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Tv locali, il MiSE fissa i criteri per l’assegnazione delle frequenze residue e disponibili

Italia


Il Ministero dello Sviluppo economico ha individuato dei criteri trasparenti e non discriminatori per assegnare le frequenze residue e disponibili.

Nella nota il Mise spiega che per frequenze residue si intendono quelle pianificate dall’Agcom per le Tv locali e non assegnate tramite diritto d’uso ad alcun soggetto in un determinato bacino. Mentre per frequenze disponibili si intendono quelle non pianificate dall’Autorità, ma temporaneamente libere e utilizzabili su base non interferenziale,  previo esclusivo consenso formale della stessa Agcom.

 

I soggetti interessati, si legge nella nota, inclusi quelli che hanno presentato precedente istanza di estensione o variazione della frequenza oggetto del diritto d’uso senza conseguire, alla data del presente atto, il provvedimento finale da parte della DGSCER (Direzione Generale Servizi di Comunicazione Elettronica e Radiodiffusione), anche relativamente alle suddette istanze, potranno presentare domanda di assegnazione esclusivamente per una specifica frequenza residua alla DG Servizi di Comunicazione Elettronica e Radiodiffusione del Dipartimento per le Comunicazioni del MiSE.

 

L’altra copia va indirizzata alla DG Pianificazione e Gestione dello Spettro Radioelettrico entro 30 giorni dalla pubblicazione sul sito del Ministero  di una  tabella contenente le frequenze residue, suddivise per regioni e province.

E proprio oggi Aeranti-Corallo, l’associazione che rappresenta tv e radio locali, ha chiesto che il Governo valuti forme di indennizzo per le piccole emittenti televisive che a seguito del passaggio al digitale hanno dovuto dismettere le frequenze di trasmissione o che hanno ricevuto l’assegnazione di frequenze interferite.
Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, ha evidenziato l’esigenza “che il Governo e il Parlamento, per quanto di rispettiva competenza, valutino di prevedere, nella prossima legge di stabilità per il 2014, forme di indennizzo per le imprese televisive locali che, a seguito del passaggio al digitale abbiano subito un azzeramento o un ridimensionamento della propria copertura radioelettrica originaria”.
“Si tratterebbe – ha concluso Rossignoli – di una misura doverosa a favore di soggetti che hanno dovuto cessare o ridimensionare la propria attività dopo decenni di trasmissioni”.

L’asta d’assegnazione delle frequenze televisive dovrebbe invece chiudersi per l’inizio del 2014, ma si resta ancora in attesa il benestare della Commissione Ue che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, almeno stando a quanto dichiarava prima della pausa estiva il Viceministro dello sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà (Leggi Articolo Key4biz), ricordando che “Tenuto conto che, dal momento della condivisione del bando e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dovrà trascorrere almeno un mese per la presentazione delle domande di partecipazione, almeno un altro per la verifica delle stesse, più un altro ancora per l’avvio effettivo della gara, è molto probabile che le operazioni finiscano per chiudersi all’inizio del 2014″.

 

Gli schemi di bando e di disciplinare predisposti in base al regolamento dell’Agcom sono stati inviati l’11 giugno scorso ai competenti Commissari Ue Joaquim Almunia per la Concorrenza e Neelie Kroes per la Digital Agenda.

“Si tratta di un impegno – ha chiarito Catricalà – preso nel 2009 dal Governo italiano nell’ambito della procedura d’infrazione ancora aperta”.

 

Nelle prossime settimane dovrebbero avviarsi anche i lavori per predisporre un nuovo regolamento sulle Tv locali che riguarderà il processo di liberalizzazione della banda 700 MHz, definendo tempi e modi per garantire un efficace processo di razionalizzazione ed evitare l’eccessivo spreco di risorse frequenziali.

Catricalà s’è impegnato a valorizzare l’emittenza locale, per “renderla competitiva in un contesto multipiattaforma”.

 

 

Per maggiori approfondimenti:

Determina del 24 settembre 2013

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