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Con 475 voti a favore e 3 astenuti la Camera ha approvato la re-istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta contro la contraffazione.
Grande soddisfazione per Deborah Bergamini (Pdl), prima firmataria della proposta di legge per l’istituzione della Commissione e già vicepresidente della stessa nella scorsa legislatura.
“Nella passata legislatura – ha dichiarato la Bergamini – la Commissione ha svolto un ottimo e utile lavoro d’indagine su fenomeni dagli elevati costi sociali ed economici come la contraffazione e la pirateria in campo commerciale; fenomeni di cui il Made in Italy è una delle vittime principali. I danni causati dalla contraffazione, tanto più in un momento di crisi economica e occupazionale, sono incalcolabili e mettono in seria difficoltà la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. Per questo è importante che il Parlamento continui il lavoro iniziato a sostegno e protezione del Made in Italy e, quindi, dell’intero sistema Italia”.
Importante provvedimento quello approvato ieri a larga maggioranza dalla Camera che va anche nella direzione di un maggiore impegno del Parlamento nella lotta alla pirateria digitale di cui la Commissione si è ampiamente occupata.
Il tutto avviene a ridosso della scadenza dei 60 giorni di consultazione pubblica indetta dall’Agcom in vista dell’approvazione del Regolamento finale sul diritto d’autore online, atteso da tempo dall’industria cinematografica e discografica che in Italia, per colpa della pirateria, ha subito danni economici quantificabili in circa 600 milioni di euro (Leggi Articolo Key4biz).
La speranza dell’Autorità guidata da Angelo Cardani è che l’approvazione definitiva possa avvenire entro il prossimo novembre. In questo caso, l’entrata in vigore sarebbe prevista per febbraio.
Ovviamente a un’attenta analisi il Regolamento predisposto dall’Agcom presenta punti di forza e aree che potrebbero essere migliorate, come indica Luciano Daffarra, avvocato dello Studio Daffarra d’Addio & Partners, in un articolo a sua firma pubblicato da Key4biz (Leggi Articolo).
Una proposta altrettanto interessante è quella di Fabio Macaluso, grande esperto della materia, nel libro intitolato ‘E Mozart finì in una fossa comune’, con la prefazione di Aldo Grasso. Una sorta di ‘esperimento editoriale’, in quanto realizzato non da uno ma da sette editori scientifici: Giuffré, Edi. Ermes, Guerini, Egea, McGraw-Hill, Pisa University Press e Urbaniana University Press.
Macaluso suggerisce di rafforzare l’informazione, fornire regole chiare e sanzioni per chi persevera nelle violazioni. Senza tralasciare ovviamente l’ampliamento dell’offerta legale: i broadcaster che, per esempio, non rendono disponibili i propri contenuti in rete saranno più colpiti dalla pirateria.
L’obiettivo dell’Agcom è di predisporre un Regolamento flessibile che scoraggi le grosse infrazioni, ma non commetta l’errore di stritolare il singolo utente.
La stessa Bergamini, in occasione dell’audizione a luglio di Cardani nella IX Commissione
della Camera, aveva ribadito l’importanza di lavorare sulla qualità e quantità dell’offerta legale: “Se non partiamo da questo, qualsiasi altro intervento sarebbe dannoso per la nostra industria culturale“.
L’industria culturale italiana risulta essere una delle più colpite dal mercato del “falso”, secondo le stime contenute nella ricerca realizzata dal Censis per conto del Ministero dello Sviluppo Economico.
I numeri parlano chiaro: sul fronte dell’audiovisivo l’allarme arriva dai dati dell’ultima ricerca IPSOS (2012), secondo cui l’incidenza della pirateria in Italia è del 37% con danni all’intero comparto audiovisivo stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno. In merito al mercato musicale, secondo uno studio elaborato da Tera Consultants, l’impatto della pirateria nel settore discografico è pari a 300 milioni di euro di mancato fatturato generati per il 90% dalle varie forme di distribuzione e condivisione illegali su internet. Per quanto riguarda il nascente mercato degli ebook, si osserva come la messa a disposizione in “formato pirata” di un libro avviene pochissimi giorni dopo la pubblicazione del contenuto legale, e questo rende chiaramente indispensabile l’allestimento di misure atte a prevenire e contrastare il fenomeno.
Più in generale l’industria creativa soffre una contrazione in termini di posti di lavori, pari a oltre 22 mila unità solo in Italia, con una perdita stimata di 1,4 miliardi di euro.