Twitter: IPO al NYSE, non al Nasdaq. Ecco chi guadagnerà di più dalla quotazione

di Alessandra Talarico |

La società presenta alla Sec anche i dati finanziari del terzo trimestre: crescono i ricavi ma Anche le perdite.

Stati Uniti


Twitter

Twitter si quoterà sul NYSE, non sul Nasdaq come Facebook – il cui debutto in Borsa è stata una déb’cle per il listino tecnologico di Wall Street. La società, che utilizzerà il simbolo TWR, ha intanto comunicato alla Sec i dati finanziari del terzo trimestre, che evidenziano una forte crescita dei ricavi – passati da 82,3 milioni di dollari dello scorso anno a 168,6 milioni – ma anche delle perdite, che passano da 21,7 a 64,9 milioni di dollari.

In aumento anche il numero degli utenti attivi mensili, da 218,3 milioni a 231,7 milioni, il 6% in più rispetto al secondo trimestre e del 39% rispetto allo scorso anno.

Nei primi nove mesi del 2013, i ricavi sono cresciuti del 106% a 422 milioni, ma anche le perdite sono quasi raddoppiate, da 70,7 milioni a 133,8 milioni.

 

In crescita dell’87% anche il numero dei dipendenti nel corso dell’anno, che sono ormai 2.300.

 

Dai documenti presentati alla Sec emerge quindi che ormai il 76% degli utenti del sito accede da un dispositivo mobile – smartphone o tablet – dal 69% di un anno fa e che la quota di ricavi generati da questi dispositivi è cresciuta al 70% nel terso trimestre, dal 65% del trimestre precedente. Il mobile presenta ovviamente molte opportunità per il gruppo, visto che si tratta della piattaforma a crescita più rapida nel panorama delle comunicazioni digitali, ma anche numerose sfide, legate al numero ancora limitato di inserti pubblicitari che possono essere offerti.

 

In crescita negli Stati Uniti a 2,58 dollari da 2,17 dollari del trimestre precedente anche i ricavi pubblicitari per ‘timeline view’, un parametro che la società considera come un indicatore importante delle performance di business, visto che il numero di ads in una singola timeline view è limitato.

 

Quanto alla scelta di quotarsi sul NYSE e non sul Nasdaq, come Facebook, rappresenta una vittoria per il listino, che negli ultimi tempi sta attraendo numerose nuove star della internet economy, come LinkedIn e Pandora.

A pesare sul Nasdaq, i problemi che hanno caratterizzato il debutto di Facebook, in seguito ai quali Nasdaq OMX –  la società che controlla il listino tecnologico di Wall Street – ha dovuto sborsare 62 milioni di dollari come risarcimento per compensare gli operatori di Borsa delle perdite legate all’IPO del social network.

Quella di Twitter, da 1 miliardo di dollari, sarà probabilmente la principale IPO del settore internet consumer sul NYSE, che ringrazia e si dice “grato a Twiiter per la fiducia”. Si tratta, spiega la società in una nota, “di una vittoria decisiva per noi”.

 

Dai documenti presentati alla Sec, infine, si evince anche chi guadagnerà di più da questa IPO: sulla base di una valutazione tra 12-15 miliardi di dollari, saranno in 4 gli investitori che guadagneranno più di un miliardo dalle loro azioni, ma solo uno – Evan Williams – è un co-fondatore.

Il maggiore azionista non è uno dei tre fondatori ma il gruppo d’investimento Rivzi Traverse, la cui quota del 17,5% potrebbe valere tra 2,1 e 2,7 miliardi. Il patron del gruppo – Suhail Rivzi – ha investito anche nelle alter ‘creature’ del fondatore di twitter Jack Dorsey: Square e Flipboard.

La quota di JPMorgan, che attraverso diversi soggetti controlla il 10% della piattaforma, vale tra 1,2 e 1,5 miliardi mentre quelle delle società di venture capitale Spark Capital e Benchmark Capital – che hanno finanziato Twitter quando era una startup – valgono rispettivamente tra 820 milioni-1 miliardo e 790-990 milioni. Dirigenti e amministratori della società possiedono più di un quarto di Twitter, con quote del valore tra 3,1 e 3,8 miliardi.

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