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Dossier illegali: Marco Tronchetti Provera condannato per ricettazione

Italia


Un anno e otto mesi di reclusione, anche se la pena è sospesa, e pagamento di una provvisionale di 900 mila euro a Telecom Italia e di 400 mila euro all’ex presidente di Brazil Telecom, Carla Cico. Questa la condanna che il giudice monocratico di Milano, Anna Calabi, ha inflitto a Marco Tronchetti Provera – ex presidente Telecom Italia e attuale numero uno di Pirelli – nell’ambito del processo di primo grado sull’affaire ‘Kroll’.

 

Tronchetti Provera, per il quale il pubblico ministero Alfredo Robledo aveva chiesto la condanna a due anni di carcere, è stato riconosciuto colpevole di ricettazione nell’ambito del filone di inchiesta relativo all’hackeraggio di un CD contenente dati raccolti illecitamente dall’agenzia di investigazione Kroll, che nel 2004 stava conducendo attività di spionaggio nei confronti di Telecom Italia e della famiglia Tronchetti Provera.

Questi dati vennero recuperati dagli uomini della Security (il cosiddetto ‘Tiger Team’) guidata da Giuliano Tavaroli con un’operazione di hackeraggio e, secondo il Pubblico Ministero, Tronchetti era consapevole che quei file erano frutto di un reato e accettò di farsi mandare una finta lettera anonima contenente un dischetto, per poterlo poi usare nella guerra con Dantas e la Cico. Da qui l’accusa di ricettazione.

All’epoca si stava consumando una vera e propria guerra finanziaria tra Marco Tronchetti Provera e Daniel Dantas, finanziere sudamericano a capo del fondo Opportunity ed ex socio di Telecom Italia in Brasil Telecom, che stava cercando di estromettere la società italiana dal controllo del terzo operatore brasiliano (leggi articolo Key4biz).

 

Una vicenda intricata degna delle migliori spy story, scandita da accuse e controaccuse tra Telecom Italia, il suo ex presidente e la security di Tavaroli: l’azienda si è costituita parte civile e ha chiesto al suo ex presidente un risarcimento di 6 milioni di euro per danno patrimoniale di immagine; Tronchetti Provera, a sua volta, ha citato in giudizio il gruppo per ‘gravi danni’ alla sua ‘immagine e onorabilità’.

 

Tronchetti Provera era a conoscenza della natura illegale di quel CD? Secondo Tavaroli sì, ma l’ex presidente Telecom ha respinto al mittente ogni addebito, spiegando di avere sempre agito nell’interesse della società di cui era alla guida, anche quando quest’ultima era attaccata da una delle più importanti agenzie investigative private del mondo.

Il giudice della settima sezione penale del tribunale di Milano, tuttavia, non ha creduto a questa versione.

Il legale di Tronchetti Provera, Roberto Rampioni, ha fatto sapere che la condanna “getta purtroppo un’ombra senza fondamento sulle persone e sulle aziende coinvolte” ma ha rilevato che “bisognerà aspettare il deposito della motivazione, per verificare quali siano state le ragioni che hanno giustificato un’affermazione di responsabilità che riteniamo inspiegabile e basata su un impianto accusatorio vacillante”.

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