Anfov: come monetizzare la banda larga mobile? Ecco le strategie di telco e broadcaster per competere con gli OTT

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Gli OTT crescono e le telco si dibattono fra la diminuzione dei ricavi e la ricerca di nuovi modelli di business. L’analisi per Anfov di Augusto Preta di IT Media Consulting, che aprirà il prossimo Osservatorio dell’Associazione.

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Tempi duri per le telco. Hanno fondato il loro business su voce e dati e oggi si trovano di fronte a modelli di consumo in continua evoluzione.

“Il valore si sta spostando in altri livelli della catena del valore, se non addirittura in mercati differenti”, scrive Augusto Preta, amministratore delegato di It Media Consulting, nel nuovo paper di Anfov dedicato ai servizi convergenti che sarà a breve disponibile sul sito.

 

Le società di Tlc con la loro infrastruttura di rete rimangono la base di un sistema che ha visto l’entrata di numerosi nuovi player in forte crescita, mentre le Tlc vedono diminuire costantemente la telefonia fissa e prendono atto della situazione di maturità di quella mobile. “Ma la sfida forse più grande – osserva Preta – deriva dalla monetizzazione di nuovi servizi come la banda larga mobile”. All’aumento del volume di traffico tramite smartphone e Internet key non corrisponde però una crescita comparabile dei ricavi.

 

Il paper di Preta vuole essere solo il primo di una serie di contributi che l’Associazione intende fornire per contribuire al dibattito sui temi inerenti le sfide presenti e future dei player del mercato. Questa forma di comunicazione, più veloce e diretta, si aggiunge ai classici incontri con la presentazione dei lavori degli Osservatori, i quali rimangono i contesti operativi per eccellenza in cui si misura la capacità di analisi di scenario, confronto e proposta tradizionalmente espressa dall’associazione.

 

Nelle 18 pagine del documento, l’amministratore delegato della società specializzata nei new media, descrive il vecchio modello di business che poggiava sull’integrazione verticale (il proprietario della rete controlla i servizi veicolati facendosi pagare) con un modello di ricavi one-side-market nel quale il mercato a monte rappresenta i costi (l’acquisto degli apparati) e quello a valle i ricavi (i servizi all’utente finale).

 

Con l’avvento di Internet questo modello di business è andato in crisi perché il mercato è diventato two-side visto che gli operatori offrono servizi gratuiti o a prezzi bassi e ottengono ricavi dalla pubblicità.

 

Con lo sviluppo del mobile l’infrastruttura di rete ha assunto maggiore importanza spingendo le telco a investire e a combinare voce,video e dati. Il modello triple play ha però già fatto il suo tempo lasciando il campo alla competizione con gli over the top che “sfruttano” gli investimenti nella rete da parte delle telco non pagando dazio e guadagnando con i loro servizi.

 

Facebook, Twitter e Youtube sono i nomi più importanti di operatori molto differenti tra loro al punto che, scrive Preta, “la definizione e il perimetro dei servizi convergenti non è univoca e varia in funzione della prospettiva che si adotta”.

 

Preta passa in rassegna le differenti tipologie di servizi dal VoIP all’Internet tv fino ai social network esaminando i modelli di business. C’è chi si basa sulla pubblicità, chi punta sul freemium e chi invece va dritto al pay, l’abbonamento o il pay as you go.

 

Modelli differenti che partono da una base comune. “Gli over the top hanno saputo sfruttare la possibilità di fornire servizi senza disporre di infrastrutture di rete e il vantaggio della scala globale”. 

E le telco, come rispondono? Oltre a lamentarsi dei ricavi che scendono qualcuno sta cercando strade nuove. Telefonica, per esempio ha acquistato il social network spagnolo Tuenti e nel 2010 ha lanciato un servizio di Mvno (mobile virtual network operator) sempre con lo stesso marchio del social network per cercare di massimizzarne il valore attirando un target differente.

 

British Telecom sta esplorando invece il settore dello smart metering (i contatori intelligenti), mentre Maygar telecom, il più importante provider ungherese, è entrato nel mercato delle utility stringendo accordi di distribuzione wholesale con E.On. per gas ed elettricità. In Olanda l’operatore mobile virtuale Blyk, in collaborazione con Vodafone, offre ai clienti pacchetti di telefonte e sms gratuiti se accettano di ricevere pubblicità.

 

Esempi di strategie innovative, di nuovi percorsi che non coinvolgono solo le società di Tlc. Anche per i broadcaster, conclude la sua analisi Augusto Preta, Internet non può essere considerata un’opzione, ma una componente che sempre di più deve entrare a fare parte delle strategie.

I programmi devono essere fruibili su più piattaforme, on demand, perché la Tv del passato non esiste più. Ma anche qui la monetizzazione tramite pubblicità al momento non è sostenibile e la correlazione tra social network, ascolti e ricavi da pubblicità si è dimostrata più complicata del previsto.

 

Il paper di Preta sui servizi convergenti è considerato base su cui si apriranno i lavori dell’Osservatorio omonimo che l’Anfov ha affidato allo stesso analista. In Anfov, nel frattempo, sul documento, come per tutti gli altri paper che l’Associazione sta producendo e trasferisce sul sito, si è già aperta la discussione.

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