Stati Uniti
È senz’altro l’IPO più attesa dopo quella di Facebook: l’imminente sbarco in Borsa di Twitter – con la presentazione dei documenti alla SEC – è stata annunciata ieri, ovviamente con un tweet: ‘Abbiamo presentato in via confidenziale il documento S-1 alla Sec per l’IPO. Questo tweet non costituisce un’offerta per eventuali titoli in vendita’, ha comunicato l’azienda ieri intorno alle 17:00, per poi aggiungere, ‘Now back to work’, ora torniamo al lavoro.
La conferma ufficiale, insomma, dopo mesi di indiscrezioni, che a breve toccherà al sito di microblogging più amato dai potenti della terra – dal Papa a Barack Obama – debuttare a Wall Street. L’operazione sarà gestita da Goldman Sachs, che ha ‘battuto’ la rivale Morgan Stanley diventando lead underwriter dell’IPO.
Sulla base del prezzo delle azioni sul mercato privato, il valore del social network si attesta tra 13,7 e 14,4 miliardi di dollari. Al momento dell’IPO il suo valore potrebbe toccare i 15 miliardi.
La società non ha però al momento l’obbligo di divulgare la propria situazione finanziaria, essendo il suo fatturato inferiore a 1 miliardo di dollari.
Obbligo che scatterà tre settimane prima dei ‘road show’ in cui svelerà i suoi dati agli investitori potenziali.
Gli utenti attivi mensili di Twitter sono 200 milioni (età media 37,3 anni), con 175 milioni di tweet postati mediamente ogni giorno nel 2012 – saliti a circa 400 milioni quest’anno – e una media di 307 tweet per utente. Ogni utente ha in media 51 follower. Sul sito di microblogging sono presenti 123 capi di Stato. Il messaggio più retweettato è stato “Four more years” di Barack Obama (819 mila retweet). Sempre la rielezione di Obama ha toccato il picco di tweet al minuto (oltre 327 mila). 9,66 milioni il numero di tweet durante l’apertura dei Giochi olimpici di Londra.
Forte di questi numeri, secondo eMarketer, nel 2014 Twitter dovrebbe archiviare un fatturato pubblicitario di 950 milioni di dollari, contro i 582,8 milioni registrati quest’anno. Il miliardo di dollari sarà ampiamente superato nel 2015, 1,33 miliardi per l’esattezza.
Queste stime non tengono conto della recente acquisizione da 350 milioni di dollari della startup MoPub, specializzata nella gestione delle inserzioni pubblicitarie sui dispositivi mobili, attraverso cui il sito punta a rafforzarsi nel settore del mobile advertising. Già quest’anno, più della metà delle entrate pubblicitarie (53%) saranno generate dall’accesso al sito da dispositivi mobili. Una percentuale che solo fino a due anni era quasi nulla, e che nel 2014 dovrebbe superare il 60%.
Le indiscrezioni su un’imminente quotazione del social network hanno ripreso quota a maggio, quando il gruppo ha assunto Cynthia Gaylor di Morgan Stanley alla carica di responsabile dello sviluppo aziendale.
Gaylor ha lavorato come advisor per Facebook, Netflix, LinkedIn e Zynga e molti analisti hanno visto in questa nomina i presupposti di un’accelerazione del progetto di quotazione, considerato un passo quasi obbligato per la società di microblogging, lanciata nel 2006 a San Francisco da Jack Dorsey, attuale presidente.