Europa
Un nuovo studio di PricewaterhouseCoopers mette ancora una volta l’accento sulle difficoltà per gli operatori telefonici europei di rientrare negli investimenti effettuati nelle nuove reti e nell’acquisto delle licenze.
Per creare valore per gli azionisti, spiega PwC, il ritorno sul capitale investito (ROIC) deve superare gli oneri finanziari che, per il settore tlc, si attesterebbero attualmente a circa l’8-9%. Negli ultimi tre anni, però, il ritorno sugli investimenti per gli operatori europei è invece sceso al di sotto del costo del capitale.
“Come conseguenza della regolamentazione del settore e dell’intensa concorrenza, gli operatori non sono stati in grado di raggiungere ritorni adeguati negli ultimi tre anni”, spiega la società di consulenza.
Uno scenario opposto a quello degli Usa, dove gli operatori sono in una posizione molto più forte. Questo – ha spiegato il diretto di PwC Simon Harris – “è dovuto in parte alle differenti dinamiche competitive del mercato americano: in Europa ci sono oltre 100 operatori fissi e mobili controllati da 40 gruppi mentre negli Usa gli operatori principali sono solo 4 e il settore del cavo si sta muovendo verso il consolidamento”.
A rischio, secondo PwC, anche la capacità di rientrare negli investimenti per le reti 4G.
Solo per le licenze, gli operatori hanno speso circa 15 miliardi di euro, una cifra decisamente inferiore ai 115 miliardi spesi per le licenze 3G.
Nell’era degli smartphone, il valore che gli utenti attribuiscono a questa tecnologia è molto più elevato, quindi – in teoria – ci sarebbe maggiore propensione a pagare di più per i servizi.
Tuttavia, conclude Harris, la vera questione è: gli operatori potranno applicare tariffe adeguate a garantire un ritorno economico?
Nello scenario attuale, caratterizzato da una forte concorrenza, probabilmente no ed è proprio per questo che gli operatori stanno chiedendo alla Ue di consentire una maggiore concentrazione nel settore.