Italia
Continua il trend negativo del mercato ICT italiano, che nel suo complesso segna un calo del 4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando la diminuzione era stata dell’1,3%. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto Assinform, realizzato con NetConsulting, secondo cui il mercato ICT Italiano nel suo insieme (servizi e prodotti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, infrastrutture di rete e contenuti digitali) ha raggiunto a fine giugno un valore di mercato di 32.048 milioni di euro.
All’interno del mercato, le dinamiche sono molto diverse: se infatti il mercato dei servizi di telecomunicazione ha fatto segnare un calo del 9,2% (dovuto, spiega il rapporto, al costante calo delle tariffe), il decremento della componente dispositivi, software e servizi è più contenuto, dell’1,5%.
Tendenza inversa, invece, per contenuti e pubblicità on line (+4,9%) e per i segmenti innovativi (+4,5%).
Tra questi, sottolinea il Rapporto, “in particolare, si evidenzia l’incremento sia della domanda di tutti quei dispositivi digitali che innovano attività tradizionali in collegamento con l’uso del web, come le smart tv, gli e-reader, i navigatori, le fotocamere digitali, sia gli investimenti per le piattaforme software di e-commerce, di social network, “Internet delle cose”, i servizi di cloud computing e relativi data center”.
Dal Rapporto emerge quindi un leggero aumento (+2,4%) dei collegamenti a banda larga per un numero complessivo di 13,9 milioni di accessi, ancora al di sotto rispetto ai principali paesi europei.
Assinform tratteggia pertanto un futuro a tinte fosche dal momento che il ritmo dell’innovazione è ancora troppo lento e in forte ritardo rispetto al resto d’Europa, dove l’incidenza del mercato ICT (che continua marginalmente a crescere a fronte del -4,3% italiano) sul PIL è prossima al 7% mentre in Italia è minore del 5%, con gravi ricadute sul settore ma soprattutto sul mancato sviluppo del nostro sistema economico e produttivo in generale.
“L’innovazione digitale – sottolinea il rapporto – sta penetrando nella società e nell’industria italiana, trasformando modelli di consumo e di business, ma su basi ancora troppo limitate e a ritmi troppo lenti, che impediscono di raggiungere quel livello elevato di pervasività dell’Ict che in altri paesi costituisce la chiave della ripresa dell’economia”.
“Allo stato attuale – prosegue – non esistono i presupposti per un’inversione di tendenza, tanto che le stime di fine anno confermano per il mercato ICT un calo complessivo del 4,3% sul 2012, che per la componente dispositivi, sw e servizi diventa -1,7%, nonostante la crescita dei segmenti innovativi con un trend previsto di 5,2%”. (A.T.)