Unione Europea
Si apre il Consiglio europeo sull’economia digitale, agitato dalle ultime notizie sulla presunta intercettazione dell’Italia e del cellulare del cancelliere tedesco Angela Merkel da parte della NSA, l’agenzia di sicurezza statunitense (Leggi Articolo Key4biz).
Oggi il Commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding, ha twittato: “#EUCO European Council today – this is the moment for #Europe’s leaders to take a strong and ambitious stance on data protection”.
E’ il momento di prendere una posizione forte sul data protection, ha esortato la Reding, aggiungendo che “il mercato unico digitale ha bisogno di regole forti e comuni“.
Le fa eco il Commissario Ue alla Digital Agenda, Neelie Kroes, “Garanzie forti, sì. Ma non si può buttare il bambino digitale con l’acqua sporca”.
Così la privacy, che doveva essere un argomento tra gli altri, affrontato in questa due giorni a Bruxelles, finisce in cima alla lista delle priorità su cui i leader europei hanno cominciato a discutere.
Martedì scorso, anche in risposta ai nuovi risvolti del Datagate, gli eurodeputati hanno introdotto nuove forme di tutela per il trasferimento di dati in Paesi terzi, prevedendo multe salate per le web company che non si atterranno alle nuove disposizioni (Leggi Articolo Key4biz).
Secondo alcune stime, il valore dei dati personali degli europei dovrebbe aumentare di mille miliardi di euro l’anno da qui al 2020. In questo senso, minare la fiducia degli utenti significa colpire, e anche duramente, l’economia digitale.
L’attuale quadro normativo dell’Ue è, infatti, frammentato e complesso. Una società attiva in tutti i 28 Stati membri deve rispettare 28 leggi diverse e trattare con più di 28 partner. La normativa UE sul data protection deve fare piazza pulita della montagna di difficoltà attuali, sostituendo tutto con un unico strumento legislativo applicabile in tutta Europa.
Un confronto, quindi, quello odierno sul quale si allunga l’ombra degli Stati Uniti, un ‘paese amico’ dell’Europa, e le conseguenze che potrebbero esserci sui negoziati per il Trattato di libero scambio (TTIP – Transatlantic trade and investment partnership – che dovrebbero concludersi per la fine del 2014, ndr), cioè quello che è stato definito come il trattato bilaterale in materia di commercio più importante nella storia delle due sponde dell’Atlantico.
Assieme l’UE e gli Stati Uniti rappresentano quasi il 50% del PIL mondiale, un terzo dei flussi commerciali globali, garantendo circa 13 milioni di posti di lavoro, secondo le stime del dipartimento del Commercio del governo americano.
La Francia, che è ancora sotto choc per le rivelazioni di Le Monde secondo il quale la NSA avrebbe spiato le telefonate di milioni di francesi, non sarà facile da convincere (Leggi Articolo Key4biz).
Stamattina su Twitter il Ministro Michel Barnier ha scritto: “#NSA: too much is too much. Between friends, there must be trust. It has been shaken. We expect answers from Americans quickly”.
La scorsa estate, quando scoppiò il Datagate, il presidente Francois Hollande aveva già detto senza mezzi termini che non era ‘possibile trattare le condizioni del TTIP senza prima approfondire l’attività di intelligence statunitense. Oggi più che mai quelle parole tornano a essere attuali.
Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha detto stamani che le conclusioni di questo euro-vertice potrebbero gettare le basi per un accordo nel 2014.
I cugini d’Oltralpe stanno già da tempo lavorando per definire una posizione comune da tenere al Vertice che parte oggi. Ieri, addirittura, nove ministri della Ue, tra i quali il Ministro Flavio Zanonato, riuniti a Parigi hanno rivolto un Appello al Consiglio europeo che si terrà il prossimo febbraio sulla competitività industriale per adottare un’Agenda atta a rivitalizzare l’industria europea e rafforzare la sua capacità produttiva.
Ma oggi si parla di economia digitale. L’istituzione che riunisce tutti i capi di Stato e di governo dei Paesi membri ha già delineato le tracce di questo incontro, con l’obiettivo di realizzare un mercato unico digitale entro il 2015.
Argomento centrale: il sostegno alla cultura di fronte all’avanzata dei player di internet.
La Francia ha già fatto sapere che, al fine di creare occupazione, favorire l’innovazione e lo sviluppo di servizi digitali e infrastrutture, servono regole certe per garantire parità di condizioni: la Ue deve dotarsi di una strategia efficace per divenire un attore centrale nella competizione globale e non subire i progressi tecnologici ed economici di altri Continenti.
Il finanziamento alle startup e il controllo delle reti da parte della NSA sono già al centro della discussione di oggi, così come la net neutrality per assicurare condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie.
Altro argomento caldo è la revisione delle norme fiscali per evitare che le grandi multinazionali del web (Google, Amazon, Facebook e Apple) possano ricorrere ancora ad aggressive pratiche di ottimizzazione fiscale per evadere le tasse e l’istituzione, come hanno chiesto alcuni Paesi Ue, di un’Authority europea che vigili proprio sugli OTT (Leggi Articolo Key4biz).
Hollande, sulla base del Rapporto Colin e Collin, reclama la “possibilità di ‘tassare’ il trasferimento dei dati (digitali degli utenti) fuori dall’Europa”. (Leggi Articolo Key4biz)
Sicuramente ci sono ancora da rivedere alcune norme del diritto tributario nella parte riguardante il significato di ‘organizzazione stabile‘ che viene applicato alle società estere che lavorano in Europa. In questo senso, il Rapporto Colin e Collin sollecita che si tenga conto del ruolo giocato dalle ‘tracce digitali’, che valgono come l’oro per le web company, lasciate dagli utenti quando navigano in internet.
Hollande reclama pure una revisione delle norme Ue sull’IVA, “per avere aliquote ridotte su alcuni beni e servizi culturali online”. E resta centrale anche l’adozione di un piano europeo di lotta alla pirateria digitale mentre l’Italia discute ancora sullo schema di Regolamento approvato dall’Agcom.
Senza tener conto che in questa due giorni i leader Ue dovranno anche discutere in maniera approfondita di Agenda digitale, pacchetto telecom e roaming.
Sulle nuove norme tlc la Francia è pronta a silurare il provvedimento Ue, non a caso il Ministro dell’Economia digitale Fleur Pellerin ha già detto che “eliminare il roaming significa ridurre la capacità d’investimento delle telco a favore degli OTT” (Leggi Articolo Key4biz).
Troppa carne al fuoco … per costruire un’Europa digitale, il cammino sembra ancora lungo.