Italia
#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Se c’è un dato che dimostra quanto Internet abbia ormai cessato di essere un mondo virtuale, e quindi separato dal mondo reale, è il peso delle ricerche “con intento locale” che Google dichiara essere in Italia poco meno di un quarto del totale ed oltre il 40% del volume complessivo se si circoscrivono le queries da smartphone, evidentemente fatte perlopiù in mobilità.
Tale abbondanza di informazioni richiede filtri che facciano emergere i dati rilevanti e che ciascuna piattaforma affronta dando più o meno peso ai seguenti tre fattori:
– fattori reputazionali, legati alla qualità riconosciuta da parte degli utenti a ciascun risultato e a ciascuna azienda;
– fattori soggettivi frutto del comportamento precedente, esplicito ed anche implicito, dell’utente;
– fattori tecnici, effetto di un’azione volontaria di chi gestisce il sito o la presenza digitale.
L’elemento reputazionale è alla base di pressoché tutte le principali piattaforme:
– Tripadvisor, Expedia e la maggior parte delle OTA (“Online Travel Agencies”) privilegiano le strutture che presentano il numero più elevato di recensioni e il miglior rapporto tra recensioni positive e totale delle recensioni e giudicano con più favore i commenti degli utenti maggiormente partecipi della community per limitare l’impatto di contributi estemporanei;
– Google Maps, a seguito dell’acquisizione di Zagat e dell’aggregazione dei risultati di portali di opinioni locali come Yelp, ordina i risultati presenti nei propri database locali (Places e Local) comportandosi nello stesso modo e farà sempre più propria questa logica per via dell’integrazione dei contributi social previsti da Waze e Google Map Maker;
– Le app come Foursquare e i portali come Yelp, Ciao.it ed altri vivono soprattutto della messa in comune di opinioni da parte degli utenti.
L’elemento soggettivo rileva soprattutto da circostanze tecniche (il luogo geografico da cui si naviga), personali (le tipologie di ricerche fatte e di siti visitati) e social (in nuce con il progetto Search Plus Your World) ed adatta i risultati di ricerca ai quali possiamo accedere alla nostra “circostanza”, così come possiamo osservare all’indirizzo www.google.com/ads/preference.
L’elemento tecnico è infine frutto dell’attenzione con cui il gestore di un sito, e più in generale di un’organizzazione presente in Rete, agevola i motori di ricerca a migliorare la percezione della propria rilevanza alle ricerche di carattere locale: lo si può fare agendo sulle keywords posizionate, lavorando su fattori SEO come il file KML e sforzandosi di migliorare la propria popolarità in Rete e sui social media con menzioni di carattere locali.
Di fronte ad una lacuna di indicizzazione locale, resta poi sempre l’opportunità di acquistare pubblicità con targeting locale e sfruttare le estensioni con cui un annuncio adwords può indicare il numero di telefono, la località e persino indirizzarsi a ricerche esclusivamente fatte da smartphone per consentire all’utente di far partire direttamente la chiamata grazie al touch sul numero telefonico.
Se il futuro, come pare, sarà sempre più mobile, allora la conoscenza e la sensibilità al digitale non potrà pertanto che essere progressivamente sviluppata proprio dagli operatori locali come una forma di difesa all’avanzare della grande distribuzione e del commercio elettronico.
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