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Telecom Italia sarebbe pronta ad abbandonare il progetto di scorporo della rete. Lo scrive l’agenzia Bloomberg, citando fonti anonime vicine alla materia. Intanto, il premier Enrico Letta incontrerà a breve il presidente di Telefonica Cesar Alierta.
Il piano di scorporo della rete, caldeggiato dall’ex presidente esecutivo Franco Bernabè, aveva incassato il via libera del cda di Telecom Italia lo scorso mese di maggio. L’operazione al momento è in stand by. La stessa Telefonica, dopo l’operazione che l’ha portata al 66% in Telco, ha rallentato sull’ipotesi di scorporo della rete, che secondo previsioni ottimistiche potrebbe portare fino a 14 miliardi di euro nelle casse dell’azienda. Il carrier spagnolo sarebbe più propenso a privilegiare l’ipotesi di cessione delle attività sudamericane di Telecom Italia, che potrebbe portare in cassa circa 9 miliardi di euro. Secondo Bloomberg, l’abbandono del progetto di scorporo della rete sarà confermato da Telecom Italia in occasione del prossimo cda, fissato il 7 novembre
Intanto, il premier Enrico Letta incontrerà a breve il presidente di Telefonica Cesar Alierta. L’incontro, dato per imminente anche se non c’è ancora una data, è stato confermato da fonti di Palazzo Chigi. Sul tavolo le strategie future di Telefonica, che il Governo vuole conoscere in vista del consiglio di amministrazione di Telecom Italia fissato per il prossimo 7 novembre.
Dopo le dichiarazioni di Enrico Letta, che ieri in occasione del Digital Agenda Annual Forum organizzato da Confindustria, ha dato il suo sostegno alla proposta di Neelie Kores, commissario europeo per l’Agenda Digitale, alla creazione di un mercato unico delle Tlc, sembra che la posizione del Governo rispetto all’operazione Telefonica-Telecom Italia sia favorevole all’integrazione fra le due aziende. Lo scrive il Sole 24 Ore, aggiungendo che quello che resta ancora nebuloso è la modalità in cui l’integrazione diventerà operativa.
Non è chiaro, ad esempio, che intenzioni abbia Telefonica per le attività brasiliane di Tim Brasil, concorrente dell’azienda spagnola in Sud America.
Il consiglio del 7 novembre sarà inoltre l’occasione per la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi di Telecom Italia e per discutere del piano industriale che l’amministratore delegato Marco Patuano sta mettendo a punto. Il nuovo piano conterrà il dettaglio di un programma di contenimento dei costi e dismissioni. L’obiettivo è ridurre il debito di Telecom, che ammonta a circa 29 miliardi di euro.
Sul tavolo ovviamente anche l’ipotesi di scorporo della rete, anche alla luce della crescita sopra il 5% del fondo Blackrock e di Marco Fossati, azionista di minoranza che tramite Findim hanno aumentato le loro quote dopo l’aumento delle quote in mano a Telefonica, che attualmente controlla il 66% di Telco, la holding che controlla Telecom Italia con una quota del 22,4%.
Oggi, la Cassa Depositi e Prestiti ha ribadito che la porta per un investimento nella rete fissa Telecom resta aperta, ma la decisione spetta prima di tutto alla società. Lo ha detto oggi l’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Bocconi. “Sulla rete abbiamo già detto che la porta è sempre aperta – ha detto – Stiamo già investendo con Metroweb, dopo di che aspettiamo le decisioni di una società privata”.
Intanto, Asati scrive al premier Letta, chiedendo lumi sul ventilato incontro con Alierta. In particolare, Asati, “preoccupata dell’endorsement dato da Letta a Telefonica” chiede al premier di “emettere un comunicato a valle dell’incontro sugli esiti e sulla sostanza dell’incontro – si legge nella missiva – data l’alta sensibilità del tema con inevitabili riflessi sul mercato”. Secondo l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, “E’ ormai noto che Telefonica non apporterà, con il rinnovo dei patti Telco, tutti a favore del socio spagnolo, nessuna risorsa finanziaria, ma attuerà dismissioni delle attività di Tim Brasil, ridurrà sensibilmente gli investimenti in Italia con gravi ripercussioni anche sul livello occupazionale e sull’indotto: livelli che vedono occupati in TI ancora 150mila persone”.
Secondo Asati, infine, “il consolidamento europeo del settore si può realizzare non con una operazione ostile palese a tutti, come quella attuale sull’Italia, ma facendo una fusione fra Telefonica e Telecom Italia carta contro carta riconsocendo, secondo tutti gli indici finanziari, un valore di concambio almeno di 1,2 euro ad azione TI”. Ultima richiesta di Asati al premier Letta è “di rendere esecutivo al più presto – si legge nella nota – con un decreto legge affinché la Consob dia indicazioni per l’applicazione della doppia soglia dell’Opa, proposta approvata e richiesta dal Senato a grandissima maggiornaza, in modo da rendere uguali di fronte al mercato sia i soci della scatola di controllo che tutte le minorities che sono 500mila”.