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Connected cars: dai servizi di navigazione all’accesso remoto. Accelera la corsa alla conquista dell’abitacolo

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Oltre il 20% dei veicoli venduti nel 2015 includeranno soluzioni di connettività e, entro il 2025, ogni auto sarà dotata di un qualche tipo di connessione internet. Non a caso, di recente Forrester Research ha definito l’automobile il “quarto ambiente distinto per l’informatica” oltre l’ufficio, la casa e gli ambienti aperti (grazie a smartphone e Wi-Fi).

Ma, nel mondo delle ‘connected car’, chi sarà a beneficiare dei dati raccolti dai sistemi di connessione delle auto?

È questa la domanda posta a 5 esperti del settore Roger Lanctot (Strategy Analytics); Michael Schraut (BMW); Martin Rosell (WirelessCar); Marc Necker (Daimler) e Pavan Mathew (Telefónica Digital) – nell’ambito del white paper ‘The Connected Car in Europe: Gaining market share with telematics’.

 

Quattro esperti su 5 tra quelli intervistati, si sono detti d’accordo sul fatto che saranno i costruttori a beneficiare dei dati raccolti dalle applicazioni di connettività integrati nei veicoli. Resta da vedere come e se riusciranno a sfruttare questi dati per ottenere introiti extra dai servizi di riparazione o dalla vendita di accessori.

 

Su quali siano le applicazioni per le quali i consumatori saranno disposti a spendere, le opinioni sono contrastanti, a conferma del fatto che il mercato è in piena evoluzione, ma un punto fermo c’è ed è molto importante: gli utenti sono sempre più attratti dai sistemi di navigazione connessa, quelli cioè che consentono di conoscere in tempo reale gli aggiornamenti sul traffico e le informazioni di viabilità.

Le applicazioni di accesso remoto come Volvo On Call, che permette al guidatore di bloccare/sbloccare le serrature o di regolare le impostazioni del climatizzatore, sono al secondo posto tra i servizi per i quali i consumatori sono disposti a pagare. (A.T.)

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