Europa
La positiva reazione dei mercati alla notizia della cessione di E-Plus (KPN) a O2 (Telefonica) conferma come anche gli investitori apprezzino il consolidamento nei mercati nazionali come base per una ripresa di un settore quanto mai in difficoltà.
A metà mattinata il titolo di Telecom Italia guadagna più del 4%, con oltre 62,5 milioni di pezzi scambiati a fronte di una media a 30 giorni di 88 milioni, per poi chiudere in crescita del 5,4% a 0,40 euro. Telefonica sale del 3,07% (10,40 euro) a Madrid e KPN chiude a +2,83% dopo aver toccato rialzi fino al 9%.
Le società tlc stanno spingendo molto sul tema del consolidamento ‘in market’, ossia delle fusioni tra operatori attivi in uno stesso paese, spesso bloccate dall’antitrust nazionale ed europeo per evitare eccessiva concentrazione di mercato. Queste operazioni però, secondo l’industria, sono necessarie per superare l’attuale frammentazione, che impedisce alle aziende di raggiungere la scala necessaria per competere ‘ad armi pari’ con i competitor asiatici e americani.
In una lettera indirizzata al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, i Ceo dei principali operatori europei – denunciando che la situazione finanziaria di un terzo degli operatori mobili europei è diventata ‘insostenibile’ – hanno chiesto proprio un allentamento delle norme che bloccano le fusioni; la rimozione dell’accesso all’ingrosso alle reti a banda larga fissa ai concorrenti e la fine della ‘disparità di trattamento’ delle aziende hi-tech che sfruttano scappatoie fiscali per non pagare le tasse.
Per quanto riguarda nello specifico la situazione di Telecom Italia, oltre ai conti trimestrali che saranno presentati il 1° agosto, il mercato è in attesa della decisione finale sul progetto di scorporo.
Ieri, a margine di un incontro a Bruxelles con il Commissario Neelie Kroes, il presidente Franco Bernabè ha chiarito che entro la fine del mese la società avrà gli elementi necessari per stabilire se il progetto potrà andare avanti o meno.
Secondo gli analisti di ICBPI, “…le dichiarazioni di Bernabè dovrebbero allentare i timori di una possibile rinuncia all’operazione di scorporo. La decisione finale resta strettamente legata alla definizione del nuovo sistema regolatorio”.
Lo spin-off è stato al momento ‘congelato’ in seguito alla decisione dell’Agcom di tagliare il prezzo dei canoni di accesso che i concorrenti pagano per usare la rete Telecom. La società vuole verificare che permangano i presupposti sulla base dei quali è stato deciso di avviare l’operazione: nel corso di un’audizione alla Camera, infatti, lo stesso Bernabè ha sottolineato che è essenziale che lo scorporo sia incanalato nel percorso definito dal commissario Kroes, che in merito agli incentivi per gli investimenti in fibra ha puntualizzato tre direttrici: “stabilità dei prezzi in rame, non orientamento al costo per gli investimenti sulla fibra e stabilità del quadro regolatorio al 2020”.
L’Autorità guidata da Angelo Cardani sta al momento conducendo un’analisi preliminare del progetto e potrebbe esaminare il dossier al prossimo Consiglio del 25 luglio.