Italia
L’Italia deve accelerare sulle infrastrutture a banda larga, deve cominciare a “prendere sul serio la questione della connettività”. Lo ha affermato stamani il Commissario Ue all’Agenda digitale, Neelie Kroes, intervenendo al “II Italian Digital Agenda Annual Forum”, promosso da Confindustria Digitale per sottolineare come si debba superare il tempo dei burocrati per cominciare a lottare con passione per raggiungere un obbiettivo, quello della crescita della digital economy, imprescindibile per uscire dall’attuale crisi economica.
“Ho bisogno di combattenti, per promuovere la digitalizzazione della società e l’implementazione dell’Agenda”, ha affermato Kroes, sottolineando come il problema dell’Europa – un problema ‘enorme’ – sia “la disoccupazione giovanile, che è al 38%”.
Un problema drammatico per entità e conseguenze, la cui soluzione può trovarsi nella digitalizzazione, in rete, perchè “…tutte le attività, economiche e non, sono toccate dal digitale”.
“Internet – ha aggiunto Kroes – crea 5 posti di lavoro ogni 2 persi. Dieci punti percentuali in più di banda larga porterebbero ad un aumento della crescita tra l’1 e l’1,5%”, senza contare che “presto il 90% dei lavori richiederanno competenze digitali”.
Una risorsa essenziale, quindi, il digitale, per superare gli effetti devastanti che la crisi sta avendo, soprattutto sui giovani: per superare l’attuale stato di paralisi, non servono insomma “discorsi accademici”, ma bisogna dare risposte concrete, per quel che riguarda “il lavoro, le certezze, la speranza”.
Ed è per questo che bisogna rompere gli indugi, accelerare la copertura delle reti a banda ultralarga che in Italia raggiungono ancora solo il 14% delle abitazioni, una percentuale che pone il nostro paese all’ultimo posto in Europa.
Un divario che, come ha spiegato anche Kroes, non è solo infrastrutturale, ma anche ‘culturale’: attualmente, infatti, quasi 4 italiani adulti su 10 non ha mai usato internet.
Si tratta, per il Commissario europeo, di “un grande smacco per la popolazione italiana” ma, per chi volesse vedere il bicchiere mezzo piano, anche “di una grande opportunità da cogliere” per il Paese, che ha tutto da guadagnare dalla crescita della consapevolezza dell’importanza del web tra la popolazione e le imprese.
Un problema, quello delle opportunità – troppo spesso mancate – della digital economy, che non riguarda solo l’Italia ma anche l’Europa nel suo complesso: un Continente che ha idee e talenti, ma non sa trattenerli. Come dimostra, ad esempio, il caso di Glancee, la startup italiana acquistata lo scorso anno da Facebook (Leggi articolo Key4biz) e traslocata nella Silicon Valley.
“Per questo sono contenta che l’Italia abbia posto la digitalizzazione in cima alle priorità, con una nuova Agenzia digitale e un grande Digital Champion, Francesco Caio, che sta spingendo forte su questo tema”, ha detto Kroes, sottolineando come il digitale sia una grande “opportunità per l’Italia per voltare pagina, rafforzare i talenti esistenti e trovarne nuovi”.
La Ue, ha ricordato ancora il Commissario, sta mettendo a disposizione degli Stati membri molti strumenti finanziari per sostenere la crescita dei prodotti e dei servizi digitali. La digital economy, peraltro, sarà anche al centro dei lavori del prossimo Consiglio europeo del 24-25 ottobre.
“Negli ultimi 7 anni, l’Italia ha già programmato progetti ICT per 1,6 miliardi grazie ai fondi strutturali ma – ha aggiunto – nello stato attuale, non c’è abbastanza capacità di pianificazione e implementazione dei progetti ICT e per la banda larga…Risolvete questi problemi, rafforzate la pianificazione e potrete cogliere a pieno i vantaggi dei nuovi fondi strutturali e d’investimento, per i quali l’ICT è un’area prioritaria”.
Così facendo, per la Kroes, “l’Italia potrà rimuovere le principali barriere all’innovazione, alla produttività e alla crescita. Si tratta – ha spiegato – di un’opportunità da non perdere”.
La Ue, ha detto ancora, sta portando avanti proposte sulla eIdentification, per tagliare i costi della banda larga, per assicurare sistemi e reti sicure e solide, per sfruttare al meglio gli Open Data e le tecnologie cloud, nonché per sostenere le competenze digitali necessarie per i lavori del futuro.
“E sono contenta che anche in questo caso l’Italia stia facendo sul serio, attraverso migliore infrastrutture nelle scuole, la condivisione delle risorse didattiche e un maggiore uso dell’ICT nell’insegnamento. E con diversi impegni italiani nella nostra Grand Coalition for Digital Skills”, ha aggiunto, dicendosi lieta del fatti che il nostro Paese abbia riconosciuto l’importanza del mercato unico – di cui si discuterà al Consiglio d’Europa del 24-25 ottobre – e compreso le opportunità in gioco, sostenendo le proposte della Commissione per un Continente Connesso.
“Opportunità – ha aggiunto – che vengono viste dalle menti più progressiste, dinamiche e creative d’Europa, che chiedono un cambiamento, riconoscendo che per uscire dalla crisi dobbiamo investire nel futuro”.
“L’Italia – ha auspicato Kroes- deve dimostrare lo stesso spirito che aveva dimostrato nell’artigianato e riconoscere lo stesso potenziale nell’agenda digitale”.
Spero, ha sottolineato quindi, che “i leader europei si uniscano al premier italiano Enrico Letta e percepiscano a loro volta queste opportunità”.
Una questione, quindi, che esula dal singolo Stato membro e va riportata nel quadro di un mercato europeo che va unificato, per consentire di guardare al futuro in un’ottica digitale. Perché è lì che il mondo sta andando, e non riguarda solo le tlc, ma tutti i settori: dall’informazione alla logistica, dal turismo alla sanità, niente può più prescindere dal passaggio agli strumenti offerti dalla digital economy.
Serve però, ha affermato stamani la Kroes, “il giusto ecosistema di supporto“, perché le reti su cui dovrà prosperare l’economia del futuro non potranno essere costruite se non da aziende che siano “forti e in salute”.
E per fare ciò bisogna uscire dall’ottica delle ‘fortezze nazionali’, come ha detto più volte Kroes, ribadendolo anche stamani: “Oggi, i fornitori di servizi…sono ridotti a cercare profitti su mercati nazionali protetti”. Una situazione che “blocca l’innovazione” e costringe le aziende del settore a “fare affidamento su modelli obsoleti e ormai insostenibili”.
Uno stato di cose che certo non aiuta certo ad affrontare le sfide future, a mettere le basi per nuovi servizi e per le innovazioni di cui abbiamo bisogno per far fronte alla crisi.
E per questo la Kroes ha ricordato che il mercato unico tlc vale un ‘montepremi’ da 110 miliardi di euro l’anno e che un’infrastruttura digitale solida potrebbe portare a un aumento della produttività di 5 punti percentuali.
“E’ tempo – ha detto Kroes – di smantellare le barriere al mercato unico, per cominciare a vedere come la crescita in questo settore può stimolare quella dell’intera economia”.