iPhone, il Governo francese indaga sulle pratiche commerciali di Apple

di Alessandra Talarico |

Nel mirino le presunte clausole vessatorie volte a favorire le vendite di iPhone. Sulle stesse direttrici sta indagando anche la Commissione europea.

Francia


Apple

Le autorità francesi hanno avviato un’indagine sulle relazioni tra Apple e gli operatori telefonici, per far luce sulle condizioni imposte dal gruppo californiano per la distribuzione degli iPhone.

Secondo le fonti citate dal sito internet BFMTV, l’inchiesta, condotta dalla direzione della concorrenza e della repressione delle frodi (DGCCRF), è stata aperta su richiesta dei ministri  Pierre Moscovici (Economia), Arnaud Montebourg (Sviluppo economico) e Fleur Pellerin (Economia digitale).

 

Apple approfitterebbe infatti della forza del suo marchio e dell’appeal che esercita sui consumatori per imporre condizioni e clausole volte a escludere i produttori concorrenti dal mercato smartphone.

 

Queste condizioni sono, ovviamente, top secret e gli operatori hanno l’obbligo di non divulgarle. Ma nel 2008 sono emerse nell’ambito di un’indagine antitrust e sarebbero ancora tutte in essere.

Innanzitutto, Apple impone un prezzo massimo, che limita il margine degli operatori sulla vendita degli iPhone. Questo margine, riferisce il sito francese, si attestava all’8,5% nel 2008 e nel corso degli anni sarebbe ulteriormente diminuito.

Il gruppo californiano obbligherebbe inoltre gli operatori a finanziare campagne pubblicitarie incentrate quasi esclusivamente sull’iPhone – spot in cui il nome dell’operatore compare brevemente solo alla fine – e molto dispendiose. Orange ha indicato nel 2008 di aver speso 7,8 milioni di euro.

Ma, soprattutto, gli operatori devono impegnarsi a favorire l’iPhone rispetto agli altri smartphone, con sovvenzioni sull’acquisto “superiori al 20%” di quelle proposte sugli altri dispositivi.

 

Più o meno sulle stesse direttrici si sta muovendo anche la Commissione europea, che a maggio ha avviato un’inchiesta preliminare incentrata proprio sui termini di distribuzione inclusi nei contratti. Anche Bruxelles vuole appurare se Apple abbia obbligato le telco ad acquistare un numero minimo di iPhone, se abbia imposto restrizioni all’uso dei budget destinati al marketing o se abbia inserito nei contratti delle clausole volte ad assicurare che le sovvenzioni per l’acquisto degli iPhone fossero sempre più vantaggiose rispetto a quelle offerte per altri smartphone.

 

Le vendite legate ai contratti con gli operatori hanno generato oltre la metà dei 55 miliardi di fatturato registrato da Apple nell’ultimo trimestre dello scorso anno.Nel 2011, le compagnie telefoniche europee hanno raddoppiato la spesa per l’acquisto in ‘stock’ dei dispositivi a 13 miliardi di euro, il che vuol dire che la spesa per sovvenzionare l’acquisto degli smartphone è stata addirittura superiore a quella affrontata per l’aggiornamento delle reti. A livello globale, secondo i dati di Bernstein Research, la spesa per i sussidi all’acquisto è crescita del 40% dal 2009 al 2011, per raggiungere 48,5 miliardi di dollari (Leggi articolo Key4biz).

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