Italia
L’operazione tra TI Media e il Gruppo L’Espresso ha messo in fermento il mercato televisivo, dando spazio a diverse ipotesi su quelle che potrebbero essere le prossime mosse di Carlo De Bendetti.
Le due aziende hanno siglato ieri un accordo non vincolante per una possibile integrazione tra la controllata TI Media Broadcasting (TIMB) e le attività di operatore di rete di Rete A.
Nascerebbe, spiega una nota, l’operatore leader in Italia sotto il controllo di TI Media, con l’integrazione di 5 multiplex con copertura nazionale su un’unica piattaforma tecnologica digitale (anche Rai e Mediaset hanno 5 mux). L’accordo preliminare avvia il negoziato che, precisa la nota, punta a un’integrazione “nell’ottica di valorizzazione degli asset di entrambi anche attraverso la realizzazione di sinergie industriali“.
I due Cda si sono riuniti e hanno “approvato la prosecuzione del negoziato per la definizione di un accordo definitivo, da sottoporre a tempo debito all’approvazione consiliare”.
TI Media potrebbe, nel giro di un anno, essere smembrata: dopo la cessione a inizio 2013 di La7 e La7D a Urbano Cairo, adesso sul piatto potrebbero finire i pregiati multiplex di TIMB e De Benedetti, che ha recentemente incassato 500 mln di euro dalla vittoria sul Lodo Mondadori, potrebbe farsi avanti in modo determinante e diventare un potente player del mercato tv, visto che è anche un editore e produce contenuti.
Il tutto va anche analizzato alla luce della recente operazione di Telefonica e Telecom Italia. La società spagnola potrebbe, infatti, essere costretta a vendere alcune partecipazioni per cercare di raddrizzare la pesante posizione debitoria. A quel punto L’Espresso si troverebbe in pole position per l’acquisto.
L’operazione di ieri tra TIMB e L’Espresso piace al mercato perché permetterà forti sinergie, ridurrà il debito di TI Media e per il gruppo di De Benedetti valorizzerà asset finora non espressi nei prezzi.
In una nota Mediobanca Securities ipotizza per la nuova società ricavi intorno a 100 milioni e un Ebitda sopra i 50 milioni e immagina una newco controllata al 60-70% da TI Media.
“Per TI Media questa operazione probabilmente permetterà un’accelerazione del processo di riorganizzazione risolvendo parzialmente il problema del debito. Per l’Espresso l’accordo rappresenta l’occasione per cristallizzare il valore delle sue attività nel settore Tv“, si legge ancora nello studio. Gli analisti di Mediobanca Securities non escludono un appeal M&A nel medio-lungo termine in quanto la nuova entità, una volta che il deal sarà completato, potrebbe attirare l’interesse delle emittenti internazionali che vogliono entrare nel mercato italiano con una quota significativa.
Esn/Banca Akros evidenzia il nuovo valore che l’operazione darebbe alle due società in termini di sinergie e di maggiore potere sul mercato; per questo ha alzato il giudizio sull’Epresso a “hold” da “reduce” con target a 1,1 euro da 0,66 euro e ha confermato “accumulate” per TI Media con prezzo obiettivo a 0,11 da 0,09 euro.
Notizia positiva anche per gli analisti di Intermonte perché permette a L’Espresso di valorizzare un asset che il mercato non valorizza (nella somma delle parti degli analisti è valutato 85 miliardi di euro): “Stimiamo che i cinque multiplex insieme possano generare circa 100 milioni di euro di ricavi e 42-45 milioni di euro di ebitda nel 2013 che potrebbe salire a 50 milioni nel 2014 visto che ci sono sinergie industriali”.