attento osservatore delle dinamiche che stanno modificando il panorama audiovisivo.

Il finanziere franco-tunisino ha espresso tutto il proprio interesse per l’emittente televisiva venduta da Telecom a Urbano Cairo, ma anche per la Rai.

Intervenendo a Radio24, Ben Ammar ha dichiarato: “La7 non è in vendita, ma se Urbano Cairo cerca un socio sono qua. Anche se la Rai vuole vendere, privatizzare, siamo qua… Sawiris si è comprato Wind, Telecom forse gli spagnoli, il lusso ai francesi, perché due arabi non possono essere soci con altri italiani se la Rai è privatizzata?”

 

Il suo nome era più volte circolato durante le trattative per la cessione di La7, ma il finanziere aveva fatto un passo indietro, per evitare un possibile conflitto di interesse, essendo nel Cda di Telecom Italia e Mediobanca (quest’ultima azionista di Telecom tramite Telco, ndr).

All’epoca aveva commentato: “…ho molto rispetto per il mio ruolo di consigliere di amministrazione”Come ho detto più volte non hanno bisogno di me”.

Ma di Ben Ammar si era anche parlato quando era circolate voci sulla presunta ricerca da parte di Mediaset di un operatore straniero interessato alla pay-Tv Mediaset Premium.

Anche in quell’occasione il finanziere aveva smentito, asserendo; “Non compro La7, né Mediaset Premium: sarei onorato di poterlo fare, ma non ho né i mezzi né la volontà”.

 

Pare però che oggi i mezzi ce li abbia e addirittura, dai microfoni di Radio24, lancia anche la provocazione di voler entrare nel capitale della Rai se il governo decidesse di privatizzare. Un’ipotesi di cui si è recentemente tornati a discutere in vista della scadenza nel 2016 della concessione del servizio pubblico e che non è mai stata completamente esclusa dal Viceministro Antonio Catricalà e dal premier Enrico Letta (Leggi Articolo Key4biz).

Penso – ha precisato – che sarà una cosa positiva privatizzare la Rai, la politica esce fuori dalla televisione. Per rinnovare la concessione dovremmo vedere la linea editoriale che il servizio pubblico dovrebbe avere“.

 

Ben Ammar ha parole anche per Silvio Berlusconi: la sua avventura politica “non è assolutamente finita“. “Avrete delle sorprese, ha una marcia in più – ha aggiunto – è come De Gaulle e gli italiani lo hanno capito. Il suo più grande errore? La separazione da Veronica. Marina è una figlia geniale. Berlusconi è un perseguitato dalla magistratura, è innocente. Non è finito”.

 

Passaggio anche sulle recenti vicende di Telecom Italia e sull’ex presidente esecutivo Franco Bernabè: “…ha ereditato le macerie da altri. E’ stato elegante e ha detto ‘arrivederci”.

Alla domanda poi se ci sia da rimpiangere l’epoca delle partecipazioni statali, Ben Ammar ha risposto: “Senza dubbio”.

 

Per quanto riguarda RCS, ha osservato: “Diego Della Valle deve fare l’editore, ha i soldi. Lo può fare. E’ un grande imprenditore “, precisando che si augura che “ci sia un editore come Murdoch“, che “assolutamente” potrebbe proprio essere appunto il patron della Tod’s. Ben Ammar è consigliere di Mediobanca, azionista di Rcs.

 

 

Il finanziere franco-tunisino ha anche annunciato di voler aggregare una grande televisione nel Mediterraneo:  “Vorrei avere i 60 milioni di italiani, 60 milioni di francesi e 60 milioni spagnoli. In Italia l’alleato ideale è chi vuole unirsi al nostro progetto”.

 

Nel suo intervento a Radio24, Ben Ammar ha anche parlato della propria esperienza in Egitto, avendo comprato lo scorso anno la rete più importante di news (OnTv) (Leggi Articolo Key4biz).

La “primavera araba” è “un’esperienza enorme” perché “stiamo costruendo per la prima volta la democrazia con la televisione e il contatto con il popolo“, ha detto il finanziere.

“Una primavera fallita? Assolutamente no – ha sottolineato – è una democrazia in costruzione. L’Egitto sta costruendo con la Tunisia la democrazia. Morsi ha sbagliato perché non ha mantenuto le promesse al popolo. Nessun colpo di Stato militare. Assolutamente no“. Secondo Ben Ammar l’esercito è intervenuto, in Egitto, “proprio perché non hanno mantenuto le promesse al popolo. Spesso l’Occidente non capisce il mondo arabo, a parte Italia, Spagna e un po’ la Francia. Gli Stati Uniti non capiscono. Ma non ci date consigli. Il dialogo tra Stati Uniti e Iran è invece vero, speriamo”.

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