Italia
Necessario intervenire con una riforma sul diritto d’autore. A ribadirlo è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini, in audizione davanti alla commissione Affari costituzionali del Senato.
“C’è bisogno senz’altro – ha osservato – di un intervento riformatore ampio ed esteso che consenta la modernizzazione dell’istituto del diritto d’autore, che fa ancora riferimento alla legge del 1941. Si tratta di una buona legge, che ha resistito fino ad oggi, ma oramai altra è la filiera vendita-distribuzione e altra la tutela necessaria nell’era digitale. Oggi, infatti, registriamo una fortissima attenuazione delle tutele”.
Riguardo alle linee programmatiche che riguardano l’editoria, il Sottosegretario ha dichiarato che è stato già convocato un “tavolo di crisi con tutti i soggetti della filiera” che si riunirà nuovamente il 25 luglio per esaminare uno schema di intesa sugli interventi a sostegno del settore, ben sapendo, ha aggiunto Legnini, che “i vari interessi non sono collimanti“.
“Entro fine mese – ha indicato – vorrei pervenire a un’intesa complessiva, e se entro quel termine verrà una proposta dalla commissione Affari costituzionali del Senato, il governo avrà tutto il materiale necessario per approntare uno o più interventi normativi”.
Legnini ha, però, tenuto a fare alcune precisazioni: “Va bene il sostegno pubblico al processo di trasformazione delle aziende editoriali, ma gli editori devono farsi carico di sostenere l’innovazione col sostegno all’ingresso di giovani alla professione”.
Ha poi fornito alcuni numeri che evidenziano lo stato di difficoltà dell’industria: “I dati più recenti relativi all’editoria quotidiana e periodica lo testimoniano chiaramente la flessione delle vendite di giornali e di periodici ha raggiunto negli ultimi cinque anni il 22%. Ad essa si è accompagnata una contrazione del fatturato delle imprese editoriali pari al 14% tra il 2008 ed il 2011. Ancora più vistoso è il crollo degli introiti pubblicitari su tutti i mezzi d’informazione cartacea, che ha raggiunto quasi il 50% dall’inizio della crisi ad oggi”.
Gli unici dati di segno positivo, ha rilevato Legnini, sono quelli che segnalano la crescita del volume di vendite dell’editoria online. Le copie digitali vendute via web superano ormai le 185mila unità al giorno. Anche i ricavi delle vendite di quotidiani online, nonostante la dimensione ancora contenuta rispetto a quella della carta stampata, sono in constante crescita, con un’incidenza che nei gruppi editoriali di maggiori dimensioni ha superato la soglia del 5,5% sul fatturato complessivo.
Tra le forme di sostegno pubblico alle aziende editoriali, che stanno attraversando una fase di grande crisi, il Sottosegretario ha ipotizzato anche “qualche forma di sostegno alle startup innovative”. Dalle forme d’intervento incrociato “verrebbe fuori un pacchetto molto interessante, insieme a una ridefinizione del quadro economico complessivo“.
“E’ convincimento tanto diffuso, quanto infondato, che nel nostro paese esista ancora oggi un regime di aiuti al sistema dell’editoria nazionale generalizzato e finanziariamente rilevante. La realtà è invece molto diversa da come rappresentata. I grandi giornali d’informazione non sono più destinatari di alcun contributo diretto“, ha detto Legnini.
“Le preesistenti agevolazioni tariffarie postali, in parte finanziate dallo Stato – ha aggiunto – sono state per legge “sospese” dal 30 marzo 2010 e fino a tutto il 31 dicembre 2013″.
Persiste, invece, ha proseguito, il regime di agevolazione dell’Iva sui prodotti editoriali, sia sotto il profilo dell’aliquota, che della forfettizzazione, ma è stato anch’esso in parte ridimensionato con la soppressione dell’agevolazione Iva per la vendita dei prodotti editoriali collaterali, disposta dal decreto-legge n. 63 del 2013. Oggi, all’attuale regime di contribuzione diretta – che interessa un numero comunque circoscritto di testate – sono destinate risorse finanziarie pubbliche, pari a circa 95,7 milioni di euro per l’anno 2013. Una dotazione che è destinata a ridursi ad appena 55 milioni di euro annui a decorrere dal 2014, stando alle previsioni del bilancio pluriennale dello Stato a legislazione vigente.
Per dare un’idea dell’effettivo ridimensionamento dell’intervento pubblico, ha sottolineato il Sottosegretario, basti pensare che se nel 2006 le risorse destinate complessivamente al comparto editoria ammontavano a circa 700 milioni di euro (tra contribuzione diretta, indiretta, convenzioni Rai e Agenzie di stampa), per il 2013 la dotazione finanziaria del comparto è pari ad appena 187 milioni di euro e scende a 144 milioni nel 2014.
“Occorre, inoltre, dissolvere l’opinione, tanto infondata quanto resistente ad ogni evidenza – ha proseguito Legnini – in base alla quale il sostegno pubblico al sistema dei media sia una prerogativa italiana. In ogni democrazia sviluppata i governi compiono sforzi enormi per promuovere il pluralismo culturale ed informativo. Francia, Spagna, Germania, Finlandia, Belgio, Svezia e Regno Unito offrono in vario modo un sostegno al sistema dei Media per motivi economici e sociali, nella convinzione che l’andamento del mercato, in questo settore, non può considerarsi sufficiente a garantire, da solo, un adeguato livello di pluralismo e di indipendenza agli organi di informazione”.
Legnini ha poi indicato che le agenzie di stampa che sono destinatarie di un corrispettivo che andrà in scadenza a fine anno, stanno subendo una trasformazione molto positiva nel senso dell’innovazione. E ha assicurato che resteranno i contributi per le agenzie di stampa: “Penso che questo intervento debba essere mantenuto, introducendo qualche forma di orientamento all’innovazione”.
“L’obiettivo – ha precisato – è comunque quello di favorire lo sviluppo di nuovi prodotti e piattaforme multimediali, in grado di competere con le migliori offerte presenti nel mercato internazionale. In ogni caso, quale che sia la prospettiva, è opportuno dotare questo specifico ambito di intervento di una base normativa più certa e moderna”.