Scorporo rete, Franco Bernabè: ‘Progetto complesso e costoso, non può gravare solo sulle spalle di Telecom Italia’

di Alessandra Talarico |

In audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato, anche il viceministro Catricalà è intervenuto sul tema della governance Opac: ‘dovrà essere tale da non suscitare sospetti di parzialità’.

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Franco Bernabè

Lo scorporo della rete di Telecom Italia ha tenuto banco, stamani, al convegno ‘Il futuro della rete. La grande sfida delle telecomunicazioni’, dove hanno trovato spazio le posizioni del Governo, del regolatore e, ovviamente, dell’operatore storico.

Tutte le parti hanno convenuto sull’importanza e la strategicità dello spin-off per il futuro del sistema-Paese e il presidente Telecom Italia, Franco Bernabè, dal canto suo, ha ribadito che proprio in virtù della complessità e degli ingenti costi, il progetto non può “gravare solo sulle spalle” dell’azienda.

Data anche la cronica mancanza di una politica industriale, che pesa come non mai nel nostro Paese – indietro in tutte gli ambiti dello sviluppo digitale – la societarizzazione della rete, ha detto Bernabè, risponde alla necessità di innovare, di uscire dall’immobilismo e di “modernizzare il Paese”. E per questo è necessario convergere su un progetto comune: “C’è bisogno – ha aggiunto – che la politica capisca e sostenga e che l’autorità Agcom partecipi nell’autonomia dei ruoli”, così come è altrettanto importante il supporto “di tutte le forze attive e positive del Paese”.

 

Lo spin-off domani incasserà quasi sicuramente il via libera preliminare dell’Agcom, che a settembre, stando a quanto dichiarato dal Commissario Antonio Preto,  potrà dunque avviare l’analisi di mercato sull’accesso.

Quanto alla decisione dell’Agcom di tagliare i prezzi dell’unbundling, Bernabè ha ribadito che l’Autorità “fa quello che ritiene giusto e i livelli giurisdizionali decideranno, ma ha ragione Antonio Preto quando dice che mai si poteva immaginare che l’avremmo fatto strumentalmente come oggetto di negoziazione. Sarebbe stato un insulto alla nostra intelligenza e alla nostra disponibilità”.

 

Sul tema dello scorporo, del quale aveva parlato già stamani, è intervenuto di nuovo nel pomeriggio anche il viceministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà in audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato.

Nel suo intervento, che ha toccato anche temi inerenti la questione delle frequenze Tv, Catricalà ha ribadito quanto affermato ieri anche dal presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella, e cioè che la governance della nuova società in cui confluirà la rete “dovrà essere tale da non suscitare sospetti di parzialità”.

Il Governo, ha sottolineato il viceministro, considera lo scorporo un’operazione “utile, sufficiente, non scontata…che conclude un lungo processo di liberalizzazione del settore”.

In conformità con le direttive europee, lo spin-off garantisce “la neutralità degli input e la parità di accesso” e anche il perimetro “sembra adeguato perchè si tratta di uno spin off di tutta la parte che costituisce monopolio naturale di Telecom che inizia dallo stadio di linea e arriva fino alle abitazioni dei cittadini italiani”.

Quanto al valore ‘fisico e di avviamento’ della rete, questi dipenderanno anche dalla regolazione tariffaria: “prevedibilità e stabilità della tariffazione” sono essenziali, ha aggiunto, “per assicurare un ritorno per gli investitori soprattutto nella fase iniziale”.

 

Quanto, infine, all’ingresso della CDP – sul quale in mattinata si era espresso anche l’ad Giovanni Gorno Tempini – Catricalà ha affermato che “la rete gestita da una società terza, se avrà il contributo di un’importante realtà come CDP, potrà svolgere al meglio la sua missione di adeguamento dei nostri standard a quelli europei della banda larga e ultra larga rispettando gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europa 2020”.

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