Italia
Si è insediato oggi a Roma, negli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico, il Comitato “Media e Minori”. Dopo quasi due anni di blocco, riprende l’attività per la tutela dei diritti e del benessere dei minori di cui non si può fare a meno in un sistema, come quello in cui viviamo, completamente pervaso dalla comunicazione elettronica di massa e radiotelevisiva.
La ripresa dei lavori del Comitato è avvenuta alla presenza del Viceministro dello Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, del Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Cardani, del Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Roberto Fico, del presidente del Comitato “Media e Minori”, Maurizio Mensi, e di tutti e 15 i membri che compongono l’organo di tutela (tra emittenti e associazioni).
“Crediamo fortemente in questo strumento di controllo delle comunicazioni di massa, uno dei pochi originato da un sistema di autoregolamentazione, mezzo ormai divenuto vincolante per tutte le emittenti televisive“, ha dichiarato in apertura d’incontro Antonio Catricalà, “ma le norme del 2002 non sono più adeguate al nuovo panorama mediatico ed è necessario che l’insediamento del Comitato ‘Media e Minori’ sia rapido, per perseguire un impegno di natura interpretativa e innovativa del vecchio codice“. Un invito chiaro ad interpretare in maniera diversa tali leggi e a cercare di immaginare una nuova regolamentazione più aderente al presente in continua evoluzione.
Il testo, infatti, è quello sottoscritto nel lontano 2002 e Catricalà ha sottolineato l’urgenza di “Affrontare con rapidità ed efficacia i temi della sicurezza psichica e morale dei minori esposti ai media, innovare il codice e rendere immediatamente operativi gli strumenti di tutela“.
La televisione, nonostante internet e gli smartphone, continua a rappresentare uno strumento di intrattenimento e informazione a cui il pubblico di ogni età, ma soprattutto gli adolescenti e i più piccoli, dedicano una porzione importante del loro tempo. Un recente studio OfCom (l’autorità regolatrice indipendente per le società di comunicazione nel Regno Unito) ha evidenziato che il piccolo schermo è ancora un mezzo tra i più usati dal pubblico di ogni età. Fondamentale diventa allora l’applicazione del Codice di Autoregolamentazione “Tv e Minori”, nato undici anni fa su iniziativa delle emittenti radiotelevisive e poi inserito nella legge Gasparri del 2004.
In tutto questo tempo il panorama dei media si è modificato profondamente, grazie alla convergenza tra internet, rete mobile e tv, con un’offerta di contenuti vasta e diversificata, a cui il minore facilmente accede, spesso senza la presenza di un famigliare. La televisione e gli altri mezzi di comunicazione non sono minacce assolute, anzi, grazie ad essi l’offerta culturale, didattica, informativa e sociale è aumentata a dismisura, ma serve una regolamentazione del settore e una maggiore presenza delle istituzioni affiancate dalle emittenti stesse, dagli attori principali di tale sistema.
“Il comitato doveva ricominciare a lavorare. Ha dei compiti molto importanti da portare a termine. La vigilanza sui mezzi di comunicazione è centrale nel sano sviluppo culturale e sociale del Paese. La tv è una tecnologia utile e allo stesso tempo insidiosa. Dobbiamo indicare il giusto uso della tecnologia“, ha sottolineato Angelo Cardani. “Il comitato è un organo rappresentativo. C’è da identificare i problemi e da prendere, lì dove è necessario, delle misure per intervenire. L’evoluzione del settore è continua e appena si è risolto un problema subito se ne pone uno nuovo. Il codice si basa sull’autoregolamentazione e bisogna che sia applicato a tutto il panorama dei fornitori di contenuti. In tal senso serve un adeguamento del codice all’intera offerta televisiva, nonché delle altre piattaforme di comunicazione elettronica, e un ripensamento del concetto di fascia protetta, visto che viviamo in una società che ha cambiato profondamente abitudini e modelli di consumo“.
Ogni utente, minori compresi, è immerso in un sistema di comunicazione interattivo, partecipativo, condiviso e aperto, in cui è facile costruirsi un proprio palinsesto, in maniera autonoma e indipendente dalle programmazioni classiche delle reti generaliste e tematiche. La presenza del Comitato si fa quindi più urgente, mentre il suo operato diviene necessariamente complesso e articolato. Tre le leve strategiche indicate da Maurizio Mensi, per riprendere subito il lavoro lasciato sul tavolo negli anni, troviamo: Responsabilità, Innovazione ed Educazione.
“Il primo elemento è alla base dell’autoregolamentazione del codice. Occorre proporre una programmazione di qualità, portatrice di valori sani e positivi, così da fornire un valido ausilio alla famiglia, a cui tocca il lavoro più importante in termini educativi“, ha spiegato il presidente del Comitato. “Segue l’innovazione tecnologica , sempre pù veloce, ma da saper gestire. Non dobbiamo rimanere indietro e portare avanti una battaglia di retroguardia, fondamentale è aggiornare il codice e renderlo applicabile alle piattaforme più avanzate di comunicazione, quindi alla multimedialità, l’interattività e le reti sociali, anche in linea con le best practice più recenti e innovative del panorama europeo ed internazionale. In tal senso si faccia riferimento al Libro Verde comunitario sulla Convergenza dei Media“.
Sull’educazione, invece, che Mensi definisce “l’elemento più qualificante e distintivo dell’azione del Comitato“, si dovrà procedere con “una promozione decisa di iniziative di sensibilizzazione dell’uso corretto dei media, rivolte ai minori, alle loro famiglie e al pubblico intero, a partire dalle scuole, dalle associazioni sul territorio e dai CoreCom stessi. Su tali temi, chiaramente, il Comitato valuterà l’efficienza e l’adeguatezza della sua azione“.
Minori non più semplici consumatori passivi, ha affermato Fico, perché nel tempo si è avuta una profonda evoluzione degli stessi a produttori di contenuti mediatici, con una serie di conseguenze anche sul piano legislativo e normativo. “I minori sono in possesso di tablet, smartphone e Pc, con cui comunicano, interagiscono, scambiano dati e informazioni con migliaia di altri utenti sparsi per l’Italia e il mondo. Ciò significa che sono divenuti attori sul mercato globale e protagonisti del cambiamento stesso del concetto di comunicazione e di trasmissione radiotelevisiva. Siamo ormai tutti consumatori, minori compresi, produttori di contenuti e portatori di diritti, con una dignità da tutelare e un’integrità da salvaguardare”.
Nel pensiero espresso dalla Tavola rotonda ospitata dal Ministero, a cui hanno preso parte i principali rappresentanti del mondo dei media, tra aziende pubbliche e privati, grandi e piccoli broadcaster, anche la pubblicità deve adeguarsi al nuovo paradigma delle comunicazioni, aderendo ad un’idea di servizio al cittadino “che sia di qualità, immediata, positiva e ricca di spunti culturali nel rispetto della comunità degli spettatori“, ha ulteriormente precisato Fico.
La prossima scadenza del contratto di servizio pubblico è fissata per maggio 2016, c’è quindi tutto il tempo “per misurarci con gli impegni presi e con le sfide del nostro tempo“, ha infine concluso Catricalà, che si è soffermato ancora sulla natura del Comitato: “Che ha la funzione di mediare tra esigenze delle tv pubbliche e commerciali, tra grandi e piccole emittenti, ma rimane fermo il valore dell’autoregolamentazione e della responsabilità di ogni azienda , che ha come fine ultimo quello di porsi al servizio di cittadini e Istituzioni per il bene e la crescita culturale del Paese“. Un lavoro lungo e difficile, in sostanza, da compiere certamente in stretto raccordo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e i CoreCom, con il fine ultimo di raggiungere il massimo grado di efficacia e di trasparenza.