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Nuove tecnologie e tutela dei consumatori: cittadini alla prova dell’eCommerce. Il ruolo delle Istituzioni e gli strumenti in campo

Italia


In pochi secondi si può vendere e comprare beni in rete e nello stesso frangente di tempo si può incappare in una frode e in una trappola informatica. Il crescente numero di consumatori che regolarmente (o anche saltuariamente) acquista online pone dei nuovi quesiti agli esperti, al legislatore, al regolatore e alle forze di Polizia: come fare in modo che il cittadino assuma maggiore consapevolezza dei suoi diritti, in che modo difenderlo e come sostenere lo sviluppo di un’offerta ‘legale’ dei contenuti digitali anche in Italia.

 

Su tali argomenti si è tenuto a Roma, presso la sede dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), il convegno “Agenda digitale, nuove tecnologie e tutela dei consumatori“, una tavola rotonda a cui hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni, del mondo accademico e delle forze dell’ordine, per affrontare il duplice tema dell’approccio giuridico all’innovazione tecnologica e della tutela del consumatore nei nuovi mercati elettronici.

 

Diversi gli argomenti affrontati: diritti del consumatore, accesso alla rete, diritto d’autore, le diverse declinazioni del commercio elettronico (ecommerce, mcommerce, social commerce, fcommerce), il rapporto tra la disciplina giuridica e l’innovazione tecnologica, il ruolo del legislatore, il rapporto tra autorità indipendenti e le competenze sulla materia.

 

Proprio in questi giorni l’Agcom si sta occupando dello spinoso tema del diritto d’autore, come ha ricordato Raffaele Barberio, direttore di Key4biz e moderatore del dibattito, ma sono tante le questioni su cui confrontarsi, come ad esempio la privacy, la net neutrality, i contenuti digitali, la digital economy, la sicurezza in rete dei consumatori e dei cittadini, la normativa europea e quella italiana, le tipologie di contratto per l’accesso ai servizi, le pratiche commerciali scorrette, il futuro dell’Agenda digitale Italiana e molto altro.

 

In occasione del convegno, è stato inoltre presentato il nuovo volume “La tutela dei consumatori in internet e nel commercio elettronico“, a cura di Emilio Tosi, per la collana “Diritto delle nuove tecnologie” (Giuffrè Editore), fondata e diretta dallo stesso Tosi e Vincenzo Franceschelli. Due tomi a cui hanno collaborato numerosi magistrati, esperti e professori universitari, dedicati ai nuovi mercati dello spazio virtuale, alle nuove modalità di fruizione/consumo dei beni materiali/immateriali e alla tutela dei consumatori in rete.

 

Il nuovo regolamento sul diritto d’autore, peraltro anticipato da un’ampia consultazione pubblica, sta per essere varato, grazie al lungo lavoro dell’Agcom, ha assicurato il commissario Antonio Preto, con l’opportunità di normare un settore molto delicato dell’industria culturale e del panorama dei nuovi servizi di accesso al mercato dei contenuti digitali.

 

Tre gli aspetti chiave evidenziati: i contributi apportati dall’Agcom e dalla Guardia di Finanza nell’adeguamento della scienza giuridica ai nuovi sviluppi tecnologici; la costante attenzione a temi di rilievo teorico, dove la realtà sociale e tecnologica deve essere seguita in maniera costante dalla dottrina; la definizione dei ruoli delle figure istituzionali chiamate all’attuazione del regolamento. Serve un’amministrazione pubblica bene organizzata, con funzioni chiare e definite, in cui rientra anche il diritto d’autore, ha ribadito Preto.

 

Come ha fatto notare Tosi, in un documento relativo al diritto d’autore in Italia, bisogna prendere atto che “l’ennesimo tentativo di regolamentazione si innesta in uno scenario normativo immutato in permanente, ingiustificabile, assenza, nonostante il lasso di tempo trascorso dal primo tentativo di regolazione – risalente al 17 dicembre 2010 – ad oggi, di una norma primaria – idealmente, una nuova Legge sul Diritto d’Autore 2.0 – che estenda espressamente i poteri di AGCom al di fuori del ristretto contesto dei contenuti audiovisivi previsto esplicitamente dal Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR)“. (Qui il testo completo del documento di Emilio Tosi: “Riforma del diritto d’autore digitale e tutela dei contenuti online: una priorità per l’Agenda digitale italiana e comunitaria).

 

Diritto d’autore su cui pesa “l’amnesia” del legislatore italiano, sul punto specifico della tutela dei contenuti digitali che, ribadisce l’autore, “meriterebbe ben altra attenzione in quanto fondamentale fattore strategico, come riconosciuto anche a livello comunitario, di crescita economica“.

 

“L’implementazione dell’offerta legale di contenuti è direttamente collegata alla tutela del consumatore“, ha dichiarato il commissario Agcom Francesco Posteraro, che ha inoltre annunciato un nuovo comitato, con tutti gli operatori, che potrà favorire l’autoregolamentazione. Il provvedimento, approvato a luglio, è stato seguito dalla conclusione della consultazione e ora si attendono le audizioni della parti. Una misura, ha affermato il commissario, che renderà possibile la repressione degli illeciti in maniera più efficace anche nel nostro Paese.

 

Diritto d’autore e tutela del consumatore sono due facce della stessa medaglia, ha spiegato Vincenzo Franceschelli dell’Università di Milano Bicocca, “serve una maggiore protezione ‘ex ante, ex post’, a cui si affianca l’azione preventiva e repressiva della Polizia e della Finanza“. Il consumo dei beni online va invece ulteriormente studiato dalla disciplina, da un punto di vista teorico e pratico, con la distinzione in consumo elettronico di beni fisici in rete (ecommerce) e di consumo digitale di beni immateriali. Nel primo caso, ha sottolineato Alberto Maria Gambino dell’Università Europea di Roma, “abbiamo il commercio elettronico, nel secondo semplicemente internet; due dimensioni correlate del commercio digitale, ma molto diverse e da trattare in maniera diversa, per una corretta diffusione della cultura del consumatore aggiornata al progresso tecnologico“.

 

In apertura di volume, Emilio Tosi spiega bene l’argomento in un lungo saggio, “Contenuti digitali e nuovi consumi: riflessi giuridici dell’innovazione tecnologica sul diritto dei contratti e della responsabilità civile“, aiutandoci a comprendere la distinzione tra beni materiali e immateriali: “Dal consumo di beni materiali acquistati in Internet (abbigliamento, scarpe, computer e smartphone) si è passati, in pochi anni, al consumo, sempre crescente, di beni immateriali (musica, film, suonerie, audiovisivi e software)“.

 

L’autore ha inoltre osservato che “nella nuova era i mercati stanno cedendo il passo alle reti, e la proprietà è progressivamente sostituita dall’accesso. Imprese e consumatori cominciano ad abbandonare quello che è il fulcro della vita economica moderna: lo scambio su un mercato di titoli di proprietà fra compratori e venditori. Nella new economy, il fornitore mantiene la proprietà di un bene, che noleggia o affitta o è disposto a cedere in uso temporaneo a fronte del pagamento di una tariffa, di un abbonamento, di una tassa di iscrizione (…). Il mercato sopravvive, ma è destinato a giocare un ruolo sempre meno rilevante nelle attività umane». Si tratta del fenomeno della società dell’accesso“.

 

Ci sono nuovi ambiti del commercio elettronico, come l’mcommerce o la social commerce, tra cui la Facebook commerce. Ambiti complessi, “in cui profitto, diritto e sicurezza si vengono ad intersecarsi in maniera forte“. Il volume di Tosi restituisce “il quadro di sistema in cui operano le autorità e dove si affrontano diversi argomenti molto attinenti al presente di internet e ai suoi servizi, dove anche la cultura trova posizione, con il diritto d’autore“. “Partendo dal fruitore cittadino, non ancora consumatore e oggetto di interessi economici, è ancora possibile guardare dalla giusta distanza i processi evolutivi del mezzo e del cyber space“, ha specificato Gambino.

 

Tornando invece sul rapporto tra diritto e progresso tecnologico, sulla capacità del primo di confrontarsi con la velocità del secondo, è evidente che il confronto tra Istituzioni e autorità è ancora vivo e soprattutto “stucchevole“, ci tiene ha sottolineare Aristide Police dell’Università di Roma Tor Vergata, un argomento che il libro di Tosi affronta e che inevitabilmente va considerato alla pari degli altri nella comprensione del ritardo italiano rispetto ai partner europei su queste tematiche, “sulle quali pesa un clima di incertezza e di scarsa chiarezza“.

 

Declinato sulla sicurezza dei cittadini/consumatori è stato l’intervento di Antonio Apruzzese, direttore della Polizia Postale, che ha indicato senza mezzi termini la necessità di una maggiore sinergia tra le parti, per un’efficace lotta alla criminalità del web. Per il responsabile della PolPost: “Non esiste più un’infrastrutture che non sia informatizzata e così vale anche per il cittadino, che con la rete, nolente o volente, ha comunque a che fare. Qui nascono rapporti commerciali, sociali, culturali, politici, con conseguenze serie dal punto di vista della sicurezza della persona e delle transazioni. Virus, malware, trojan, ma anche spyware, adware e clickfraud, sono fattori che compromettono il lavoro delle macchine, insidiandone le funzionalità a danno del cittadino e dell’azienda. Fenomeni che rendono il consumatore cittadino sempre più passivo e oggetto di attenzioni commerciali indebite ed illecite“. In questo quadro, ha suggerito Aprizzese, va inserito anche il furto d’identità, “contro cui ancora non c’è uno strumento preciso per limitarne gli effetti devastanti. Serve una maggiore cultura della sicurezza informatica, punto critico da cui partire, perchè molti cittadini non si rendono conto dei pericoli di internet“.

 

Cultura informatica, della rete, del web e del mondo digitale, di cui bisogna temere le minacce, ma allo steso tempo anche saper sfruttare le grandi opportunità di crescita individuale, collettiva, sociale, culturale e certamente economica. Basti pensare, come ha ricordato Barberio, che ancora solo 3 PMI su 10 usano piattaforme di ecommerce, un dato negativo che deve far riflettere.

 

C’è anche da chiedersi chi è oggi il consumatore e che ruolo gioca nel mondo di internet, ha suggerito Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha aggiunto: “Il legislatore che deve accogliere le direttive europee è pigro e più lento rispetto ai tempi previsti. Consumatore non è solo colui che acquista beni e servizi, ma anche colui che agisce, che vive in rete, che vi naviga ed esprime nuove esigenze. Non solo compra, ma spesso vende e questo altera gli scenari. Ogni nuovo device che si diffonde determina nuovi modelli di consumo e fruizione della rete, accompagnati ovviamente  da diverse forme di contraffazione e criminalità. I consumatori non hanno consapevolezza delle proprie azioni, soprattutto per l’ecommerce, finendo per muoversi in zone grigie, spesso cadendo vittime inconsapevoli di raggiri e frodi“.

 

 “In rete siamo consumatori e soprattutto cittadini – ha ancora affermato Franceschelli – Nessuno può essere escluso da quest’ambito, perché è ormai un diritto universale l’accesso a internet. Serve certamente un’informazione diffusa e approfondita per il pubblico della rete, nella sua totalità, per i vantaggi e le minacce dell’universo informatizzato e digitale. Un mondo in cui confluiscono costantemente i contenuti digitali e in cui c’è da regolare il diritto d’autore. Un diritto sacrosanto, su cui però c’è da esprimere qualche riserva, in termini quantitativi, perchè se esteso a tutti i contenuti in rete presto non ci sarà più nulla da consultare gratuitamente e di conseguenza non ci sarebbe più motivo di accedere al web. Serve equilibrio e sensibilità sul tema“.

 

In conclusione della Tavola rotonda è quindi intervenuto l’autore del libro presentato, Emilio Tosi, che ha illustrato il fine del suo lavoro: “mettere in evidenza il nuovo scenario economico e giuridico in relazione al mondo online e del mercato economico unico digitale“. Il Gobal Digital Market è aumentato del 6% a livello mondiale, in controtendenza rispetto ai dati della crisi. “Teoria e prassi” è il leitmotiv che percorre il volume. Il diritto si mostra sempre meno veloce rispetto alla tecnologia, ma molto dipende dal riconoscimento delle competenze: “La tutela dei contenuti digitali è di grande rilevanza, dopo anni di vuoto, a favore di un maggior rafforzamento dei diritti d’autore; ciò che si nota è la latitanza del legislatore, che non interviene per chiarificare sulle esplicite competenze, affrontando direttamente il tema dei contenuti digitali“.

 

Il prossimo argomento che sarà affrontato da Tosi e Franceschelli, nella collana “Diritto delle nuove tecnologie“, sarà dedicato al delicato tema delle tracce digitali che gli internauti lasciano in rete.

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