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Decreto del Fare, De Vincenti (MiSE): ‘Passo avanti verso la ripresa economica’

Italia


Via libera alla Camera al Decreto del Fare che incassa 344 voti favorevoli e 136 contrari dopo l’ostruzionismo del M5s che tentava di far slittare l’esame a settembre. Due giorni fa, il governo aveva incassato la fiducia posta sul provvedimento, per evitare l’esame della mole di quasi 500 emendamenti (inizialmente 800) depositati dai gruppi (Leggi Articolo Key4biz).

Il Decreto passa ora all’esame del Senato e deve essere convertito in legge entro il 21 agosto.

 

Claudio De Vincenti, Sottosegretario allo Sviluppo economico, ha commentato che “L’approvazione, da parte della Camera, del Decreto Fare è un passo avanti importante che fa giustizia dell’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle, un ostruzionismo condotto contro l’interesse degli Italiani“.

“Il DL – prosegue De Vincenti – contiene infatti misure importanti per riaprire al nostro Paese prospettive di ripresa economica, quali il sostegno agli investimenti delle imprese in impianti e macchinari, l’ampliamento delle possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese, la possibilità di attivare contratti di sviluppo a sostegno di crisi aziendali anche nel Centro Nord, l’afflusso di risorse a progetti di investimento infrastrutturali rapidamente cantierabili, l’ampliamento del credito d’imposta per infrastrutture, le norme in materia di semplificazioni e quelle per accelerare la giustizia civile”.

 

Il Sottosegretario ha, infine, ringraziato i presidenti e tutti i componenti delle Commissioni della Camera che “con il loro lavoro hanno migliorato e rafforzato queste e altre misure contenute nel decreto” e ha concluso sostenendo: “Siamo sicuri che, come sempre, anche il Senato lavorerà sul provvedimento con analogo spirito costruttivo”.

L’approvazione del provvedimento è stata accolta tra gli applausi dai banchi della maggioranza.

Intanto l’ostruzionismo dei deputati del M5s si è spostato in commissione Affari costituzionali dove è in esame il Ddl sulle riforme che i grillini chiedono di far slittare a settembre. I parlamentari M5S starebbero, infatti, organizzando il blocco dei lavori della commissione, pianificando interventi a raffica di tutti i deputati del gruppo alle sedute. La riunione del gruppo sta valutando anche altre iniziative ostruzionistiche da mettere in atto.

 

Il Decreto del Fare contiene diversi provvedimenti legati alla realizzazione dell’Agenda digitale come la controversa norma sul Wi-Fi.

 

Le disposizioni sulla liberalizzazione del Wi-Fi, sebbene l’accordo raggiunto in extremis per risolvere quello che poteva essere un grande ‘pasticcio’, non sono piaciute a tanti, sia per le ragioni inerenti la privacy degli utenti (cfr. Quel pasticciaccio sul Wi-Fi: un testo che rischia di far poco per voler far troppo) che per aspetti più tecnici che coinvolgono gli operatori (cfr. Il Futuro del Wi-Fi? Non si fa per Decreto!).

Questo significa che probabilmente il testo subirà successive modifiche al Senato e dietro indicazioni della Commissione Ue, determinando ulteriore ritardo.

 

Altro aspetto, sul quale si continua a discutere, è la decisione del governo di ridurre di 20,75 milioni (su 150) gli stanziamenti per la banda larga, per evitare di tagliare le risorse per le Tv locali. A completare le fonti di finanziamento sono arrivate anche una decurtazione alle dotazioni di alcuni ministeri (Economia, Lavoro e Affari esteri) e una riduzione di 18,9 milioni al fondo per alleggerire l’Irap sugli autonomi.

 

Un provvedimento che ha determinato una forte protesta tanto da spingere Roberto Sambuco, Capo Dipartimento Comunicazioni del Ministero per lo Sviluppo economico, a twittare: ‘Chi permette il taglio dei fondi x la #bandalarga e x eliminare il #digitaldivide non può più permettersi di parlare di #agendadigitale’.

 

Ma la situazione sembra essersi placata dopo che Catricalà ha assicurato che le risorse tolte alla banda larga per coprire parte delle misure del Decreto del Fare verranno ripristinate nella Legge di stabilità (Leggi Articolo Key4biz).

“Era una copertura che bisognava trovare – ha spiegato il Viceministro – dobbiamo recuperare i 20 milioni per la banda larga tagliati per necessità” perché “non possiamo tornare indietro su promesse fatte e questo sarà fatto assolutamente nella legge di stabilità”.

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