Destinazione Italia: via libera del governo al Piano per attirare i capitali esteri

di Raffaella Natale |

Road show nelle principali piazze finanziarie, prima tappa Wall Street. Necessario, però, riformare il sistema Iva: secondo Eurostat nel 2011, 36 mld di euro ‘persi’.

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Enrico Letta

“Con ‘Destinazione Italia’ parte il piano di privatizzazioni“, ha commentato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, durante la conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri di oggi.

Si tratta di un piano, ha spiegato, “di attrazione degli investimenti a cui diamo molta importanza, ci sarà una consultazione pubblica con soggetti istituzionali e pubblici, è importante dare un segno forte al mondo di coloro che sono interessati a fare investimenti economici e finanziari”.

L’Italia, ha aggiunto il premier, ha un drammatico bisogno di investimenti esteri: “Abbiamo scarsa capacità di attrazione e cifre troppo basse di investimenti diretti. Noi vogliamo che questa attrattività cresca”.

 

Il piano include 50 misure, molto secche e semplici, per risolvere i problemi più grossi che le imprese incontrano venendo in Italia. Anche quello della criminalità organizzata: nel piano, ha anticipato Letta, c’è un capitolo dedicato al Mezzogiorno, in cui si indica “come accompagnare gli investitori di fronte all’aggressione implicita o esplicità della criminalità“.

 

Il “percorso” prevede una “versione 0.5” del piano Destinazione Italia, il cui testo è stato “aggiustato” in Cdm, ha spiegato ancora il premier, che sarà ora sottoposta a una “consultazione pubblica” con soggetti istituzionali e pubblici che durerà circa 2-3 settimane, per poi tornare in Consiglio dei ministri ed essere approvato in via definitiva “con i contributi che saranno arrivati dai vari soggetti pubblici, privati e istituzionali”.

 

Cominceremo – ha indicato Letta – anche un road show nelle principali piazze finanziarie ed economiche, la cui prima tappa sarà l’incontro a Wall Street la prossima settimana, a cui seguirà una tappa nei Paesi del Golfo il 7-8-9 ottobre“.

 

Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che il nostro Paese non ha paura della globalizzazione, “anzi vogliamo stare in questo sistema, con un modello che non è né l’outlet, in cui si svende tutto a poco prezzo, né forte Apache, in cui si difende con le unghie e coi denti tutto ciò che è italiano“.

 

Domani il Consiglio dei Ministri approverà la nota di variazione al Def». Con il Piano “inizia un percorso di privatizzazioni” che riguarderà “cose che è giusto privatizzare perché non sempre privato è meglio del pubblico“, come si è visto in esempi passati.

In ogni caso, ha concluso Letta, Destinazione Italia “non guarda solo all’estero, ma anche gli investitori italiani che vogliono ritornare in Patria”.

 

Il Ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha poi illustrato i dettagli del piano, spiegando che viene così definita una policy organica con l’obiettivo di favorire gli investimenti esteri.

La missione fondamentale, ha osservato, è di “accompagnare gli investitori esteri e di far in modo che diventi facile investire nel nostro Paese, sia dal punto di vista fiscale che normativo”, cercando di sciogliere quella che per molti è una giungla “inestricabile”.

“Ma anticipo – ha proseguito Zanonato – che molte misure favoriranno anche gli investimenti interni”.

“Le consultazioni che si faranno sia con la parte istituzionale, penso alle Regioni, sia con le parti sociali e le associazioni degli imprenditori – ha puntualizzato – saranno un momento di grande confronto”.

 

Tra gli obiettivi del Piano c’è anche quello “di agevolare gli investimenti in ricerca e sviluppo”; “semplificare la normativa fiscale, favorire un’interlocuzione rapida tra chi vuole investire e il sistema che poi chiederà di pagare le tasse. In modo che siano prevedibili le tasse da pagare. Questa misura è nella delega fiscale e quindi dovremo attuarla con una certa rapidità”.

 

Sull’IVA, il presidente del Consiglio ha risposto ai cronisti sul previsto aumento che l’argomento non è stato affrontato nel Cdm di oggi: “Non ne abbiamo parlato in Consiglio dei Ministri, ci saranno altre occasioni per parlarne”.

 

E proprio sull’Iva arriva oggi dalla Ue una notizia poco piacevole per il nostro Paese: con oltre 36 miliardi di euro ‘persi’ nel 2011, l’Italia è di gran lunga lo Stato di tutta l’Unione europea ad accusare il maggior divario in termini assoluti tra entrate attese e quelle effettivamente incassate. Un problema generalizzato in tutta l’Ue, che secondo uno studio pubblicato dalla Commissione europea, mette in rilievo sia la necessità di combattere l’evasione fiscale, sia quella di riformare l’intero sistema dell’Iva. Problema che nella penisola raggiunge proporzioni più elevate della media. Stando ai calcoli della Commissione, basati su dati Eurostat, nel 2011 in Italia erano attesi 134,7 miliardi di euro dall’Iva, mentre ne sono stati incassati solo 98,5.

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