Italia
Parte oggi la #wifiweek, lo “Speciale Key4biz” dedicato alle aziende italiane, quelle giovani e quelle consolidate, che, nonostante la crisi, rappresentano un gioiello del sistema-Paese, perché innovano, perché sono garanzia di qualità del Made in Italy dell’innovazione, perché si affermano all’estero, perché sanno essere competitive.
E, soprattutto, perché hanno scelto di giocare la partita puntando su una tecnologia dalle potenzialità straordinarie: il Wi-Fi.
La mia passione per il Wi-Fi nasce nel 2001 quando un amico in Cisco mi regalò una scheda Wi-Fi PCMCIA 802.11b che andava a 2 Mbps. Aveva le dimensioni poco più piccole di una clava e la sensazione che avevi infilandola nel PC era paragonabile a quella dei pionieri informatici che inserivano le schede perforate nei giganteschi elaboratori mainframe. A dir la verità, in quel momento, non si sapeva bene cosa ce ne saremmo fatti ma ebbi la netta sensazione che quella tecnologia avrebbe cambiato il nostro modo non solo di lavorare ma anche di vivere. Sicuramente, nel frattempo, ha cambiato la mia di vita .
Da quel giorno ho visto il Wi-Fi passare attraverso diversi anatemi per cui doveva perire per fare spazio a tecnologie che, secondo gli analisti, sarebbero state più affidabili e pervasive, prima l’UMTS, poi, dopo qualche anno, il WiMax, a seguire le chiavette USB-3G e adesso la tecnologia LTE, commercialmente conosciuta come 4G, che promette la possibilità di collegarsi ad Internet in mobilità ad una velocità prossima ai 300 Mbps.
Con il passare degli anni il Wi-Fi non solo è sopravvissuto all’affacciarsi di queste tecnologie, che in alcuni casi a loro volta hanno dovuto cedere il passo come per il WiMax, ma si è dimostrata una delle poche tecnologie di comunicazione Wireless in grado di evolversi continuamente affermandosi di fatto come l’unica soluzione sostanzialmente standard in tutto il mondo, economica, semplice da utilizzare e soprattutto, nonostante gli sforzi di molti vendor, libera.
Questo ultimo termine spesso genera fraintendimenti sul suo significato diventando, spesso a sproposito, slogan e bandiera propagandistica che, paradossalmente, rischia di svilirne il vero valore.
Si parla quindi troppo di Wi-Fi libero indicando la possibilità, da alcuni sancita addirittura come diritto costituzionale, di collegarsi ad Internet da più punti possibile a basso o zero costo, grazie infatti alla creazione, a volte quasi anarchica, di punti di accesso, altrimenti chiamati Hot Spot, realizzati proprio grazie al Wi-Fi.
Pochi invece fanno accenno ad un’altra interpretazione del concetto di Tecnologia ad accesso libero ovvero quella legata all’Open Source che, di fatto, attraverso la creazione di gigantesche community di sviluppatori, ha contribuito in modo molto significativo all’evoluzione di questo mercato aprendo peraltro la competizione ai grandi vendor che fino a quel momento detenevano il controllo totale del mercato attraverso la creazione di barriere non solo commerciali ma anche tecnologiche e culturali.
Grazie a queste Community hanno preso vita sofisticati sistemi operativi, come ad esempio la distribuzione Linux OpenWrt, su cui negli anni si sono basati nuovi prodotti e iniziative imprenditoriali che hanno contribuito alla continua innovazione e soprattutto diffusione del Wi-Fi, al punto che uno dei maggiori produttori di chipset Wi-Fi al Mondo, Qualcomm Atheros, ha deciso anni fa di supportare la distribuzione Open Source sancendone così di fatto il successo.
Ma la svolta commerciale è avvenuta con l’adozione del protocollo 802.11 come una delle tecnologie di connessione standard negli smart devices. Questa scelta non solo ha consacrato il Wi-Fi come una tecnologia di comunicazione di massa ma ha radicalmente cambiato il paradigma della connettività alle reti a banda larga portandola da residenziale a nomadica, da un’esperienza sostanzialmente relegata al proprio ufficio e al massimo alla propria residenza, ad una modalità always on o, per lo meno, con connessioni frequenti, prolungate e che possono avvenire in qualsiasi ambiente.
Basti pensare che nel 2001 andavamo in giro per le grandi catene alberghiere a mostrare studi che dimostravano come sarebbero stati fortemente penalizzati da li a 10 anni se non avessero fornito il servizio Wi-Fi ai propri clienti e come risultato i nostri ospiti chiamavano la sicurezza e ci facevano gentilmente accompagnare fuori.
Se fossimo andati in una banca a proporre il Wi-Fi per fornire connettività nelle filiali avrebbero fatto la stessa cosa, ma meno gentilmente ci avrebbero fatti buttare fuori.
Oggi la disponibilità di punti di connettività è sempre maggiore perché cresce in circolo virtuoso con la disponibilità di smart devices, più le persone avranno in mano uno smartphone o un tablet che può collegarsi facilmente al Wi-Fi più richiederanno punti di connessione e, viceversa, più i punti di connessione saranno disponibili più le persone sentiranno il bisogno di avere smart devices per poterli utilizzare. Così stiamo assistendo al proliferare, a volte incontrollato, di reti Wi-Fi e punti Hot Spot anche in luoghi impensabili 10 anni fa come banche, supermercati, ospedali, musei, industrie meccaniche, ecc.
Ma dietro una rete Wi-Fi o un Hot Spot esiste una filiera spesso sconosciuta e fatta da centri di ricerca, produttori di apparati, vendor, progettisti, distributori, installatori, call center, migliaia di persone che lavorano ogni giorno in questo mondo senza fili. Ma gli operatori di questa catena oggi devono riuscire a fare un salto di qualità concependo il Wi-Fi oltre una mera tecnologia a basso costo per la connettività e cominciando a ripensare a innovativi modelli applicativi e di business che questa tecnologia è in grado di abilitare. Come sempre si tratta di fare un uso consapevole delle tecnologie e interpretarle come abilitatori del business e non al centro dello stesso.
Si scoprirà che il Wi-Fi può giocare un ruolo importante all’interno delle strategie di marketing delle aziende, si pensi ad esempio ai grandi retailer, le grandi catene della distribuzione organizzata, che grazie al Wi-Fi possono collegare i propri clienti e comunicare con loro nel punto vendita attraverso quella che sarà sempre più l’interfaccia tra noi e il mondo che ci circonda, il nostro smartphone e il nostro tablet oggi, il nostro orologio, i nostri occhiali, i nostri capi di abbigliamento domani.
Anche nelle imprese, con il diffondersi dell’utilizzo di smart devices per applicazioni aziendali, il Wi-Fi rappresenta un’opportunità unica per aumentare l’efficienza interna consentendo l’accesso continuativo alle risorse aziendali anche in movimento e soprattutto l’utilizzo di innovativi strumenti di comunicazione che applicazioni di Social Enterprise stanno sempre più portando nelle imprese di piccole come di grandi dimensioni.
Infine le Telco cominciano a non vedere più il Wi-Fi come fumo negli occhi ma come un’opportunità per ottimizzare le performance delle proprie reti di nuova generazione ad esempio con le tecnologie di offloading per il decongestionamento del traffico dati sulle reti Broadband mobili con relativa ottimizzazione dell’ARPU.
Ma in particolar modo il Wi-Fi si prepara ad un’altra importante sfida, quella delle applicazioni Internet of Things (IoT) dove si candida come uno degli standard di comunicazione per la creazione di reti sempre più intelligenti in grado di collegare non solo le persone ad Internet, ma anche gli oggetti ad Internet e gli oggetti alle persone.
Quindi il Wi-Fi come opportunità di business, occasione di rinnovamento della propria impresa, creazione di nuovi canali di comunicazione, ottimizzazione di processi aziendali. Una tecnologia ormai da più di 15 anni presente nelle nostre vite, eppur sempre giovane, in crescita e ancora oggi, più di ieri, opportunità per creare, in mercati in continua evoluzione, nuove opportunità, nuove imprese e nuova occupazione specializzata.
Quindi chiudo con una frase che mi viene sempre in mente, mentre faccio gli scongiuri, quando qualcuno lancia qualche anatema sul Wi-Fi : Il Wi-Fi è morto, lunga vita al Wi-Fi!
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