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Chi lo doveva dire a due ex regine della telefonia mobile che nel giro di poco più di 6 anni le loro fortune si sarebbero rovesciate in maniera così irreversibile? Prima Nokia, che da leader incontrastata del settore, è finita sotto l’ombrello Microsoft, già suo partner dal 2011, che l’ha acquistata per 5,44 miliardi di euro. Poi BlackBerry che, dopo mesi di tentativi di rilancio, ha firmato una lettera di intenti con un consorzio guidato dalla finanziaria Fairfax, che ha messo sul piatto 4,7 miliardi di dollari.
Un destino simile, quello di Nokia e BlackBerry, due stelle che hanno perso il loro splendore appena sul mercato della telefonia mobile si è affacciato il fu Steve Jobs. Sono passati solo 6 anni, ma sembra un’eternità, da quando l’iPhone fece il suo debutto sul mercato. A un anno dal lancio, Apple già gridava al record, con 1 milione di iPhone 3G venduti in 3 giorni.
Lo stesso avvenne per il modello successivo, l’iPhone 4, che in 72 ore venne acquistato da 1,7 milioni di adepti. Steve Jobs lo definì “il maggiore successo nella storia di Apple”.
All’epoca, BlackBerry ancora non era consapevole di quello che sarebbe stato il suo destino: in fondo, le sue vendite non andavano ancora così male visto che riusciva a eguagliare le vendite dell’iPhone in 5 giorni.
Ma da ieri la storia ha assunto contorni che non lasciano più adito a dubbi e anche i ‘vecchi’ record della stessa Apple impallidiscono di fronte ai 9 milioni di nuovi iPhone venduti: oggi come oggi, per vendere lo stesso numero di BlackBerry ci vogliono 31 settimane.
E così, come è stato per Nokia, anche BlackBerry si avvia a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e non sarà un capitolo dolce, visto che in previsione ci sono 4.500 licenziamenti e perdite operative per quasi un miliardo di dollari.
La speranza è, ovviamente, quella di riuscire a invertire la tendenza recuperando qualcosa dell’antico splendore, ma lontano dalla Borsa.
Purtroppo, come ci ricorda anche la storia di un altro ex numero uno del settore come Palm, difficilmente una piattaforma che perde appeal agli occhi del pubblico, lo riconquista solo cambiando di proprietà. Con Palm ci aveva provato HP, nel 2010: dopo averla pagata 1,2 miliardi di dollari non ci fu altro da fare che seppellire il marchio.
BlackBerry ha dalla sua il successo senza eguali nel settore delle email e su questo potrà (ri)costruire le sue fortune nel settore business, concentrandosi su questa nicchia e abbandonando i sogni di gloria di primeggiare ancora nel mercato consumer che – a meno di sconvolgimenti ancora inimmaginabili – per lungo tempo ancora continuerà a essere un duopolio di fatto tra Apple e Samsung, seguito a distanza da Nokia-Microsoft che, come ha ammesso lo stesso Coo del gruppo di Redmond, Kevin Turner, ha ancora parecchio lavoro da fare per riagguantare il duo di testa.