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I servizi di comunicazione sviluppati dagli OTT – quali WhatsApp, Skype e WeChat – continueranno a drenare ricavi dalle casse degli operatori telefonici. E’ quanto emerge dallo studio ‘OTT Services Blow Up the Mobile Universe. Operators Must Act Now!’, condotto da Mobilesquared per conto di Tyntec, secondo cui il mercato delle comunicazioni ‘Over The Top’ varrà 53,7 miliardi di dollari nel 2017, dagli attuali 7,9 miliardi.
Il successo di questi servizi, trainato dalla crescente diffusione degli smartphone, è una vera spina nel fianco per gli operatori tlc: solo Skype, rivela lo studio, ‘costa’ all’industria telecom 100 milioni di dollari al giorno, o 36,5 miliardi l’anno.
Skype, calcola Mobilesquared, è utilizzato quotidianamente da 280 milioni di persone che generano un traffico pari a 2 miliardi di minuti al giorno
Per il 43% degli operatori, il servizio – che dal 2011 è stato acquisito da Microsoft – rappresenta una minaccia concreta ai loro ricavi.
Ma Skype non è il solo a impensierire le telco: WhatsApp è cresciuto in un anno del 233% e conta attualmente 300 milioni di utenti. Il numero di messaggi inviati negli ultimi 12 mesi è cresciuto da 2 a 10 miliardi al giorno.
I mercati in cui è più forte l’utilizzo dei servizi di comunicazione OTT sono la Cina, gli Usa, il Brasile, l’India e la Germania, che complessivamente contano 624,1 milioni di utenti, pari al 67% della base utenti globale.
Il 14% degli operatori intervistati sottolinea come per via dei servizi OTT i ricavi da messaggistica siano scesi di oltre il 21% lo scorso anno, con un quinto delle telco che sostiene che questi servizi sono già utilizzato da oltre la metà dei loro clienti.
Tra gli altri dati emersi dallo studio risulta che il numero di operatori che non ha registrato un calo dei ricavi da messaggistica è passato dal 62% del 2012 al 36% quest’anno.
Quale soluzione, quindi, per frenare questa emorragia? Secondo José Garcia di Tyntec, “gli operatori mobili devono agire adesso per far fronte al continuo sgretolamento dei ricavi da messaggistica. Lavorare in partnership con gli OTT invece che bloccare i loro servizi o farli pagare di più sembra una strategia vincente”.