Italia
Copyright e libertà d’espressione, è questo il binomio che ha fatto da filo conduttore al convegno ‘Diritto d’autore tra vecchio e nuovo. Il regolamento Agcom e il Parlamento’, che si è tenuto a Roma e che ha visto come moderatore il giornalista Arturo di Corinto e come keynote speaker l’avvocato Fulvio Sarzana, animatore della campagna d’informazione sitononraggiungibile.info sui rischi della Delibera Agcom.
L’evento è stato organizzato dal Gruppo di SEL alla Camera dei Deputati, dal Forum innovatori di SEL, e da un nutrito numero di associazioni del mondo delle imprese e dei consumatori, tra le quali Assoprovider-Confcommercio e Altroconsumo (queste ultime accomunate dall’impulso alla campagna informativa sulla libertà d’espressione sul web).
All’incontro era presente fra gli altri l’ex direttore dell’Ufficio Studi dell’Agcom, Fulvio Ananasso.
Il convegno ha preso spunto dalla regolamentazione sul diritto d’autore in via di introduzione dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (Leggi Articolo Key4biz).
Nel corso della giornata sono state illustrate alcune proposte normative di riforma organica del diritto d’autore alternative all’intervento amministrativo dell’Agcom. Sul tema sono intervenuti avvocati e giuristi, docenti universitari e associazioni di settore per esprimersi in merito agli effetti di una legge sul diritto d’autore che ritengono non essere più al passo con i tempi e di cui si richiede da tempo una riforma parlamentare.
Il tutto è avvenuto a ridosso della scadenza dei 60 giorni di consultazione pubblica indetta dall’Agcom in vista dell’approvazione del Regolamento finale sul copyright, atteso dall’industria cinematografica e discografica che in Italia, per colpa della pirateria, ha subito danni economici quantificabili in circa 600 milioni di euro (Leggi Articolo Key4biz).
La speranza dell’Autorità guidata da Angelo Cardani è che l’approvazione definitiva possa avvenire entro il prossimo novembre. In questo caso, l’entrata in vigore sarebbe prevista per febbraio.
Gli avvocati Fulvio Sarzana e Guido Scorza, oltre a tanti altri relatori, hanno affrontato i diversi temi legati alla repressione della pirateria, ipotizzando un sistema di controllo completamente diverso rispetto a quello immaginato dall’Agcom.
In tal senso è stata presentata una proposta di legge firmata da Francesco Palermo, del Gruppo delle Autonomie, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Verona.
Alla Camera arriverà analogo disegno di legge, annunciato anch’esso durante il convegno, che vede primi firmatari Ivan Catalano, vicepresidente della Commissione Poste della Camera dei Deputati e Mirella Liuzzi, parlamentare del Movimento 5 Stelle e componente della medesima commissione. Entrambi i disegni di legge affrontano la pirateria ma, al contrario della delibera Agcom, distinguono più chiaramente e rigidamente lo scopo di lucro dal non di lucro, salvaguardando gli utenti che attraverso l’inserimento in un UGC (User Generated Content), di un video di pochi secondi, non commettono in realtà un illecito.
“Durante il convegno – dicono gli organizzatori – sono emerse molte idee forti. La prima: assegnare l’enforcement non più direttamente all’Agcom, bensì a un organismo investigativo esterno, si pensa al ministero dell’Interno, in raccordo con la magistratura. Questo per evitare che l’autorità agisca senza ricorso alla magistratura“.
Una battaglia a cui Fulvio Sarzana è particolarmente legato: “Quando un giudice affronta una violazione di copyright – ha dichiarato Sarzana – ha il tempo e gli strumenti per considerare anche il cosiddetto fair use, quelle forme di utilizzo non commerciale che depongono a favore di una depenalizzazione. Per questa ragione accompagniamo questa proposta con la separazione tra scopo di lucro e non: per diminuire la massa enorme di segnalazioni che arriverebbero e permettere una reale lotta contro la pirateria”.
Tra le proposte di legge, che saranno depositate alla Camera, anche quella di Stefano Quintarelli, deputato di Scelta civica, incentrata però sul follow the money, vale a dire ‘seguire il denaro’, per andare direttamente a colpire non il singolo utente ma le grandi piattaforme che con la pirateria fanno i quattrini.
Nel suo intervento Nicola D’Angelo, magistrato ex commissario Agcom, ha espresso perplessità sulla competenza giuridica dell’Authority in merito al potere investigativo e giudiziario che il Regolamento le concede.
D’Angelo ha riferito testualmente di ritenere l’Agcom “…priva di qualsivoglia giustificazione giuridica” in grado di conferire i poteri di repressione sul diritto d’autore sul web.
Lo stresso magistrato ha citato l’esempio della regolamentazione sulla net neutrality della FCC americana, fermata dal Congresso degli Usa perché priva della necessaria copertura normativa e perché la regolamentazione amministrativa senza l’approvazione del Congresso avrebbe potuto rappresentare un pericoloso precedente.
Molto ferma la posizione di AIIP (Associazione Italiana Internet Provider). Il suo presidente, Paolo Nuti, si è soffermato sui poteri di intervento delle autorità sui pirati recidivi, come quello che prevede il taglio della connessione internet, spiegando: “In via pregiudiziale, AIIP considera non delegabili ad una autorità amministrativa interventi di intercettazione (Deep Packet Inspection) e interruzione delle comunicazioni che l’articolo 15 della costituzione demanda esclusivamente all’Autorità Giudiziaria”.
“In subordine, e sempre in via preliminare, se anche si volessero – secondo un uso e abuso purtroppo invalso – equiparare tali interventi a sequestro della stampa o altri mezzi di comunicazione, anche in questo caso (articolo 21) eventuali interventi sarebbero comunque soggetti a revoca se non validati entro le 24 ore dall’Autorità Giudiziaria”.
Secondo Nuti, “l’indicazione, nel progetto di delibera, di demandare la “rimozione selettiva” di un contenuto a un indistinto soggetto (“prestatore di servizi intermediari”) non solo è in contrasto con la direttiva 2000/31/CE, ma implica il ricorso da parte di fornitori di accesso e di hosting a tecniche di Deep Packet Inspection, non solo in contrasto con il citato articolo 15 della Costituzione e la Protezione dei Dati Personali, ma anche con il diritto e la Giurisprudenza (i due casi SABAM) comunitari”.
Per quanto detto, ha concluso Nuti, “AIIP ritiene che Agcom, al fine di salvaguardare quanto di buono contiene il provvedimento in termini di promozione della diffusione delle opere e di informazione agli utenti, debba modificare le definizioni di cui all’articolo 1 e l’articolo 9 del provvedimento al fine di chiarire al di sopra di ogni dubbio che qualsiasi richiesta di intervento di rimozione deve essere diretta esclusivamente al “soggetto responsabile” della violazione e non ai fornitori di servizi”.
Analoghe riflessioni sono state fatte da Dino Bortolotto, Presidente dell’Associazione Assoprovider-Confcommercio che ha posto l’accento sulle conseguenze economiche della forma di repressione adottata dall’Agcom e sulle conseguenze in ordine ai diritti degli utenti di una repressione adottata nel giro di poche ore.
Sulla stessa linea anche Altroconsumo, che ritiene che nella bozza di Regolamento dell’Agcom si rilevano “…crassi profili di incostituzionalità“.
Per maggiori informazioni: