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Telecom Italia: Franco Bernabè si è dimesso

Italia


Il Cda di Telecom Italia, il primo dopo l’accordo tra i soci italiani di Telco e Telefonica sul passaggio del controllo del gruppo telefonico agli spagnoli, si è aperto con le dimissioni del presidente esecutivo Franco Bernabè che erano al primo punto dell’ordine del giorno. La decisione sarebbe maturata in seguito ai contrasti con i soci dopo il riassetto di Telco. Il titolo di TI ha chiuso in rialzo dell’1,66% in Borsa a 0,644 euro, dopo aver registrato un andamento altalenante per la gran parte della seduta.

 

Il board di oggi segna la fine di un’era e l’avvio del ricambio dei vertici aziendali: si chiude un ciclo di sette anni che ha registrato un sostanziale contenimento del debito, pur in condizioni di operatività segnate dalle precedenti gestioni e dal clima recessivo e ambientale sfavorevole.

In una nota l’azienda ha espresso “i suoi vivi ringraziamenti a Franco Bernabè per il grande impegno e l’elevato apporto manageriale profuso in questi anni alla guida della società”, ricordando che l’ex presidente “si qualificava come consigliere esecutivo non indipendente, ed era presidente del Comitato Esecutivo. Sulla base delle informazioni a disposizione ex art. 114, comma 7, d.lgs. n. 58/1998, possiede n. 468.000 azioni ordinarie (di cui n. 18.000 indirettamente) e n. 480.000 azioni di risparmio (di cui 30.000 indirettamente) Telecom Italia”.

 

 

Le deleghe di Bernabè dovrebbero passare ad interim al suo vice Aldo Minucci, in qualità di consigliere anziano. Minucci è membro del Cda di Telecom Italia fin dalla privatizzazione del 1997.

All’amministratore delegato Marco Patuano spetta adesso il compito di fare il punto sull’attività degli ultimi mesi, prospettive e strategie da mettere in campo.

 

Intanto, secondo alcune informazioni, ieri si sarebbe definito il compenso che spetta a Bernabè per aver guidato la società dal 2007 a oggi. Per la nomina del futuro presidente si dovrà invece aspettare qualche settimana. Pare che i soci italiani di Telco abbiano già preso contatti con Massimo Sarmi, Ad di Poste Italiane, per definire quale sarà il mandato.

Per Sarmi l’incarico segnerebbe un ritorno nell’azienda telefonica, visto che è già stato direttore generale di Tim nel 1995 e, quindi, nel 1998 ha ricoperto anche la carica di direttore generale della stessa Telecom Italia.

 

Una nomina subordinata alla cooptazione di Sarmi nel board, che in molti danno già come certa ma che comunque non potrà avvenire in tempi rapidi, visto il conflitto di interesse legato al controllo di Poste Italiane dell’operatore Postemobile.

Il manager, la cui esperienza in incarichi operativi sembra essere molto gradita a Telefonica, dovrebbe quindi prima dimettersi da Poste Italiane e poi entrare in Telecom Italia.   

 

Oggi invece Angelo Provasoli, presidente di RCS MediaGroup, dovrebbe fare il suo ingresso nel Cda di Telecom Italia al posto di Elio Catania rappresentante in quota Telco, di nomina Intesa Sanpaolo. Su proposta di Assogestioni è stato selezionato anche il curriculum di Francesca Cornelli della London School of Economics. Spetterà quindi al Consiglio scegliere tra i due nomi.

 

Fuori dal palazzo dove si è riunito il Cda di Telecom Italia, diversi dipendenti dell’azienda hanno espresso la loro preoccupazione per le sorti del gruppo telefonico, dopo l’operazione con Telefonica. Si apprende intanto che domani pomeriggio si terrà un incontro tra Patuano e i rappresentanti dei sindacati di categoria che sono stati convocati dallo stesso amministratore delegato per spiegare le conseguenze del cda di oggi. 

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