Privacy, i Garanti lanciano l’allarme ‘appificazione’: ogni giorno 30 mila nuove app

di Raffaella Natale |

I Garanti Privacy mondiali riuniti a Varsavia hanno adottato un Programma per promuovere l’educazione digitale e una Dichiarazione sui rischi delle app: ‘E’ fondamentale che gli utenti continuino ad avere il controllo dei propri dati’.

Italia


Antonello Soro

I Garanti Privacy del mondo hanno varato un piano per l’educazione digitale con ben otto Risoluzioni e un’importante Dichiarazione sul mondo delle app. Di particolare interesse quella, sostenuta con forza dal Garante italiano Antonello Soro, con la quale la 35ma Conferenza internazionale sulla privacy (23-26 settembre) – che ha visto riunite a Varsavia le Autorità garanti per la protezione dei dati di tutto il mondo – ha adottato un programma comune che impegna i governi a promuovere  l’educazione digitale di tutti i cittadini, senza distinzione di età, esperienza o ruolo rivestito (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il programma fissa cinque principi:

  1. Assicurare una protezione particolare ai minori nel mondo digitale;
  2. Garantire una formazione permanente sulla tecnologia digitale;
  3. Raggiungere un giusto equilibrio tra opportunità e rischi presenti nella tecnologia digitale;
  4. Promuovere il rispetto degli utenti;
  5. Diffondere un pensiero critico sull’uso delle nuove tecnologie.

 

A sostegno di questi principi i Garanti dei diversi continenti hanno individuato anche quattro obiettivi operativi:

  1. Promuovere, nell’ambito dei programmi di alfabetizzazione digitale, una educazione sulla privacy;
  2. Giocare un ruolo nella “formazione dei formatori” in materia di protezione dei dati personali;
  3. Sviluppare settori particolarmente innovativi, specialmente nel campo della “privacy by design”;
  4. Formulare raccomandazioni e buone pratiche sull’uso delle nuove tecnologie a favore di genitori, insegnanti, minori, aziende.

 

Le altre Risoluzioni hanno riguardato una serie di importanti questioni: la necessità che imprese e governi assicurino la massima trasparenza nel trattamento dei dati dei cittadini; l’esigenza che l’attività di profilazione si basi su una preliminare valutazione di impatto-privacy, garantisca trasparenza agli interessati e ponga particolare attenzione alla tutela dei minori; l’attenzione da porre ai rischi legati più in generale al ricorso crescente al tracciamento della navigazione sul web (web tracking), che deve essere reso più trasparente ed ispirarsi ai principi detti di “privacy by design”; l’obiettivo di pervenire ad un maggiore coordinamento tre le Autorità per aumentare l’efficacia delle attività di enforcement; la necessità di adottare un piano strategico di azione per il biennio 2014-2015 finalizzato innanzitutto alla creazione di una rete globale di regolatori; la necessità di un accordo internazionale vincolante che salvaguardi i diritti umani attraverso un corretto equilibrio tra sicurezza, interessi economici e libertà di espressione.

 

La Conferenza ha anche adottato una dichiarazione sui rischi e le sfide posti dal crescente uso delle app tanto da permettere di parlare di una vera e propria “appificazione” della società. I Garanti lavoreranno per promuovere la consapevolezza in materia in vista del prossimo appuntamento mondiale a Mauritius. ‘Sono ormai onnipresenti – si legge nella nota -. Le troviamo su smartphone e tablet, sulle auto, in casa e fuori’. Le app ammontano a oltre 6 milioni e il numero aumenta “di oltre 30.000 unità al giorno’.

 

Per i Garanti “è fondamentale che gli utenti abbiano e continuino ad avere il controllo dei propri dati. Devono poter decidere quali informazioni condividere, con chi condividerle e per quali finalità. A questo scopo, devono disporre, anche all’interno delle app, di informazioni chiare e comprensibili sui dati raccolti, prima che abbia inizio la raccolta effettiva di tali dati“, no a “elementi nascosti, nessuna raccolta di informazioni effettuata in modo occulto e non verificabile”.

I pericoli ci sono, a loro avviso, anche perché “spesso gli sviluppatori di app non conoscono le implicazioni associate alla loro attività in termini di privacy“, mentre i “sistemi operativi e le piattaforme app più diffusi permettono, in realtà, di configurare alcune impostazioni relative alla privacy, ma non consentono agli utenti di avere il pieno controllo dei propri dati personali”.

 

Per i Garanti “occorre che si tenga conto dei requisiti di privacy fin dalle fasi iniziali di messa a punto di un’app. In tal modo, la privacy può apportare anche benefici in termini di competitività perché consente di accrescere la fiducia dell’utente. Gli sviluppatori devono stabilire con chiarezza quali informazioni siano necessarie per il funzionamento dell’app, e devono garantire che non siano raccolti dati personali ulteriori senza il consenso informato dell’utente”.

 

Anche ai “fornitori di sistemi operativi competono specifiche responsabilità con riguardo alle rispettive piattaforme”.

 

Le Autorità per la privacy hanno sottolineato la necessità di instaurare un dialogo con i fornitori di sistemi operativi al fine di garantire che le rispettive piattaforme operino secondo i principi basilari del data protection.

“Non vogliamo rovinare la festa agli utilizzatori di app – ha indicato – ma bisogna evitare ogni abuso dei dati personali. Se le attività volte a promuovere migliori prassi in termini di privacy si riveleranno non sufficientemente efficaci, le Autorità saranno pronte ad applicare le norme di legge nel quadro di un impegno globale a riaffermare il pieno controllo da parte dell’utente”.

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